LARINO. Pubblichiamo l’intervento del responsabile dell’Archivio storico diocesano Giuseppe Mammarella che riporta al presente un’altra calamità che colpì agli inizi del diciannovesimo secolo anche il centro frentano e il circondario.
“Un rapido cenno ad un’altra calamità, verificatasi in passato, che interessò anche la zona di Larino. Nonostante la totale mancanza di luoghi di cura, essa fu coraggiosamente combattuta e vinta.
Tra il 1836 e l’anno successivo il colera causò il decesso di 300 persone nella sola città frentana. In altri centri limitrofi si contarono vittime “quasi a centinaia in un sol giorno” (G. e A. Magliano, “Larino…”, Campobasso 1895, p. 283).
In quell’occasione, tutte le nostre comunità decisero di affidarsi all’Onnipotente attraverso l’intercessione di San Rocco, universalmente noto come Patrono di qualsiasi tipo di malattie contagiose.
A Ripabottoni, dove si registrarono decessi di “160 persone in tre giorni” (op. cit.), si intensificò il culto per il Santo, ancora oggi Patrono principale di quel centro. A Larino, come segno di riconoscenza per la “grazia ricevuta”, l’intera cittadinanza chiese ed ottenne, senza ostacoli di alcun genere, l’erezione in cattedrale di un altare dedicato a San Rocco. A spese del Comune fu subito appositamente realizzata una mensa marmorea (“Altare del Municipio”), recante scolpito lo stemma civico, posta al centro della navata destra, sulla cui sommità fu creata una nicchia che ospitò, fino ai radicali restauri eseguiti nella prima metà degli anni Cinquanta del Novecento, l’artistico simulacro (opera di Paolo Saverio Di Zinno) oggi presente nella vicina chiesa di San Francesco.
“Non meno coraggiosamente fu combattuto il fatale morbo nel 1854 nel 1866-67, nel 1871-72 e principalmente due anni or sono (1893), quando scoppiato con improvvisa e spaventosa intensità, fu per l’energia e coraggio di tutti soffocato in pochi giorni” (op. cit., p. 283)”.
Nella foto (dello studio Pilone), la processione di San Rocco a Larino del 16 agosto 1948.