LARINO. Gremito l’atrio del Palazzo Ducale di Larino per l’incontro “Letture di poesie in dialetto di Pasquale Di Lena”, inserito in “Percorsi in Biblioteca” promosso dal Lions club Larino con la collaborazione del Comune della città di Larino.
Una serata, a detta di tanti “magica”, sicuramente complice la suggestiva location, ove a fare da protagonista indiscussa è stata la poesia dialettale di Pasquale Di Lena, declamata dallo stesso autore.
La poesia, quale espressione culturale più alta, in vernacolo a testimoniare il patrimonio culturale più profondo, quello di comunità, che ancòra le radici del suo popolo, nella potenza ritrovata nelle consegne generazionali, quasi a contrastare la nuova colonizzazione del linguaggio. La poesia dialettale di Pasquale Di Lena ha trovato la giusta atmosfera e collocazione, martedì sera, dando ampi spazi di riflessione ai presenti, uniti proprio da quella chiave di volta identitaria che fa comunità e la rende riconoscibile in un mondo sempre più globale.
Pasquale Di Lena è un larinese puro, laureato a Firenze in Agraria ove ha vissuto per un lungo periodo, per poi tornare nella sua amata Larino, distinguendosi con intensa attività politica e sindacale, ha ricoperto il ruolo di segretario generale Ente Vini-Enoteca Italiana Siena, è promotore di vini in Italia e nel mondo, collabora con molti quotidiani. Ha promosso la nascita di più Associazioni tra cui Città del vino, Enoteche pubbliche, Donne del Vino, Giovani del vino, Movimento turismo vino, Forum vino, Palazzo Vini Firenze. Promotore, inoltre, di Vino e turismo, Vino e Giovani, Vino è, Vigne storiche, Città dell’Olio, MolisExtra, Maratona del gusto e delle Bellezze d’Italia e tanto altro. Città dell’olio, oggi è un’importante realtà nazionale che ha visto la sua nascita proprio nella città di Larino. Ma soprattutto, come ha riportato Graziella Vizzarri moderatrice dell’incontro, Pasquale Di Lena è cultore della territorialità, dell’ambiente, della biodiversità, delle tradizioni, il cui pensiero, per fortuna contagioso, è fautore del riappropriarsi del patrimonio delle nostre radici identitarie, quale bene più prezioso.
Dopo i saluti istituzionali del presidente del Lions club Larino Carmela Minotti, i versi tratti dalle raccolte “U Penziere” e “Se fusse nu cardille” declamati dallo stesso Pasquale Di Lena hanno coinvolto i presenti. Una poesia calda, che sa di vita, di fatti, di vissuti, che porta l’uditore alla nostalgia di un tempo che non è più, ma comunque persistente nella quotidianità, quale frutto del ciclo atavico. Un excursus in versi di un lungo periodo di vita con inizio dagli anni 70 ad oggi, che incontra la curiosità di bimbo nel suo approcciarsi alla vita del tempo, l’amore nel senso più caro, nei confronti della sua compagna di vita Flora. La passione per la bellezza, quella deputata agli occhi, all’ammirare la biodiversità, i paesaggi, la bellezza soggettiva, e nei gesti: una carezza, uno sguardo, un atteggiamento, quei gesti che accompagnano la crescita dell’animo. La solitudine, un sentimento tanto attuale, deputata alle tante vicende di un mondo che corre velocemente non rispettando il tempo di ognuno e le sue fragilità. Le credenze collettive, le tradizioni, i Santi Patroni San Pardo e San Primiano. Versi lungimiranti che fanno dell’autore un precursore dei tempi. Un precursore assoluto, forte della sua grande capacità osservativa che comunica con versi meravigliosi in vernacolo, fiero dell’identità del suo popolo e dell’apertura transculturale dei territori.
-La ricchezza straordinaria di un territorio – asserisce Di Lena – che è un bene prezioso fatta di bellezza, bontà, di lavoro, di sogni, oggi è assalito, quindi è a rischio la natura ossia l’umanità.- Alla domanda postagli dalla moderatrice – Cosa possiamo fare per tutelare il patrimonio della nostra identità?- Pasquale Di Lena risponde- L’espressione delle radici del territorio è il luogo, si parla del Genius loci e in tanti paesi molisani è vivo, la speranza che ho, e la vedo l’unica possibilità, è racchiusa proprio nel luogo. Esso rappresenta la giusta soluzione che può contestare il sistema, malato e micidiale, che ha un’azione di controllo, fa da “spione” per frenare o addirittura bloccare, azione che possiamo ricondurre alla criticità dettata dalla stessa globalizzazione.
il luogo contrasta fortemente, può agire come il tarlo, in silenzio, ma laborioso e il rapporto tra il territorio e le comunità deve essere supportato dalla politica, che deve avere contezza e confidenza con le preziosità del territorio stesso per poterlo tutelare senza remore. Tutelare la biodiversità e l’agricoltura è fondamentale perché tale è la vicinanza tra uomo e natura. La grande risorsa è proprio il luogo, che deve avere una cultura forte ed una politica capace nel favorire il dialogo, quale libertà, e la costruzione del futuro, del domani.-
Un incontro palpabile, in cui i versi poetici in dialetto, di Pasquale Di Lena, hanno fornito spunti di riflessioni su una collettività forte, che contraddistingue le piccole comunità, e con la sua narrazione peculiare ha ripercorso la storia dando lettura del passato, presente e con lo sguardo rivolto al domani. Ma, ha anche fermato il tempo, decantandolo nella lettura ancestrale e ridando nuova visione, nuove speranze. Questi i grandi valori della poesia di Pasquale Di Lena. Come i patriarchi, tanto menzionati dall’autore, le comunità si nutrono tramite le radici culturali attingendo dalla madre terra – il territorio e la poesia diventa il canale prediletto per veicolare il messaggio. Poesia in dialetto nell’esprimere la passione per la propria terra e limitare l’impoverimento della propria identità.