LARINO. Una cerimonia semplice, ma sentita. Un omaggio al tricolore, al popolo italiano che con il suo voto fece la scelta ardita di scegliere un governo diverso, un governo democratico dove le libertà furono poste a fondamento del nuovo Stato repubblicano. Dinanzi al monumento ai Caduti, l’amministrazione Puchetti si è ritrovata insieme alle autorità militari e religiose della città per celebrare i 74 anni della Repubblica.
E’ toccato al sindaco Pino Puchetti porgere il saluto di rito ai presenti. Un passaggio con il quale il primo cittadino ha voluto ricordare anche l’impegno trasversale dell’intera amministrazione per il Vietri, per quel diritto alla salute che oggi più che mai deve essere garantito.
Al discorso del sindaco è seguito il passaggio sempre toccante dell’alzabandiera. Le note dell’inno di Mameli, suonato dal maestro Roberto Di Carlo, hanno accompagnato il drappo issato al cielo, un drappo che in questo tempo di pandemia rappresenta l’orgoglio dell’intero popolo italiano.
Al vice sindaco Maria Giovanna Civitella il compito poi di ricordare le tappe fondamentali della nascita della Repubblica, il voto coraggioso di quanti, a suffragio universale, scelsero la nuova forma di governo dopo gli anni della monarchia. Parole cariche di emozioni, quelle del vice sindaco, che ha voluto rimarcare la dignità degli italiani, l’audacia di chi ha voluto riscrivere la storia per dare a tutti quelle libertà che sono ancora oggi fondamento imprescindibile del nostro essere italiani.
Le note del silenzio sono poi volate al cielo per ricordare anche i tanti caduti, perché è solo facendo memoria che si può celebrare ogni anno il 2 giugno.
Alla cerimonia, sicuramente organizzata in tono minore rispetto agli altri anni, ma pur sempre molto sentita, era presente anche don Claudio Cianfaglioni che ha portato il suo messaggio alla comunità larinese ricordando come la carità del cristiano, in quanto cittadino, si estrinseca anche nei servizi per la comunità, nella carità per la propria patria.
Nella piazza, nel rispetto del distanziamento sociale, erano presenti diversi cittadini oltre alle autorità perché quel drappo al cielo è simbolo di unità che nessuna pandemia potrà mai cancellare.