LARINO. ‘I fiori di maggio diventano i frutti fecondi dell’autunno’. Parafrasando le parole pronunciate da don Claudio Cianfaglioni al termine della solenne processione in onore di San Pardo, nel giorno in cui la chiesa celebra il suo dies natalis, raccontiamo le emozioni che il popolo di Larino infondo vive per 360 giorni l’anno in onore del suo santo patrono.
Sì, perché il percorso della devozione autentica dei larinesi per il loro patrono non conosce soste: dalla primavera all’autunno, di generazione in generazione tanto che proprio negli ultimi giorni una famiglia è tornata a chiamare il proprio figlio proprio con il nome del santo vescovo.
Una cattedrale gremita in ogni ordine di posto. Monsignor De Luca a presiedere la Santa Messa con i sacerdoti della città ma anche con il ‘larinese’ d’adozione don Costantino Di Pietrantonio, i bambini nei primi banchi, dietro l’amministrazione e la gente che ha cantato, pregato o semplicemente è rimasta in silenzio a rivolgere preghiere al santo.
E poi la processione per le vie del borgo. Quelle vie segnate dalla storia, dove la fede ha tracciato, da sempre, un percorso devozionale fatto di tappe cadenzate di preghiere, suppliche e variopinti fuochi pirotecnici che hanno illuminato la serata larinese, la serata della festa.
Tante le immagini ed i video che stanno popolando i social in queste ore. Immagini che anche attraverso le nostre colonne vogliamo trasmettere per i tanti che da ogni dove hanno san Pardo nel cuore e tornano con la mente al loro particolare aneddoto legato ai festeggiamenti autunnali quando ‘i fiori diventano frutti fecondi’.
Anche quest’anno, l’associazione dei Trebbiatori ha offerto lo spettacolo pirotecnico andato in scena questa sera come segno di devozione al santo. Devozione autentica di tutta la gente di Larino che ora guarda alla semina in attesa dei nuovi fiori di maggio.
W San Pardo