LARINO. “Gesù Bambino sopra la nostra povera paglia rimane ancora, oggi, la bellezza e lo stupore di questo nostro nuovo Natale’. Dalla basilica cattedrale frentana l’annuncio natalizio diffuso da sua eccellenza Leo Boccardi che in questa notte di meraviglia e stupore di fronte ad un Dio che si fa carne per la salvezza di tutti, ha presieduto la solenne celebrazione insieme a monsignor Antonio Sabetta. La presenza del nunzio apostolico, da poco tornato nella sua San Martino in Pensilis, dell’uomo di Dio che proprio negli ambienti ecclesiastici larinesi formò la sua vocazione, ha dato un senso davvero unico alla celebrazione natalizia nella basilica cattedrale dove, se è vero che rispetto al passato ricordato proprio da monsignor Boccardi, di gente ce n’era di meno, resta sempre un luogo di meraviglia dove celebrare le sacre funzioni.
Diversi, i momenti liturgici che hanno scandito l’annuncio della nascita del Redentore, partendo dal suono delle campane che hanno alzato al cielo le note del Gloria passando per la liturgia della Parola, l’omelia, la benedizione eucaristica fino alla emozionante processione alla capanna del presepe vivente dove lo stesso Boccardi ha affidato a colei che personifica la vergine Maria, il piccolo ‘Gesù’ Gennaro.
Nella sua omelia Boccardi testualmente ha affermato: “Fratelli e sorelle, Tutto il mistero di Natale che celebriamo in questa notte santa si riassume e si rende visibile in una immagine: Un bambino sulla paglia. Dinanzi a questa immagine, fermiamoci dinanzi alla grotta e guardiamo al Bambino sulla paglia tra Maria e Giuseppe.
Il suo silenzio, la sua piccolezza e la sua bellezza bussano alla porta della nostra vita e ci chiedono: Chi è questo Bambino sulla paglia? Cosa siamo venuti a fare, o meglio, per chi ci siamo raccolti e riuniti in questa notte santa? Ci risponde la voce profetica di Isaia: “un bambino è nato per noi, un figlio ci è stato donato: il suo nome è Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace”. Ci risponde la voce di Paolo: “Carissimo, è apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini. Infine ci risponde il Vangelo stesso che, attraverso la voce degli angeli, dà compimento alla risposta: “Vi annunzio una grande gioia che è per tutto il popolo: oggi nella città di David è nato per voi il Salvatore che è il Cristo Signore”.
Ecco chi è il Bambino sulla paglia: è il Dio fratello, è l’Emmanuele, il Dio-con-noi, è la gloria della Trinità fatta povera dentro la storia, avvolta nel mantello della nostra umanità. Questo è Betlemme, questo è Natale: la Trinità sopra la paglia: Il Verbo di Dio immagine del Padre, incarnato per opera dello Spirito Santo, sulla paglia della nostra umanità, sulla paglia della Chiesa, sulla paglia della nostra vita.
E qui misuriamo l’abisso infinito dell’amore che ha consumato la distanza tra Creatore e creatura, che ha bruciato l’orrore tra santità e peccato, che ha portato Dio ad abbracciare la nostra umanità, sino a farla Sua, ad entrare per puro gesto di amore dentro la fragilità del nostro divenire, del nostro patire, e del nostro morire.
E’ da questo Bambino sulla paglia, è da questo Dio che ti sa amare cosi come sei, senza nulla attendere, senza nulla chiederti se non di lasciarti amare, che può nascere una vita diversa, che puoi nascere tu uomo nuovo, che può nascere una città ed una civiltà che abbia finalmente la gioia di essere umana e fraterna.
Quella paglia su cui il Bambino giace e con Lui la Santa Trinità, è il luogo di Dio, la casa di Dio nella storia. In essa scopriamo il simbolo di come Dio continua ad essere presente tra di noi: davvero Betlemme, il presepe, non è solo la rappresentazione dell’inizio, è la figura di ogni tempo, è l’immagine di come oggi Dio continua la Sua presenza tra noi. Sulla paglia, sulla miseria della nostra umanità; penso alle tensioni ed alle contraddizioni di questo nostro tempo, all’atrocità delle guerre, delle violenze, penso alla carovana inarrestabile e dolente dei profughi, dei rifugiati, dei clandestini, penso al dolore innocente dell’infanzia violata, penso alle violenze contro la vita dal suo concepimento al suo naturale tramonto.
È questa la paglia sulla quale Gesù torna a nascere oggi. Penso anche alla paglia della Chiesa: quando essa appare tanto lontana ed insensibile rispetto alla vita ed ai problemi della gente, quando non riesce più a parlare al cuore delle persone, a dare conforto, speranza, coraggio a chi è ferito nell’anima. Penso alla paglia della Chiesa quand’essa rende opaca ed intorbida l’acqua chiara di Dio, di questa notte, di questo presepe. E penso alla paglia della mia vita, della vita di ciascuno di noi: la nostra lontananza dal Vangelo, la superficialità della fede, l’individualismo crescente, il silenzio amaro nelle famiglie quando l’amore si spegne o vacilla, l’estinguersi della gioia vera in tanti giovani vanamente surrogata dalla baldoria e dallo sballo. Ecco la paglia su cui ancora giace il Bambino, ecco il presepe del nostro tempo, ecco la Trinità sopra la paglia in questo Natale. Gesù Bambino sopra la nostra povera paglia rimane ancora la bellezza e lo stupore di questo nostro nuovo Natale”.
Prima della benedizione finale poi monsignor Sabetta, ricordando la storia ecclesiastica di Boccardi, l’ha ringraziato a nome dell’intera comunità invitandolo a tornare presto a Larino. Dal canto suo Boccardi ricordando il passato, quella sua storia particolare di vocazione, visibilmente emozionato, ha narrato la meraviglia che si prova all’estero nel vedere la bellezza della cattedrale frentana. Come detto, poi, al termine della funzione religiosa, accompagnati dal suono della zampogna del maestro Michele Di Carlantonio, dai ministranti, e da tanti larinesi, Boccardi e Sabetta hanno deposto tra le braccia della ‘madre’ il piccolo Gesù finendo la solenne celebrazione della notte di Natale con un brindisi con la popolazione nelle sale dell’episcopio.