LARINO. Nella ‘ferialità’ della vita di ogni giorno, lì dove con il termine feriale indichiamo figurativamente la dimensione normale, quotidiana, lavorativa dei larinesi, ebbene in questa dimensione si è celebrato, in una Cattedrale piena in ogni ordine di posto, il dies natalis del santo vescovo Pardo che per volontà di Dio divenne protettore della città e della diocesi.
Si è celebrato il giorno della sua morte, o meglio, quello della sua nascita al Cielo. Il cosiddetto San Pardo de Vellegne, di vendemmia! Ed è stata una festa dove ancora una volta la comunità, come osservato anche da monsignor Antonio Sabetta, ha risposto presente, ha testimoniato quella fede, quella devozione che dal passato continua a permeare il presente per proiettarsi al futuro nel ‘segno’ di colui che da sempre ‘ci rende concreto, visibile la storia stessa di Dio’.
Con i paramenti della festa, monsignor Sabetta per la prima volta, da quando ha preso l’incarico di reggente della basilica frentana, ha celebrato la Santa Messa visibilmente stupito della presenza del popolo larinese in una giornata lavorativa, stupito ma cosciente di come l’amore per san Pardo davvero travalichi i confini del tempo e dello spazio e scandisca il tempo della vita in città: dalla raccolta alla semina, dalla semina al raccolto.
“Non c’è comunità cristiana senza una guida. Non c’è comunità senza un passato in cui rispecchiarsi per vivere il presente e guardare al futuro. Oggi noi continuiamo a coltivare questa devozione come popolo, una tradizione positiva che ci ricorda come rivolgendoci a San Pardo tutti ci sentiamo componenti di questa comunità. Lui che ci rende concreta la stessa storia di Dio. Ci sostenga e ci accompagni San Pardo, in questo tempo di raccolta, ci accompagni tutte le volte in cui come uomini tiriamo le somme della nostra vita e ci domandiamo se quello che abbiamo seminato e poi cresciuto tanto da essere raccolto. Cosa seminiamo nella nostra vita? Ecco ci aiuti a seminare come ha seminato lui. Ci aiuti a vivere lo stesso amore alla vita, ai fratelli, alla nostra comunità. Ci aiuti a rischiarare la via in questi tempi cosi complicati”.
Questi, alcuni passaggi della omelia pronunciata da monsignore Sabetta. E poi i riti della Santa Messa fino alla benedizione finale e l’inno cantato a San Pardo preludio alla processione per le vie del centro storico scandita dalla preghiera e dalle note della don Luigi M. Aster band.
Come da tradizione, anche quest’anno, l’associazione dei Trebbiator,i guidata da Filippo Di Blasio, ha offerto un meraviglioso spettacolo pirotecnico come segno di devozione al santo. Devozione autentica di tutta la gente di Larino che continua al presente ad onorare il suo patrono certa di una devozione che dal passato e proiettata sempre al futuro, ma dove l’oggi l’arricchisce di doni da presentare al buon Dio.