Non possiamo permettere che le nostre terre siano trasformate in campi di pannelli fotovoltaici o di impianti eolici, dobbiamo continuare ad opporci per evitare che la promessa di facili guadagni possa spingere i proprietari a ‘cadere’ nell’illusione di potersi arricchire con le energie rinnovabili.
Bisogna porsi un limite, non è possibile una colonizzazione del genere.
Questo, in sintesi, quanto emerso qualche giorno fa nell’incontro che, in qualità di presidente del Bio Distretto – Molise frentano ho convocato a Larino per esporre all’assessore regionale con delega alle politiche energetiche Quintino Pallante le azioni che le 14 amministrazioni aderenti al Bio distretto, ma in realtà, anche altre che non hanno ancora aderito, stanno portando avanti per scongiurare il rischio che questa parte di Molise cada nelle mani delle tante aziende che qui vogliono realizzare impianti di energie rinnovabili.
All’incontro erano presenti diversi sindaci del distretto ma anche alcuni primi cittadini dell’Unione dei Comuni. Tutti, partendo dall’amministrazione di Santa Croce di Magliano fino a San Martino in Pensilis, hanno ribadito di non essere certo contrari alle energie rinnovabili ma di opporsi con forza contro quelle società che vorrebbero colonizzare il basso Molise con i loro impianti megagalattici.
Nel corso dell’incontro, infatti, il sindaco di San Martino Gianni Di Matteo ha ricordato come si trovi a fornteggiare una richiesta di impianto fotovoltaico di una ditta del Nord che vorrebbe installare pannelli su 300 ettari di terreno. Io stesso ho ricordato il recente diniego che il consiglio comunale ha espresso ad una ditta che vorrebbe realizzare un impianto fotovoltaico su terreni ubicati lungo le Piane di Larino per quasi 38 ettari. Ma gli esempi non finiscono qui. Anche l’amministrazione di Santa Croce di Magliano ha di recente espresso la sua contrarietà ad altre torri del vento nel suo territorio.
Una situazione che attualmente vede ben 19 progetti, tra fotovoltaico ed eolico, arrivati sulle scrivanie di noi amministratori bassomolisani “Progetti così impattanti ed estesi sono da fermare assolutamente, altrimenti per noi è finita e tutto il lavoro che si sta cercando di portare avanti in difesa dell’ambiente, del paesaggio, delle bellezze naturali e della vocazione agricola, con riferimento anche alle coltivazioni biologiche, andrebbe perso”. La Soprintendenza ai beni ambientali, come detto in una precedente nota, ha espresso parere negativo relativamente al progetto di Larino
L’idea del Biodistretto è quella di preservare il paesaggio, la qualità dell’aria, incentivare la coltivazione biologica. “Non siamo contrari ai cambiamenti ma lo sviluppo deve essere legato alla vocazione di questo territorio, e l’innovazione e la tecnologia devono fare i conti con quello che può realmente servire. Il Molise non deve finire al centro di interessi speculativi”.
“Noi abbiamo bisogno di fotovoltaico ed eolico, certo, ma non possiamo essere una riserva di energia per l’Italia” ha ricordato Giovanni Di Stasi, presidente onorario del Biodistretto. Gli incentivi ai privati sono un fortissimo disincentivo a coltivare la terra a fronte del quale si brucia la potenzialità del nostro paesaggio. Non è immorale fare business ma non si può ignorare che ci possono essere conseguenze deleterie”.
“Siamo disposti a un compromesso, non diciamo no a priori a tutto – ho affermato – ma questa è una vera e propria opera di colonizzazione di un territorio che ancora una volta viene considerato terra di conquista”.
Da parte dell’assessore Pallante abbiamo avuto piena disponibilità per impedire l’atterraggio di impianti impattanti o devastanti, lo stesso ha ricordato che nel Piano energetico regionale approvato nel 2017 il limite per gli impianti eolici è di 30 Mw, e che per il fotovoltaico “siamo competenti noi, anche se non possiamo travalicare dalle nostre competenze né andare oltre quello che a livello di pianificazione territoriale si può fare, e che faremo.
Non significa che dobbiamo accettare tutti questi progetti come calati dall’alto tanto più in un momento in cui il turismo registra il segno positivo, con numeri record in questa estate di pandemia durante la quale abbiamo visto come il paesaggio sia un forte motivo di attrazione”.
La mancanza di una legge ad hoc e il rischio che le opere vengano considerate “strategiche e di interesse pubblico” ci spinge – in conclusione – a non abbassare la guardia.