LARINO. Avrebbe compiuto 88 anni il prossimo 22 novembre, ma il buon Dio, ieri sera, nell’infermiera provinciale di San Giovanni Rotondo, dove da anni viveva, l’ha richiamato a sé per fargli gustare la gloria del Paradiso. La notizia della morte di padre Aldo Parente, il frate cappuccino che per una lunga stagione della vita ha legato la sua attività al convento di Larino, si è diffusa in mattinata nel centro frentano.
Il frate nativo di Montefusco, in provincia di Avellino, al secolo Carmine Antonio Francesco aveva vestito l’abito religioso il 18 luglio del 1950 a soli sedici anni. L’anno successivo aveva professato i voti temporanei, poi nel 1956 quelli perpetui legandosi per sempre alla figura di Francesco d’Assisi ed avviando nelle terre dove è stato chiamato a testimoniare con quella gioia inconfondibile del suo carattere, le bellezze del creato.
Divenuto anche sacerdote nel 1958, i superiori lo inviano a San Severo, era il 1960. Due anni nel centro dauno prima dell’arrivo in Molise, e precisamente al convento di Agnone dove resta per quasi 18 anni divenendo un grande animatore della vita sociale del posto. Nel 1979 i superiori lo inviano a Larino. Giunto nella città frentana, Fra Aldo, o meglio, Padre Aldo diventa da subito punto di riferimento per tanti larinesi, non soltanto quelli che solitamente gravitavano al convento.
Chi scrive, ha avuto l’onore di conoscerlo in un tempo della sua vita dove figure come quella del sacerdote cappuccino erano realmente prese a modello per vivere degnamente la quotidianità. Padre Aldo è stato una forza della natura, una forza di Dio calata tra gli uomini per predicare la salvezza senza però dimenticare la realtà delle piccole cose che rendono migliore la vita stessa. Ero piccolo, ma negli anni della sua permanenza a Larino, dove ha rivestito più incarichi, sono cresciuto con le sue parole, con i suoi scherzi, con quei suoi capelli e quella barba, ma soprattutto con la semplicità del suo cuore e la profondità della sua fede. Insieme ai miei genitori, e tanti altri larinesi, per anni, ho viaggiato insieme a Padre Aldo: in Sicilia, in Piemonte, in Francia e fino alla Spagna e al Portogallo. Viaggi alla scoperta dei luoghi della fede ma anche periodi di vacanza dove i valori della condivisione e dell’amicizia venivano esaltati ed hanno dato vita a rapporti che il tempo non ha cancellato.
Proprio l’altro ieri lo avevo nominato insieme a mio fratello e a Padre Luigi. Insieme abbiamo ricordato le tante gite fatte insieme e le celebrazioni della messa anche nei posti più assurdi come a 3000 metri sul Monte Bianco su una roccia che sembrava essere stata messa lì apposta ma anche il privilegio, mio e di mio fratello, di portare la sua borsa degli attrezzi ed averlo affiancato non so quante volte sull’altare. I tanti quiz svolti sul pullman, le canzoni dei Gen Rosso, la sua semplicità ma anche determinazione. Da qualche parte della mia cantina conservo e conserverò per sempre i diari di viaggio che lui, Padre Aldo mi faceva leggere giorno dopo giorno. Tracce di memoria di un frate con cui sono cresciuto, siamo cresciuti, io e mio fratello.
Tanti sono i larinesi che sono rimasti legati a Padre Aldo anche quando dal 1991 si trasferì altrove, a Montefusco, poi a Tora, fino a Pietrelcina ed in ultimo a San Giovanni Rotondo. Nel luogo della sofferenza, la sua vocazione è rimasta baluardo di speranza per tanti che hanno potuto trovare in lui un aiuto per l’anima.
Ieri sera, Dio l’ha accolto tra le sue braccia. I funerali saranno celebrati domani, venerdì 28 Ottobre, alle ore 11 nel santuario di Santa Maria delle Grazie in San Giovanni Rotondo. A Dio padre Aldo, conserverò, e sono certo lo faranno tanti altri larinesi, ricordi del cuore che ci hanno legati fin da quella mia infanzia al convento, quando anche tu mi incoraggiasti a servire messa. Nella pace dei giusti, un giusto.
Nicola De Francesco