LARINO. Le mail sono state inviate poco fa ai due Direttori generali del MIBAC. La professoressa Annarita de Notariis e lo studioso locale Pino Miscione hanno deciso di scrivere al Ministrero dei Beni culturali.
Lo hanno fatto per sollecitare l’apertura al pubblico del “Museo dei Frentani nel Parco archeologico dell’Anfiteatro e di Villa Zappone” (questa la dicitura esatta che risulta dagli atti reperiti scrivono i due studiosi).
La professoressa, che della vicenda si occupa ormai da anni, vuoi per il suo amore viscerale per Larino vuoi per i suoi studi specifici in archeologia ha trovato in Miscione, fine cultore della materia, un valido sostenitore della sua idea.
L’idea, che è ormai giunto il momento storico per portare a compimento l’opera, iniziata quasi 30 anni fa dal senatore Luigi Biscardi, ossia l’istituzione del museo e non semplicemente del contenitore dell’edificio Villa.
I due, con semplicità, ricostruiscono la storia della città, l’importanza di un centro nato prima di Roma, ma anche l’importanza dei suoi resti archeologici così diversi da quelli del Sannio pentro e del Sannio centrale.
Reperti della Frentania che raccontano i fasti di una città che ebbe certamente un’importanza notevole più della stessa Campobasso che all’epoca neanche esisteva.
E fa specie, sapere che nel Museo Sannitico di Campobasso, i reperti esposti sono per l’80 per cento provenienti da Larino.
Senza contare poi i materiali che ancora sono custoditi nel deposito del museo ancora in attesa di una degna collocazione.
Questo il testo integrale della loro mail.
“Siamo due cittadini di Larino (CB), in rappresentanza di un Comitato locale che si propone l’apertura al pubblico del “Museo dei Frentani” all’interno del Parco archeologico di Villa Zappone a Larino, il quale si avvale anche di una specifica pagina attivata presso un noto social media:
(https://www.facebook.com/groups/382066699048589/)
Detto bene risulta essere una Villa storica di fine Ottocento-inizi Novecento, con interni in stile liberty, sia nel mobilio, ancora in situ, sia nella decorazione pavimentale e dei soffitti, inserita all’interno di un Parco naturalistico di pregio, ricco di una varietà di specie botaniche, che crescono in contiguità con Terme romane del II sec. d.C. e di un Anfiteatro di età flavia (fine I sec. d.C.), a ridosso peraltro di edifici un tempo adibiti a scuderie della Villa padronale e di una casina di caccia di metà Settecento (Casina Calvitti):
(https://www.italyformovies.it/location-detail.php?id=17850)
Si tenga peraltro conto che l’antica città di Larino ha origini preromane, con forti influssi greci ed etruschi, così come si evince sia dai ruderi affioranti, come pure dai numerosi reperti esposti all’interno del “Museo Provinciale Sannitico” di Campobasso.
È altre-sì da considerare anche la peculiarità del patrimonio storico-archeologico di questo territorio (Frentania), distinto da quello della zona interna del territorio regionale (Sannio pentro).
L’antica Larino si è poi strutturata come nucleo urbano ben prima delle città consorelle del Sannio interno, la qual cosa motiva la preponderanza dei reperti larinesi custoditi nel “Museo Sannitico” campobassano.
(http://www.treccani.it/enciclopedia/larino_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29/)
Fa meraviglia constatare che alla distanza di decenni dall’avvio dell’iter, non si sia ancora addivenuti alla sua conclusione, tenuto conto anche del fatto che la Soprintendenza molisana da molti anni gestisce l’intero complesso, seppure nella impossibilità di poter allestire all’interno dell’edificio della Villa il “Museo dei Frentani”, con i relativi reperti.
È qui opportuno specificare che, allo stato attuale, la Villa dispone della piena agibilità di tutti i piani, ad eccezione di quello seminterrato, separato dal resto dell’edificio da una porta; fatto che crediamo non costituisca elemento ostativo all’inaugurazione del Museo in tempi rapidi.
La sua apertura al pubblico è sempre più reclamata dalla popolazione cittadina, considerato anche che nel corso di questa estate, pur nella esiguità temporale della pubblica fruizione dovuta ai noti fatti epidemici, moltissimi sono stati i visitatori del Parco, i quali però sono stati privati del godimento di questo bene di inestimabile valore del quale peroriamo la causa”.
La mail si chiude con l’auspicio che possa finalmente sbloccarsi l’iter e dare alla città finalmente il suo Museo.
Come Viaggio nel Molise sosteniamo l’idea della professoressa de Notariis e dello studioso locale Pino Miscione e riteniamo che siano davvero maturi i tempi perchè Larino abbia finalmente il suo museo dei Frentani.