LARINO. Straordinario successo di consensi e di pubblico per la messa in scena, in abiti rigorosamente della Roma dei Re, degli antichi riti del processo privato romano realizzata dai ragazzi del liceo ‘D’Ovidio’ che, dopo settimane di prove, hanno portato nell’atrio di quello che fu l’antico palazzo di giustizia di Larino, il progetto del presidente del Tribunale Michele Russo magnificamente realizzato con la preziosa cura e l’impareggiabile abnegazione delle professoresse Marilena Franchella, Maria Grazia Armento e Maria Greco. Un progetto che guardando al passato si è proiettato al presente ma soprattutto ha gettato le basi per il futuro perché, come è stato detto ai ragazzi, possano trovare ispirazione per praticare, a seconda della loro inclinazione, le vie della giustizia come avvocati, giudici e studiosi.
Alla presenza del presidente del Tribunale, della procuratrice Elvira Antonelli, del sindaco Pino Puchetti, della dirigente scolastico Emilia Sacco, del presidente dell’ordine degli avvocati di Larino Michele Urbano, del commissario dell’Istituto omnicomprensivo Antonello Urbano, di tante rappresentanze del mondo della scuola, insegnanti e personale amministrativo, lo spettacolo ha trasformato l’atrio del Palazzo Ducale in un luogo dove amministrare giustizia.
Un luogo dove il magistrato supremo dei romani, il Rex, titolare dei poteri religiosi e politici, coadiuvato da una casta di sacerdoti (i Pontifices) ha riproposto al presente l’esercizio del suo potere esclusivo di decidere alcune controversie nate tra i privati romani (cives). Scortato da una guardia personale di dodici littori armati, a personificare il suo imperium, il Rex ha, dunque, deciso tre casi tipici del diritto privato romano.
L’evento storico-giuridico è stato aperto dalla presentazione affidata agli studenti Elena Rotella e Giovanni Manuel Di Carlo. La prima ha spiegato cosa il pubblico avrebbe visto, rigorosamente in doppia lingua latino-italiano, mentre il secondo ha ricostruito le fonti del diritto che hanno ispirato i tre casi proposti partendo dall’antichissimo istituto del nexum. Prima di ogni scena poi l’intervento delle Vestali ha consentito ai tanti presenti di apprendere la spiegazione dei vari casi e brevi notizie sugli istituti giuridici rappresentati.
I casi discussi sono stati quelli relativi al possesso di una schiava (legis actio sacramento in rem), quello del possesso di un terreno (legis actio sacramento in personam) e l’ultimo quello per manus iniectio in particolare che aveva come più comune presupposto una condanna al pagamento di una somma di denaro. Nell’ambito di tale procedura il creditore giungeva ad afferrare il debitore, e lo trascinava pronunciando la solenne dichiarazione della manus iniectio. Esperita tale dichiarazione, il debitore era completamente alla mercé del creditore. Questi poteva trattenerlo incatenato presso la propria dimora, venderlo come schiavo, o addirittura ucciderlo.
Davvero encomiabile il lavoro svolto dalle professoresse, ma soprattutto, come giustamente sottolineato dai presenti, quello dei ragazzi che si sono calati interamente nelle parti, ed indossati anche gli abiti antichi hanno recitato in latino salvo poi spiegare in italiano per tutti. Proprio i ragazzi a conclusione della rappresentazione hanno inteso ringraziare la professoressa Marilena Franchella che ha permesso la realizzazione del progetto, curandone l’aspetto documentario, linguistico e la sceneggiatura, le professoresse Maria Grazia Armento e Maria Greco per la preziosa collaborazione nell’allestimento dello spettacolo e della scenografia. La dirigente scolastica Emilia Sacco che tanto crede nelle potenzialità espressive della scuola. Il presidente del Tribunale di Larino, Michele Russo ideatore del progetto insieme al suo collaboratore Vincenzo Musacchio, e convinto sostenitore della collaborazione tra l’Ente che presiede e gli studenti, la procuratrice Elvira Antonelli, l’amministrazione comunale che ha gentilmente concesso gli spazi per realizzare lo spettacolo. I docenti che hanno compreso l’impegno di energie richiesto e profuso dagli studenti perché lo spettacolo si potesse realizzare. I collaboratori che hanno operato fattivamente per rendere fruibile, da parte del pubblico la meravigliosa cornice dell’atrio di Palazzo Ducale. Il parroco della Cattedrale don Claudio Cianfaglioni e il dottor Lorenzo Di Maria la cui disponibilità è stata logisticamente fondamentale ed un grazie è stato espresso anche alle famiglie che hanno supportato questa avventura bella ed interessante.
Uno spettacolo grandioso a cui tutti hanno rivolto sinceri complimenti, a riprova, semmai ce ne fosse ancora bisogno, di quanta cultura promana dal glorioso Liceo D’Ovidio da sempre fiore all’occhiello nel panorama della formazione superiore dell’intera regione Molise.
Complimenti anche dalla nostra redazione ai ragazzi, alle insegnanti, a tutti coloro che con una presenza hanno reso davvero entusiasmante questo viaggio nel passato in un luogo come Larino che parla di storia in ogni angolo, di quella storia romana che l’Arpinate ha reso famosa per il processo criminale romano, ma dove tutt’ora esiste un’istituzione, come il tribunale, dove il diritto civile fa giurisprudenza.
Ecco i nomi di tutti i protagonisti:
Nel ruolo delle vestali: Giusi Mancini, Doriana Vizzarri, Marianna Scardera, Noemi Travaglini e Amelia Russi;
Nel ruolo dei soldati: Giuseppe Pio De Francesco, Luigi Mancini, Alessandro Pietrantonio, Luca Franceschiello, Marco Spina, Giuseppe D’Aloia, Alberto Campitelli, Domenico Verratti, Matteo Martucci, Vincenzo Carafa, Tony Biscotti, Davide Bavota;
Nel ruolo dei Pontifices: Francesco Urbano e Francesco Vladimir Cascitelli;
Gentes: Antonio Di Maria, Pasquale Colonna, Roberto Topolino, Vittorio Di Palma e Paolo Spina;
I Reges: Carmine De Dominicis, Francesco Brunetti e Maurizio Mancini.