LARINO. ‘L’ascolto della musica coinvolge tutto il cervello provocando emozioni, reazioni del sistema vegetativo, variazioni del ritmo cardiaco e movimento’.
Ebbene, di tutto questo se ne parlerà domani pomeriggio in sala Freda, a partire dalle ore 18:00, nel corso del convegno organizzato dalla Fidapa in collaborazione con l’amministrazione frentana. Al tavolo dei relatori, accanto al presidente del sodalizio associativo, la dottoressa Noemi Petti, dopo i saluti del sindaco Pino Puchetti e dell’assessore alla cultura Iolanda Giusti, interverrà la dottoressa Maria Giuseppina Palmieri, ricercatrice in neuroscienze e neurologo al policlinico universitario di Roma Tor Vergata.
L’illustre ospite avrà modo di spiegare come l’ascolto della musica coinvolga il cervello “ in seguito alla formazione di nuove connessioni neurali tra corteccia uditiva, visiva, motoria e somatosensoriale. Le funzioni cerebrali complesse sono il risultato di operazioni svolte separatamente in aree cerebrali diverse ma interconnesse tramite reti neurali. Questo meccanismo noto come “plasticità cerebrale” rappresenta la capacità del nostro cervello di modificarsi ed andare incontro a un cambiamento dovuto all’attivazione di reti neurali quiescenti sia a seguito di stimoli esterni che come conseguenza di una modifica interna legata alla presenza di patologie.
E’ stato dimostrato che differenti generi musicali stimolano aree diverse del cervello. La musica ritmata attiva preferenzialmente le aree motorie, quella narrata le aree deputate alla visione ma in entrambi i casi si tratta esclusivamente della musica preferita dal soggetto. In passato era già stato osservato in maniera casuale che l’ascolto della musica preferita aveva fatto recuperare la visione perduta in un emicampo spaziale in alcuni pazienti con ictus. Di recente l’ascolto delle note di Mozart viene utilizzata come terapia adiuvante in pazienti con acufeni ” Mozart effect”. Inoltre protocolli specifici vengono attualmente sperimentati in pazienti affetti da disturbi del movimento. Tutto questo non va banalmente confuso con la musicoterapia ma interpretato come il risultato della attivazione da parte di uno specifico ritmo musicale di reti neurali peculiari di ogni soggetto. Tale attivazione, può essere inoltre responsabile in alcuni casi di un recupero funzionale che rappresenta la più elevata espressione della plasticità cerebrale”.