Nel corso della serata è stato presentato “Nemo”, il giornalino del progetto Sai.
GUGLIONESI. Venerdì 16 dicembre, nella villa comunale di piazza Garibaldi a Guglionesi, presso i locali della Casa del Fanciullo, si è tenuto l’evento, dal titolo «E tu lo Sai?», organizzato dal progetto Sai di Guglionesi, gestito dalla cooperativa sociale Medihospes.
La sala era gremita di ospiti ed operatori dei centri Sai di Termoli, Larino, Poggio Sannita, Santa Croce di Magliano, Montecilfone, Riccia, del Cas di Campolieto oltre che di tanti guglionesani che hanno voluto cogliere l’occasione di partecipare a questo momento di riflessione sul tema dell’accoglienza.
Dopo i saluti del sindaco Mario Bellotti, il convegno ha avuto inizio con l’intervento della dott.ssa Paola Cordisco, psicologa e coordinatrice del centro Sai di Guglionesi, che ha illustrato le principali aree di intervento e le attività svolte dalla rete Sai, acronimo che sta per Sistema Accoglienza e Integrazione, sottolineando come oltre al soddisfacimento dei bisogni primari, quali ad esempio vitto e alloggio, assistenza legale e psico-sociosanitaria, l’obiettivo del Sai è dare alla persona migrante tutti gli strumenti affinché possa raggiungere, al termine del percorso di accoglienza, il maggior livello di autonomia possibile: «Le persone accolte non devono essere meri beneficiari passivi di interventi predisposti in loro favore ma protagonisti attivi del proprio percorso di accoglienza e di inclusione sociale.» La dottoressa Cordisco si è poi soffermata sulla propria esperienza come psicologa all’interno del centro Sai: «è importante ripartire dalle risorse, i punti di forza, le potenzialità e la resilienza di ciascun ospite del progetto, per poter sviluppare una progettualità e una speranza per il futuro.»
La dott.ssa Elisa Sarchione, assistente sociale del progetto Sai di Guglionesi, ha evidenziato come creare reti sociali e territoriali funzionali al sostegno dei percorsi di autonomia sia un efficace strumento per una corretta inclusione: «affinché il Sai si configuri come parte integrante del welfare locale è fondamentale che la prassi operativa si fondi sul dialogo e sulla collaborazione con i servizi, gli enti e il mondo associazionistico del territorio, stipulando protocolli d’intesa e accordi di rete».
Dopo la toccante testimonianza di Nadia, cittadina ucraina inserita nel progetto Sai, e l’intervento di Francesca Berchicci, che ha raccontato la propria esperienza come insegnante di italiano all’interno del Sai, Rocco Pelusi, operatore sociale del progetto Sai, ha presentato il primo numero di Nemo, il giornalino totalmente a cura dell’èquipe e degli ospiti del Sai: «Questa pubblicazione vuole essere uno strumento, oltre che per illustrare le nostre attività, anche per dare voce a qualsiasi ospite abbia voglia di raccontare la propria storia e la propria esperienza, per favorire la conoscenza tra i cittadini guglionesani e le persone migranti che vivono sul territorio e per smontare pregiudizi che purtroppo oggi sono diffusi».
Il convegno si è concluso con i saluti del dott. Camillo Aceto, presidente della cooperativa Medihospes, dopodiché la serata è proseguita all’insegna della convivialità, del cibo e della musica.