LARINO. “Siamo tutti invitati a raccogliere una grazia speciale, la coincidenza, oggi, con la solennità della Santissima Trinità è un dono per noi che contempliamo il nostro santo patrono ed attraverso di lui siamo invitati a riscoprire quel Dio che ha innamorato la sua vita trasformandola in dono di se. Se ti apri a questo Dio non puoi restare quello che sei, Si, sei finito e segnato dalla fragilità ma l’incontro con Dio della Trinità è sconvolgente. Un Dio che si intrattiene con il popolo, un Dio che si fa carico della condizione di ogni uomo che non cerca sottomissione ma dialogo, cerca amore ma soprattutto lo offre e poi ci libera. Solo chi è libero può amare. Dio ci introduce nella sua gioia e ce ne fa partecipi attraverso lo Spirito Santo che vive nel nostro cuore e ci fa dire Padre perché lui lo dice. Siamo figli e possiamo vivere da figli. Se te ne rendi conto la tua vita si sconvolge, sai che non sei mai solo, sei sotto lo sguardo di un Padre che non permette nemmeno ad un capello di cadere dal tuo capo. Un padre che scrive dritto sulle righe storte. I santi, il nostro san Pardo, hanno reso credibile questa realtà. San Pardo ci aiuti a viverla nella quotidianità. E a lui chiediamo un aiuto”.
Queste, alcune delle frasi pronunciare dal vescovo Gianfranco De Luca, nel corso della solenne celebrazione liturgica in onore del santo patrono Pardo che per voler di Dio divenne protettore della città di Larino e dell’intera diocesi.
Una giornata di festa, aperta come con il tradizionale momento di benvenuto da parte dell’amministrazione comunale nell’atrio del Palazzo Ducale dove sono state ricevute le autorità, prima dell’ingresso in cattedrale per la partecipazione al solenne pontificale presieduto, forse per l’ultima volta (a Settembre il vescovo presenterà, come da diritto canonico le sue dimissioni) dal presule Gianfranco De Luca.
Una cerimonia come sempre partecipata da diversi autorità civili, militari e dal popolo presente sia nelle navate della basilica sia fuori dinanzi ai carri schierati. Emozioni suggellate poi dalla benedizione, dal balcone dell’Episcopio, ai larinesi e agli animali che ha dato il via alla solenne processione per le vie della storia quelle che hanno reso Larino e i larinesi indissolubilmente legati al loro San Pardo.
Un amore unico lungo le strade della storia con tutti i santi maschi della città conclusosi con il rientro in basilica del simulacro del santo, le sue sacre ossa e la nuova benedizione alla città.
Una festa unica, unica come l’amore che i larinesi provano per il loro santo vescovo.