Riceviamo e pubblichiamo la nota di approfondimento a cura di Giuseppe Mammarella, responsabile dell’Archivio storico diocesano e della Biblioteca
“Sono ben tre le chiese dedicate ai Santi Martiri Larinesi nella città frentana. A quella, di nuova costruzione, sorta su una pietra del Santo Sepolcro che il Vescovo mons. Costanzo Micci riportò, nel 1963, appositamente da Gerusalemme, consacrata nel 1982 ed elevata al grado di Santuario dall’attuale Presule mons. Gianfranco De Luca, va aggiunta l’altra della “Visitazione” (titolo che si identifica con il più noto di “Beata Maria Vergine delle Grazie”).
Per quest’ultima, realizzata nei primi anni Trenta dell’Ottocento e dichiarata parrocchia nel 1937, ci sono diversi documenti che lo attestano tra cui l’epigrafe, un tempo posta a destra dell’ingresso, la cui parte iniziale recitava testualmente (libera traduzione dal latino): “Vincenzo La Rocca, Vescovo di Larino […] con rito solenne consacrò questa chiesa […] in onore della Visitazione e dei Santi Martiri Primiano, Firmiano e Casto […]” (Archivio Storico Diocesano).
Inoltre, la basilica cattedrale, dove negli anni Trenta del Settecento, sul soffitto della navata centrale furono dipinti “tre gran quadri: uno, che rappresenta(va) l’Assunzione della Beata Vergine, antica titolare della Chiesa; l’altro S. Pardo […]; il terzo S. Primiano […], S. Firmiano e S. Casto […]” (G. A. Tria, “Memorie…”, Roma 1744, p. 201), secondo le informazioni che ci offrono documenti d’archivio, è dedicata, oltre all’Assunta ed a San Pardo, anche ai Santi Martiri Larinesi.
A questo punto va ricordato che al primo dei tre Martiri, San Primiano, è intitolata anche la chiesetta sorta nei primi anni del Settecento accanto ai resti di un tempio paleocristiano e proprio su quelli del prestigioso monastero benedettino omonimo; questo piccolo sacro edificio, dalla prima metà dell’Ottocento è chiuso dal cimitero che, fin dalle origini, insieme alla vasta area circostante, porta ancora oggi il nome di “San Primiano”.
La memoria del culto e della venerazione dei Santi Martiri Larinesi è da sempre molto viva. La celebrazione della loro festa nella diocesi di Larino assunse una maggiore incisività a seguito del particolare riconoscimento ufficiale di Papa Benedetto XIV giunto il 20 settembre 1741. Quel “Proprio” (insieme di testi liturgici inseriti in un Calendario particolare scelto per ogni singola Chiesa locale), contiene orazioni e lezioni di alcuni Santi della circoscrizione ecclesiastica frentana, comprese quelle legate ai Ss. Martiri Larinesi, con l’indicazione del grado con cui celebrare le loro festività “e cioè di S. Primiano con Rito doppio maggiore, come di Padrone meno principale li 15 Maggio […] e di S. Firmiano e S. Casto, il giorno appresso (16 maggio) con rito semidoppio” (Archivio Storico della S. Congregazione per le Cause dei Santi – Decret. S. C. dei Riti, “Officia Sanctorum…”, vol. 1739-1741, fol. 376 -).
Prima del 1741, come si rileva da un “Officia Propria Sanctorum Beneventanae Provinciae” e pertanto anche “ad usum Huius Sanctae Larinensis Ecclesiae”, dato alle stampe a Napoli nel 1733, la festa (il “dies natalis”) di San Primiano ricorreva, come oggi e da tempo immemorabile, il 15 maggio, mentre quella di San Firmiano e di San Casto il 22 maggio (op. cit., pp. 55, 63-64).
Al “Proprio” del 1741 ne seguirono altri tra cui quelli di mons. Carlo De Ambrosio che fu Vescovo di Larino dal 1775 al 1796 (non è citato il luogo e l’anno di stampa), di mons. Vincenzo La Rocca (Benevento 1834), di mons. Francesco Giampaolo (Campobasso 1872) e di mons. Costanzo Micci (Larino 1961).
La presenza cristiana nell’attuale territorio della diocesi di Termoli-Larino, in particolare, è documentata all’inizio dei IV secolo dal sacrificio dei Santi Martiri Larinesi.
A Larino, città tra le più antiche e ricche di storia ed al centro di una rete viaria di primaria importanza, è attestata l’organizzazione di una comunità di cristiani, proprio nel periodo indicato, grazie alla memoria dei suoi Martiri, trucidati sotto Diocleziano tra il 303 ed il 304.
Di loro, purtroppo, come per tutti gli altri anche più conosciuti eroi della fede, sappiamo poco, ma ciò non deve destare meraviglia perché, come è noto, salvo qualche rara eccezione, non si hanno fonti storiche scritte, contemporanee o immediatamente successive, sulla vita e le opere di coloro i quali testimoniarono, agli albori del cristianesimo, la propria fede con il sacrificio della vita.
Il loro culto era ben saldo già nel corso del primo millennio. Per i primi secoli, oltre alla ininterrotta tradizione orale, esiste una preziosa documentazione archeologica e cioè il tempio paleocristiano del IV o V secolo a loro dedicato. Merita menzione anche la lapide, posta sulla cavità dei loculi, risalente all’VIII o IX secolo e presente quando, a metà IX secolo, i corpi dei primi due Martiri (Primiano e Firmiano) furono traslati a Lesina città di cui divennero subito Patroni principali. Per il secondo millennio, invece, sono numerose le altre prove che ne attestano la venerazione.
Dal 1598, i resti mortali dei Ss. Martiri Larinesi Primiano e Firmiano sono custoditi nella Basilica dell’Annunziata di Napoli; quelli di San Casto, rimasti sempre a Larino, dovrebbero trovarsi ancora nella locale chiesa dedicata alla “Visitazione” ed ai “Santi Martiri Larinesi” di Piazza dei Frentani (cfr., tra gli altri, V. La Rocca, “Officia Propria Sanctorum Patronorum Ecclesiae Larinensis…”, Benevento 1834).