LARINO. Si avvicina il cosiddetto silenzio elettorale, quello spazio temporale che precede l’apertura delle urne fissata per domenica mattina alle ore 7.00. I candidati presidenti Izzo, Gravina e Roberti hanno scelto rispettivamente Isernia, Campobasso e Termoli per chiudere questo mese di campagna elettorale in cui mai come in questo 2023 il Molise è diventato l’ombelico del mondo della politica italiana. Un centro dove tutte le forze, da quelle di governo a quelle di opposizione, con i maggiori leader, hanno percorso le strade, non sempre dritte di questa nostra terra, per sostenere soprattutto, non ce ne voglia Emilio Izzo, il candidato del centrosinistra Roberto Gravina e quello del centrodestra Francesco Roberti.
Passaggi in Molise e naturalmente anche a Larino, l’ultimo in ordine di tempo quello dell’ex premier Giuseppe Conte o quello dell’onorevole Aldo Patriciello. Dalle nostre colonne ci siamo ‘limitati’ ad intervistare i candidati consiglieri larinesi, o meglio, cinque dei sei hanno risposto alle nostre domande (Annarita DE Notariis, Rosa La Ginestra, Maria Piera Galante, Salvatore Faiella e Giuseppe Bonomolo) mentre il sesto, ossia Salvatore Pilone ha preferito non rispondere.
Ebbene, quello che abbiamo colto ascoltando le loro risposte è senza dubbio la ferma determinazione di convincere i larinesi ad esprimere un voto per un concittadino in modo da dare alla città, dopo tanti anni, la possibilità di avere un consigliere regionale che possa interloquire con il nuovo governo regionale e contribuire a ridare alla stessa il ruolo che le compete nel panorama regionale.
Quasi a voler rispettare la par condicio i sei candidati larinesi sono equamente distribuiti: tre nel centrodestra Giuseppe Bonomolo (Il Molise che vogliamo), Salvatore Faiella e Rosa La Ginestra (Il Molise in buone mani) e tre nel centrosinistra Annarita De Notariis (Movimento Cinque Stelle), Maria Piera Galante (Costruire Democrazia) e Salvatore Pilone (Alternativa progressista).
Cinque anni fa, stando ai dati nella città frentana, i votanti furono poco meno di 4 mila, ossia quasi il 59 per cento degli aventi diritto al voto. Cinque anni fa, sembra passata una eternità, a Larino fu il Movimento Cinque Stelle a vincere le elezioni con ben 1674 voti (il 45 per cento dei voti). E di questi 940 andarono proprio ad un larinese ossia Luigina Nuonno. Forza Italia prese 375 voti (quasi il 10.22 per cento del totale) non c’erano candidati di Larino ed i consensi andarono a candidati regionali come Nicola Eugenio Romagnuolo (125) e Nicola Cavaliere (117). La lista Unione di Centro si attestò a quasi il 7 per cento dei voti e la maggior parte andò al candidato locale Giovanni Quici con 192 preferenze. La Lega prese 235 voti di cui 90 andarono ad Aida Romagnuolo (non c’erano candidati larinesi in lista). Fratelli d’Italia prese 224 voti ed il più votato, nonostante la presenza di Michele Ricci (60 voti) fu Quintino Pallante con 78. Il partito Democratico si fermò a 206 voti con Vittorino Facciola che staccò le 86 preferenze(nessun candidato larinese). Liberi ed Uguali ottenne appena 194 preferenze, di queste 119 andarono al larinese d’adozione Francesco Totaro. La lista Iorio per il Molise ottenne 115 voti e di questi 78 andarono alla candidato di Larino Silvia Rea. Popolari per l’Italia riscosse solo 98 voti, di questi 35 a Vincenzo Niro (nessun candidato larinese). Molise 2.0 prese 83 voti, con la candidata larinese, l’indimenticabile Rosanna Gentile che staccò solo 26 voti. Orgoglio Molise prese 73 voti, con Cotugno a quota 33. Casapound Italia riuscì ad ottenere 49 voti, di questi 37 al candidato larinese Nicola Del Zoppo. Unione per il Molise ottenne solo 35 voti, nessun candidato di Larino. Il Movimento nazionale per la sovranità ottenne 33 voti, nessun larinese. Il Molise di tutti ottenne 20 voti e 5 voti ottenne il Popolo della famiglia.
Ebbene, ai quasi 4 mila larinesi che si recano alle urne tutti e sei i candidati hanno ricordato che forse sarebbe meglio votare dei concittadini se si vuole realmente cambiare le cose. Stando ai dati di cinque anni fa però le cose di solito, a Larino vanno diversamente se è vero come è vero che dei quasi 4000 voti, cinque anni fa solo poco meno di 1500 fu distribuito ai candidati larinesi.