TERMOLI. Centri di salute mentale dell’Asrem aperti fino a mezzanotte, domani, a Termoli, in Molise e in tutta Italia, per commemorare la psichiatra Barbara Capovani, barbaramente uccisa a sprangate davanti al reparto di Psichiatria di Pisa.
In Molise l’iniziativa, che coinvolge i Csm di Termoli, Campobasso e Isernia, è stata promossa dai tre direttori Franco Addona, Tommaso Gualano e Alessandro Gentile.
In tutta Italia, il 3 Maggio 2023 dalle ore 20, sono previste fiaccolate in segno di commemorazione e protesta contro la violenza sugli operatori sanitari e sociosanitari.
«In Molise, abbiamo deciso di dar vita a una manifestazione che ponga l’accento su più aspetti.
Crediamo che sia doveroso commemorare la collega; condanniamo le violenze contro gli operatori sanitari e sociosanitari (e contro chiunque); condividiamo le istanze avanzate dalle società scientifiche nazionali per avviare dei cambiamenti legislativi riguardo i pazienti autori di reato. Contestualmente riteniamo fondamentale restituire alla salute mentale territoriale il ruolo centrale che merita.
Per questa ragione, apriremo, fuori dal consueto orario di lavoro, i nostri Centri di Salute Mentale (Csm) che il 3 maggio 2023 prolungheranno l’orario di apertura sino alle ore 24. Crediamo che i Csm siano promotori formidabili di benessere psichico e sociale; uno spazio capace di aprire differenti dimensioni di cura. Per tale ragione, siamo consapevoli che, all’occorrenza, il Csm debba rappresentare anche un Agorà popolato da pazienti, familiari, caregivers, utenti esperti, operatori, infermieri, psicologi, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione, psichiatri e qualunque altro stakeholder.
Contro la violenza e lo stigma occorre ragionare tutti insieme aprendo la mente al confronto e a nuove soluzioni».
Inoltre, «Esprimiamo il nostro cordoglio per la collega Barbara Capovani deceduta sul lavoro a Pisa perché aggredita da una persona da lei stessa curata ed aiutata. Questi casi non sono frequenti ma nel recente passato della Salute Italiana sono tanti i colleghi psichiatri e professionisti della Salute Mentale che hanno subito violenze. Tra tutti i sanitari, gli operatori dei reparti di psichiatria sono quelli a maggior rischio di violenza. Altrettanto critiche sono le situazioni nelle quali la visita domiciliare dello psichiatra e dell’infermiere presenta criticità con aggressività auto ed eterodiretta. Aggressioni, minacce e microtraumi sono comuni e fortunatamente la professionalità di tutti i colleghi riesce nella maggior parte dei casi a evitare tragedie. È per questa ragione che le più importanti Società Scientifiche Italiane e Associazioni di Professionisti stanno chiedendo al governo più attenzione e più fondi per la Salute Mentale.
Dal punto di vista legislativo ci uniamo alla richiesta di superare il concetto di “non imputabilità psichiatrica” e di “pericolosità sociale”, condividendo l’idea che qualsiasi autore di reato, quando possibile, possa essere curato nei reparti delle case circondariali come accade per tutte le altre branche mediche. Ciò deve poi prevedere la contestuale condivisione coi Servizi di Salute Mentale competenti per territorio e l’approntamento di adeguati progetti post-reclusione. Solo tale continuità può ridurre atti di violenza e considerare in maniera etica il reo che presenta patologia mentale.
La violenza non è parte di una psicopatologia ma in alcune condizioni può concomitare e la cooperazione con le forze dell’ordine è talvolta utile. Per esempio, protocolli operativi d’intesa potrebbero essere opportuni per la gestione in maggior sicurezza di casi complessi. Tuttavia, siamo consapevoli che non può essere gestito tutto allo stesso modo e che le situazioni vanno condivise spesso tra più servizi in ottica plurale e multidisciplinare.
Come direttori dei Servizi della Salute Mentale del Molise siamo consapevoli che è nell’accoglienza sul territorio che vi è la “chiave di volta” di situazioni difficili. Nella nostra Regione, il Dipartimento unificato di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche, da tempo, accoglie persone affette da disparate forme di disturbo mentale e di disagio, in un’ottica di integrazione Reparto di psichiatria – Centro di Salute Mentale. Proprio perché condividiamo le succitate istanze, proposte dalle società scientifiche nazionali, reputiamo importante ricordare come in Salute Mentale è fondamentale il Territorio. Senza un Centro di Salute Mentale ben equipaggiato di professionisti (quali psichiatri, psicologi, infermieri, tecnici della riabilitazione psichiatrica, assistenti sociali e operatori), il rischio è quello di non poter più accogliere il malessere di chi si rivolge al servizio per un aiuto; dunque, di non essere più capaci di intervenire in modo efficace su situazioni gravi. Per tale ragione, nell’intento di onorare e ricordare la scomparsa di Barbara Capovani e contemporaneamente tutti i professionisti della Salute Mentale aggrediti, abbiamo deciso di aprire i Centri di Salute Mentale sino alla mezzanotte, nel giorno 3 maggio, per una conferenza stampa (prevista per le 21:30) e per ricevere tutti gli interessati in una sorta di open day. Nessun collega deve rimanere solo e tutti i cittadini hanno bisogno di una Salute Mentale di Comunità capace di promuovere la Salute di tutti, tutelando anche quella degli operatori».