Vincenzo Musacchio, giurista e docente di diritto penale, è associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). E’ ricercatore dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. E’ stato allievo di Giuliano Vassalli e amico e collaboratore di Antonino Caponnetto.
Ecco di seguito l’intervista che ci ha rilasciato.
Professore che idea si è fatta della gestione della pandemia in Molise?
La gestione di questa pandemia è la fotocopia perfetta della nostra classe dirigente. Sembra che non si riesca ad avere una visione reale del territorio mancando persino la men che minima possibilità di un dibattito costruttivo e democratico.
A me sembra stiamo affondando ma nessuno cala le scialuppe di salvataggio. Si aspetta di affondare, sembra un suicidio assistito. Oggi non abbiamo più posto negli ospedali, i nostri concittadini varcano da malati i confini molisani, una vasta area è in una situazione a dir poco critica, vi sono diversi focolai, non abbiamo una capacità diagnostica in proporzione alla gravità della situazione. Anche i non malati di Covid sono ad alto rischio. Che cosa può accaderci ancora?
Perché a distanza di un anno, la sanità molisana è al collasso?
Siamo privi di medicina territoriale e con una pessima organizzazione ospedaliera e un sistema sanitario vecchio, superato e non funzionale. Il tutto con un piano pandemico a mio parere inadeguato non solo dal punto di vista medico sanitario ma anche logistico organizzativo.
Chiamare un privato, in luogo di utilizzare strutture pubbliche come il Vietri non le sa tanto di favori a qualcuno?
Meno pubblico, più privato e oggi il Coronavirus ci presenta il conto e non solo in Molise. Io sono assolutamente per il pubblico che assicuri un servizio universalistico di massima tutela del più sacro dei beni comuni, cioè la salute.
Calamandrei affermava che la salute fosse il diritto dei diritti, senza il quale nessun diritto può essere esercitato e tutelato. La classe politica molisana ha sottovalutato il problema e il più grande sbaglio a mio parere è proprio quello di non aprire il Centro Covid a Larino. In merito ai favori a qualcuno penso che i fatti ultimi lascino pochi dubbi sull’avvantaggiare il privato in luogo del pubblico.
Quando si parla di mafie, forse non s’intende anche lo sperpero di denaro pubblico?
I mafiosi hanno festeggiato quando è iniziato il processo di liberalizzazione del sistema sanitario regionale. Un famoso pentito di mafia a tal proposito disse: “la regione è territorio nostro e comandiamo noi”.
Questo è accaduto e accade tuttora perché vi è un sistema di controllo insufficiente in ambito privato e in questo varco sono entrate mafia e corruzione arrivando poi anche al pubblico.
Lei crede che ciò avvenga in modo particolare nella sanità molisana con i vari enti accreditati?
Questo non posso dirlo perché non ho prove. Ricercarle è un compito che spetta alla magistratura. Ritengo da studioso tuttavia che occorrano nuovi strumenti in grado di creare un meccanismo che consenta agli investigatori di seguire più facilmente i flussi finanziari, al fine di identificare i soggetti che percepiscono il denaro pubblico, con la finalità di evitare, mediante la tracciabilità, che finisca nelle mani della criminalità organizzata.
Dal suo punto di vista la sanità dovrebbe tornare a essere prerogativa statale ante riforma del titolo V?
Assolutamente sì! Sono per una sanità sottratta alla morsa letale delle regioni e della politica locale clientelare con i suoi vassalli, valvassori e valvassini riportandola nell’ambito esclusivo dello Stato con manager nominati da elenchi nazionali, primari i cui concorsi dovevano tornare nazionali con apposita idoneità e appalti gestiti direttamente dall’Autorità Anticorruzione Nazionale. I tre quarti dei fondi del bilancio regionale sono per la sanità ma che fine fanno se la nostra sanità è in questo stato?
Che ruolo ha oggi la magistratura nella gestione della pandemia?
Ha ovviamente il compito di vigilare sull’osservanza delle leggi e quello di promuovere la repressione di eventuali reati.
Che tempi, per capire se ci sono state colpe, negligenze?
I tempi della giustizia italiana.
NdF