SAN GIULIANO DI PUGLIA. Ore 11.32. Venti anni fa la tragedia dei bambini della scuola Jovine. Ed oggi, in quel percorso della memoria in tanti hanno voluto esserci, in forma ufficiale o lontano dalle telecamere, per ricordare, per non lasciare che il tempo offuschi la memoria di quel sacrificio che ha dilaniato la piccola comunità fortorina, che da quel maledetto 31 ottobre 2002 non è più la stessa. Una tragedia che ha sconvolto il mondo e dato vita ad una delle gare di solidarietà più belle della storia recente italiana.
Il tempo si era fermato allora e si è fermato anche oggi in quel luogo di dolore dove le tombe dei bambini sono state invase da fiori, pensieri e preghiere. Un silenzio rotto dai rintocchi della “Campana degli Angeli”, prima di dolore e poi di gioia perché, loro i bambini, riposano nell’immensità del Paradiso. Loro a cui è stato tolto il futuro, da quella dimensione speciale dello spirito continuano a dire al mondo ‘fate in modo che quanto accaduto a noi non si ripeta’.
C’è tanta commozione al cimitero. Molti sono i volti segnati dalle lacrime. In venti anni tante cose sono cambiate ma non a San Giuliano dove il dolore è un presente continuo nei volti delle mamme, dei papà, dei fratelli ormai grandi di quelle vittime innocenti schiacciate sotto il peso della loro scuola.
Dal cimitero ai resti della Jovine passando per il Palazzetto dello Sport dove vennero adagiate le 26 bare bianche e quella della loro maestra Carmela Ciniglio. Un lungo corteo fatto di gente che da vent’anni si stringe attorno alla comunità di San Giuliano di Puglia, come a volerla proteggere e a farla sentire meno sola. Ed attorno il rumore assordante delle sirene dei mezzi di soccorso a ricordare l’intervento di centinaia di donne e di uomini accorsi da ogni dove in questo lembo di terra molisano.
Il messaggio di Luca Ianiri, figlio dell’unica insegnante scomparsa sotto il crollo della scuola, la maestra Carmela Ciniglio, è un messaggio di riflessione, scritto di suo pugno e inviato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“A nome di coloro che portano addosso i segni visibili e invisibili di quel triste evento, che ha pregiudicato tristemente, non solo la comunità di San Giuliano di Puglia e il Molise ma l’intero paese, incapace di superarla per proteggere il futuro della propria nazione – lui scrive al presidente Mattarella a nome delle tante vittime di eventi disastrosi che si sono susseguiti- mi domando se si possa discutere di progresso. A distanza di vent’anni parlare di crolli di soffitti, di aule, di tragedie evitate, come la più recente situazione dell’università di Cagliari, e rifletto se San Giuliano di Puglia e le altre tragedie del nostro paese non bastassero per ribadire un diritto, il diritto alla sicurezza e all’incolumità, il diritto alla vita”.
Si diceva in tanti hanno voluto presenziare la giornata del ventennale del crollo della Jovine. Tanti sindaci di questa area che da allora è detta del cratere. Con loro anche il primo cittadino di Campobasso Roberto Gravina. E poi le massime autorità della nostra regione: il presidente Donato Toma, gli assessori Cavaliere, Cotugno e Pallante, il presidente del consiglio regionale Salvatore Micone, tanti consiglieri regionali di maggioranza e minoranza, il presidente della Provincia Francesco Roberti, l’europarlamentare Aldo Patriciello, gli onorevoli Lorenzo Cesa ed Elisabetta Lancellotta, tutte le forze dell’ordine presenti in Molise, il responsabile della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio, i Vigili del fuoco, le tante associazioni di volontariato dall’Anpas alla Misericordia che da quel maledetto 31 ottobre 2002 sono ‘rimaste’ vicino alla gente di San Giuliano di Puglia.
Tutti, presenti, per ricordare i ventisette bambini e la loro maestra.
Fabrizio Curcio che oggi ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Civitacampomarano ha dichiarato che “Dopo vent’anni è stato fatto qualche passo avanti ma c’è tanto da fare. Dobbiamo impegnarci tutti per evitare queste tragedie. La sicurezza delle scuole deve davvero fare dei passi in avanti importanti. La sicurezza non può attendere. Noi siamo un pezzo del paese e un pezzo della politica. Sono immagini drammatiche per tutti, non si comprende come nel 2022 questo possa accadere. Dobbiamo investire tanto”.
Si deve investire ancora tanto per le scuole italiane affinché davvero quel monito, quel ‘mai più’ sia reale.
A corredo le nostre immagini che raccontano questa giornata che proseguirà nel pomeriggio e poi questa sera con la fiaccolata.