LARINO. Nel mondo delle app che ogni giorno utilizziamo per viaggiare, per condividere idee o semplicemente per giocare ci piace oggi presentare ai nostri lettori l’app “MeCi Larino” (Migranti e Comunità Inclusive). Un’app davvero particolare ed interessante scaricabile da Play Store o Apple Store dallo scorso mese di dicembre.
Lo facciamo in compagnia della dottoressa Rossella Mammarella, esperta di comunicazioni, che si è occupata dei contenuti coordinandosi con la Heritage, azienda che ha sede a Torino ed è leader in Italia per lo sviluppo di strumenti di questo tipo. Mammarella, borsista presso l’UniMol, ha collaborato in maniera fattiva alla nascita di questa applicazione rivoluzionaria, prima in assoluto in Italia, che pone al centro del suo essere il tema dell’inclusività. E lo fa partendo da una realtà locale, qual è lo Sprar di Larino.
Come nasce il progetto?
L’app è frutto della proposta progettuale dell’Università degli Studi del Molise, “Migranti e comunità inclusive: diritti, pratiche di cittadinanza e prevenzione dei rischi”, che dopo essere stata avanzata al Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica è stata finanziata con ben 950 mila euro a valere sul Fondo integrativo speciale per la ricerca (Fisr). Un risultato, questo di UniMol, di considerevole rilievo sotto diversi aspetti che ha coinvolto nei dodici mesi precedenti il lancio sia il Comune di Larino che lo Sprar locale.
Un coinvolgimento che ci ha permesso di mettere nero su bianco uno studio di fattibilità inclusiva partendo dall’integrazione degli ospiti dello Sprar, ma significativo e fruibile a tutta la comunità larinese.
Su quali principi si è fondata l’idea di una applicazione quale strumento pratico ed efficiente per ricollocare principi di comunità inclusiva ed interattiva contestualizzandola nell’era digitale?
La ricerca si è fondata sul fornire nuovi modelli sociali di inclusione vera. L’app è diventata così l’azione inclusiva di comunità con particolare attenzione al lavoro. Un network di Larino che investe sull’integrazione, quindi sugli ospiti dello Sprar, ma che diventa di tutti.
Ci spieghi meglio
Il progetto Meci si sviluppa su quattro aree, benessere e salute-area medico sanitaria /diritto-area legale/area dell’intercultura /area della comunicazione.
Il progetto propone strumenti per sostenere e facilitare il percorso di integrazione dei beneficiari di protezione internazionale. Tutto ciò dunque elaborando e implementando modelli di comunità inclusiva partendo dalla regione Molise ma che possano essere utili anche in altre realtà.
In questo caso specifico, il progetto si attua attraverso l’utilizzo di strumenti comunicativi specifici, elaborati o modificati per garantirne l’operatività e il miglior risultato in funzione interculturale ma anche con una spiccata tendenza alla interdisciplinarità delle competenze”.
MeCi Larino, proprio per la sua natura inclusiva si presenta fruibile in italiano, inglese, francese e arabo e si edifica su alcuni principi: persone che pensano alle persone, far incontrare la richiesta del lavoro con l’offerta e la promozione del territorio e delle attività sociali. La condivisione, leva dell’applicazione, è il binario di conduzione verso la comunicazione e la conoscenza incoraggiando la fattibilità d’integrazione in una comunità fervente come quella di Larino.
Come fanno gli ospiti dello Sprar o i larinesi ad utilizzare l’app, ricordiamo sviluppata per UniMol dalla Heritage Srl?
L’utente, dopo la registrazione, riservata voglio ricordarlo ai residenti di Larino e agli ospiti dello Sprar, ottenuta l’approvazione da parte del Comitato referente del progetto UniMol, si troverà di fronte uno strumento che presenta le stesse caratteristiche di altri social network, ma con obiettivi differenti.
Il network di comunità dirige il proprio obiettivo verso l’inclusione con la promozione dell’incontrarsi e interagire: lo spazio virtuale chiamato “piazza” rende molto l’idea di una ricerca di socialità. Unico vantaggio, per gli ospiti dello Sprar, che l’app conserva per la sua nascita sono le notifiche che essi ricevono in merito alle offerte di lavoro. Gli spazi virtuali si suddividono in “piazza”, area privati cittadini ed area Enti locali.
Dunque nella piazza possono essere inserite offerte di lavoro?
Sì è proprio cosi. Le offerte di lavoro però possono essere inserite esclusivamente da Enti, associazioni ed imprese. Ma MeCi è tanto altro ancora perchè, e lo stiamo verificando in questi mesi, nonostante la pandemia, è un validissimo strumento a disposizione di tutta la collettività. Uno strumento che permette la condivisione di attività sociali, promozione del territorio, ricerca-offerta lavoro e la possibilità di diventare un veicolo di comunicazione ben più ampio. Anche se l’aspetto fondamentale del progetto rimane quello umano che fa di un “problema” una risorsa rendendo l’azione vincente: un app nata per gli ospiti dello Sprar, ma una soluzione per tutti.
Come è stata sfruttata MeCi durante questi mesi di pandemia da Coronavirus?
In questo particolare momento di emergenza sanitaria globale, l’app è diventata un ulteriore canale informativo per diffondere comunicati ufficiali da parte dell’amministrazione comunale o proporre iniziative di carattere sociale come il Servizio Re.Cor.D “Rete Energenza Coronavirus a Domicilio” che ha visti impegnati il Comune e l’ODV di Protezione Civile Regionale, per la consegna dei medicinali e dei beni di prima necessità alle persone anziane sole o allettate. Insomma un vero e proprio “social network” della comunità messo a disposizione dei cittadini con l’obiettivo di migliorare la loro qualità della vita.
La dottoressa Mammarella chiude la nostra chiacchierata con un augurio “mi auguro che tutta la comunità collabori e intuisca l’importanza di questo grande progetto ministeriale”.
Infondo per collaborare… basta scaricare la app gratuitamente.