LARINO. E’ trascorsa una settimana da quella mattina del 25 maggio quando il giovane trentenne larinese, da solo, è riuscito a raggiungere l’ospedale San Timoteo, prima di andare in coma a causa di quella che poi sarebbe stata diagnosticata come una meningite batterica con il successivo ed immediato trasferimento al reparto di rianimazione del Cardarelli. Una lunga settimana in cui, nonostante le cure del caso, la massima attenzione da parte del personale della rianimazione la situazione del giovane resta critica. Continua ad essere intubato anche se i medici stanno provando a tenerlo in sedazione superficiale per ‘provocarlo’ e controllare le sue reazioni.
C’è però una nota positiva, il giovane trentenne non è più in isolamento ma è stato trasferito, sempre in rianimazione, insieme ad altri degenti, nella camera comune. Qui, naturalmente bardati, i parenti, il fratello posso avvicinarsi al suo letto e parlare con lui, stimolarlo attraverso le loro voci, il loro amore cercando di cogliere ogni pur minimo suo gesto. Una situazione davvero drammatica dove però loro, i parenti, non perdono la speranza e pregano che il loro caro possa presto reagire alle cure e svegliarsi.
Intanto, sul fronte della sorveglianza attivata per le 20 persone che sono state ritenute contatti diretti del giovane, la cronaca, al di là delle voci messe in piazza, non ha fatto registrare nuovi casi di contagio. Abbiamo contattato personalmente uno degli amici del giovane trentenne che ci ha confermato questa notizia e di come ogni giorno le istituzioni delegate siano in contatto con loro per sincerarsi, dopo la somministrazione dell’antibiotico, che non si presentino segni riconducibili alla meningite.
Da parte nostra, e lo faranno anche tutti i nostri lettori ne siamo certi, rivolgiamo un grosso in bocca al lupo al giovane ed una preghiera! Forza!