LARINO. A distanza di qualche giorno, Angela D’Ambrosio, originaria di Larino ma residente ad Ururi, vittima di una spaventosa uscita di strada lo scorso 3 luglio in contrada Cigno, ha voluto mettere nero su bianco quanto le è accaduto sottolineando come si è dato, in qualche modo risalto, alla sola rottura della rete idrica e non alla sua uscita di strada che solo per circostanze fortuite non si è trasformata in tragedia.
“Vi raggiungo con questa mia lettera – scrive Angela D’Ambrosio – per informarvi di un fatto a mio parere increscioso che sta avendo atto in questi giorni e dal quale mi sento personalmente colpita.
Certamente siete a conoscenza della rottura del ramo dell’acquedotto che rifornisce il paese di Ururi che è avvenuto il giorno 03/07/2020 verso le ore 12:30 in agro di Larino località Cigno che ha causato l’interruzione del flusso idrico all’abitato.
Quello che è stato omesso da tutte le testate e che la tubatura rotta ha inondato di acqua e fango la S.P 167 che ha li il suo percorso e questo ha determinato per me, un pericoloso incidente in quanto io, alla guida dell’auto di mio marito, mi sono trovata senza nessuna segnalazione di pericolo, ne da cartelli ne da personale addetto, in mezzo a un vero fiume di acqua e fango.
La condizione del manto stradale ha determinato la completa perdita di controllo del veicolo da parte mia con conseguenza finale prima, un violento impatto con gli alberi che delimitano la carreggiata e poi un pauroso volo di 5 metri nel canale di scolo sottostante dove la macchina si è arrestata completamente ribaltata senza darmi possibilità di uscire vista la folta vegetazione.
Solo l’intervento tempestivo dei Vigili del Fuoco, che fortunatamente si trovavano già in zona, mi ha permesso di uscire dal veicolo quasi incolume mentre il livello dell’acqua nel canale suddetto, alimentato dall’imponente flusso idrico che fuoriusciva dalla tubatura rotta, saliva pericolosamente.
Sul luogo dell’incidente sono intervenuti sia i Carabinieri di Ururi che l’Ambulanza del 118 di Larino che mi ha poi condotto all’Ospedale di Termoli per accertamenti.
Per pura fortuna e per la robustezza del veicolo (che ha subito danni tali da non essere riparabile) ho subito solo leggere contusioni dall’impatto ma le conseguenze potevano essere indubbiamente più gravi.
Mi chiedo perché di questo fatto, collegato alla rottura dell’acquedotto, non sia stata data notizia ne da voi ne da nessun’altra testata e volevo sapere da voi se ne siate stati informati o meno dalle autorità competenti.
Non è la prima ne la seconda volta che l’acquedotto cede in quel punto e inonda la sede stradale e non vorrei fosse in atto una azione premeditata per coprire le responsabilità della società che gestisce l’acquedotto nei miei confronti”.