LARINO. “Le voci alziam di giubilo a Dio che Pardo elesse Larino per proteggere; E con le voci stesse lodiamo l’alto Signore che a Pardo protettore di gloria un serto dà che nel cader dei secoli immoto resterà”.
Immoto resterà l’amore dei larinesi per San Pardo. Come sempre, non bastano le parole per descrivere le emozioni che il popolo di Larino ma, crediamo anche i tanti che giungono in città per la tre giorni festa, prova quando, dopo aver riaccompagnato San Primiano nella sua dimora abituale al cimitero, il simulacro del santo vescovo ridiscende al centro storico, ripercorre le strade segnate dalla storia e raggiunge la sua casa, quella basilica cattedrale che si erge imponente custode di chi per voler di Dio, ben 1182 anni fa divenne protettore dei larinesi e dell’intera diocesi.
La giornata del 27 maggio è il culmine poliedrico della festa dove si intrecciano storie di famiglie, incontri tra passato, presente e futuro, dove l’amore per un santo riesce a trasformare comuni gesti del quotidiano in straordinarie forme di convivialità, di amicizia e preghiera. Dove una sosta diventa luogo di emozioni che intersecano la linea del tempo, dove non esistono differenze e tutti condividono i frutti della terra, pronti per rimettersi in marcia: perché San Pardo deve rientrare in cattedrale.
Un 27 magico, dove la magia è data proprio dall’essere non tanti ma uno, una comunità in festa, che fa festa. Le foto rendono più delle parole. Le foto scattate alla dimora Lallo, storica location dove tantissimi carri scelgono di fermarsi, sono espressione cristallina di quanto abbiamo fin qui scritto. E poi il lento procedere verso la Larino antica e la folla ad attendere l’arrivo del carro numero uno, ad attendere che mani di uomo elevino al cielo il simulacro del santo mentre tantissime altre lasciano salire al cielo un fragoroso ed interminabile applauso.
E poi ancora le note dell’inno, il calar della sera a dipingere nel cielo nuove policromie di colori immortalati dai mille e più obiettivi che hanno ripreso l’arrivo del santo e poi il suo ingresso in basilica. La Santa Messa per dire grazie, la processione per riaccompagnare i santi nella loro sede e poi l’ultimo atto, la benedizione finale e l’inizio del conto alla rovescia. Manca meno di un anno a San Pardo!