LARINO. “Si dona ben poco quando si dà da ciò che si possiede, è quando si dona se stessi che si dona veramente”. Le parole di Khalil Gibran tratte dal suo ‘Profeta’ sono state scelte e dedicate alla memoria di Paolo Carfagnini. Sono state scelte e fissate a futura memoria in quell’atrio della Casa della Salute del Vietri, a due passi da quell’ambulatorio infermieristico dove il dottore Carfagnini ha operato con passione, con professionalità ed amore per il prossimo fino a qualche ora prima che il suo cuore si fermasse, il 15 luglio scorso.
Questa mattina la cerimonia di posa della targa alla presenza dei familiari, della moglie e della figlia, della sorella e del cognato, del vescovo Gianfranco De Luca, del sindaco Puchetti, del direttore del distretto sanitario Giovanni Giorgetta, della collega Elda Della Fazia, del suo collaboratore diretto Peppino Fiscariello, di altri sanitari e dei pazienti ricoverati nella struttura sanitaria frentana. Una cerimonia toccante, iniziata con la celebrazione della messa presieduta dal vescovo insieme a don Antonio Di Lalla e proseguita poi con la scopertura della targa in quell’atrio dove il dottore Carfagnini ha visto e rivisto passare centinaia e centinaia di pazienti che ha assistito, curato sempre mosso da quel suo spirito di altruità che l’hanno reso unico.
Prendendo a riferimento ancora i passi di Gibran cogliamo in essi i riferimenti all’amico Paolo e alla sua esperienza di medico, di chirurgo e responsabile della Casa della Salute di Larino perchè ben descrivono il suo essere. “C’è chi dà poco del molto che possiede e lo dona per ricevere gratitudine, e il loro desiderio nascosto rende il dono corrotto. E vi son quelli che hanno poco e lo danno per intero. Costoro credono alla vita e alla sua munificenza e il loro scrigno non sarà mai vuoto. Vi è chi dona con gioia, e la gioia è la sua ricompensa. E vi è chi dona con pena, e la pena è il suo battesimo. E vi è infine chi dona senza pena, e non cerca gioia né si cura della virtù; È come il mirto, laggiù nella valle, che sparge nell’aria il suo profumo. Dio parla attraverso le mani di costoro e dietro i loro occhi Egli sorride alla terra. È bene dare se ci viene chiesto, ma è meglio dare non richiesti, per averlo capito; Cercare chi ha bisogno è gioia più grande al generoso che lo stesso donare”.
Ebbene, Paolo dava senza voler ricevere gratitudine, non aveva un cuore corrotto. Certo, è pur vero che aveva tanto, ma quel tanto lo dava a tutti per intero. Non donava con pena, e pena non era il suo battesimo, al contrario donava sempre con gioia e, sappiamo di non bestemmiare, se affermiamo che Dio parlava attraverso di lui, lui che aiutava tutti, che aveva per tutti una risposta, l’unica risposta a cui lui stesso non ha saputo dare spiegazione è stata la morte.
Una cerimonia davvero emozionante a riprova di come Paolo Carfagnini, il dottore, l’uomo, l’amico non sarà dimenticato e quella targa consentirà a tutti negli anni di ricordarlo, perché davvero grandi cose per suo tramite sono state fatte a Larino, e non solo.