Doppio appuntamento con la commedia scritta dall’indimenticabile don Luigi Marcangione e diretta per l’occasione da Gaetano Ricci. Questa sera alle 20.30 il primo spettacolo. Replica domani alle 18.00.
LARINO. E’ il gran giorno della prima al Teatro Risorgimento della commedia dell’indimenticabile don Luigi Marcangione: Tarallucce e vine. Gli otto attori, o meglio, gli otto interpreti della compagnia tutta larinese ‘Isabella e il Duca’, porteranno in scena, con la regia di Gaetano Ricci, uno dei testi, forse tra i più belli, scritti dall’indimenticabile parroco della basilica cattedrale frentana. E, stando alle stime, il meraviglioso teatro frentano sarà pieno in ogni ordine di posto.
Franco Romano ed Aristide Vitiello saranno i presentatori d’eccezione della commedia. Un testo che, lo ricordiamo, prende le mosse da una storia tipica dei nostri paesi ossia la visita dei genitori dello sposo che si recavano a casa della sposa, per “chiedere la mano” ai suoi genitori. Questo passaggio, in cui le generazioni crescevano e si confrontavano, era, senza alcun dubbio uno dei momenti più importanti della vita di due famiglie. In questa circostanza, oppure in un’altra, secondo le usanze dei vari paesi, si provvedeva anche alla stipula del “contratto” di nozze. Contratto che, in tempi più remoti, aveva come oggetto le persone stesse dei giovani nubendi, in tempi più vicini a noi, invece, riguardava soltanto la dote degli sposi.
Un passaggio decisivo, ma non sempre, come dire, risolutivo tanto che poteva accadere che nel corso dell’incontro tra le famiglie poteva sorgere qualche contrasto, si poteva arrivare anche alle mani e a mandare all’aria lo stesso matrimonio per convergenze, diciamo così, di vedute. Quando, però, le cose filavano lisce, allora tutto finiva con una solenne stretta di mano e i rituali “tarallucce e vine”.
Sul palco del Risorgimento dunque Anna Ricci interpreterà il ruolo di Annine, Angelo Notaro quello di Geuanne, la undicenne Giulia Mancini quello della piccola Lorenza, l’inossidabile Nicola Lozzi quello di Pasquale, la larinese d’adozione Mariagrazia Giannotti quello di Marije, Gaetano Ricci quello del ‘notaio’ Vecenzine mentre l’altra larinese d’adozione Carla Mascio quello di Carmeline e Lorenzo Di Maria il ruolo di Nanucce.
Con la scenografia affidata a Pardino De Notariis, con l’aiuto alla regia e con i suggerimenti di Grazia Di Blasio, il trucco e parrucco dell’hair style Antonio Vitulli, gli otto attori interpreteranno il loro ruolo congeniale, quello di persone di Larino che usano il linguaggio tramandato dai padri, vivono nelle antiche vie di un borgo un tempo molto popolato, vie che, al contrario, oggi spesso restano silenziose, vie che però parlano ancora di storia e di store come quella che il pubblico andrà, numeroso, ad ascoltare.
La prima, dunque, è per questa sera alle 20.30. Lo spettacolo sarà poi replicato domani alle 18.00. In conclusione, è giusto ricordare che l’idea della nascita di un gruppo teatrale venne nel 1995 quando si formò a Larino, con l’idea di fare teatro in piazza, la *Filodrammatica della Basilica Cattedrale” grazie alla passione viva di alcuni ‘attori’ locali e quella del parroco della cattedrale, don Lugi Marcangione.
Anni di successi e poi, come a volte capita, diciamo una lunga pausa ma la volontà di ridare voce alle storie e di rappresentarle non si era mai spenta. Così la compagnia, è stata rifondata nel 2020 col nome di “Isabella e il Duca”, come gruppo di lavoro teatrale dell’Associazione “Gruppo Animatori Centro Storico Larino”. I suoi cavalli di battaglia restano i testi teatrali, le commedie dialettali, scritte da quell’uomo di Dio che oltre alla cura delle anime aveva trovato nella musica prima e poi nelle commedie anche il modo per curare in fondo i suoi parrocchiani: l’amatissimo don Luigi Marcangione, scomparso nel 2007.