GUGLIONESI. Juwairia e Zia Ahmad due ospiti del progetto Sai, entrambi medici, inseriti nell’organizzazione di protezione civile dell’associazione Sant’Antonio.
Mercoledì 12 gennaio è stato firmato il protocollo d’intesa fra due importanti enti del terzo settore attivi sul nostro territorio: la cooperativa sociale Medihospes, che gestisce servizi di accoglienza e assistenza praticamente sull’intero territorio nazionale, ente gestore del progetto Sai di Guglionesi, e la Organizzazione di volontariato Sant’Antonio, da anni al fianco della popolazione bassomolisana con attività di Protezione Civile.
L’accordo siglato è entrato immediatamente nel vivo con l’inserimento nella OdV Sant’Antonio di due giovani ospiti di nazionalità afgana del progetto Sai Medihospes, Juwairia e Zia Ahmad, che sono stati subito impiegati nelle giornate di screening anti covid del 14 e 17 gennaio nella villa comunale di largo Garibaldi, nel corso delle quali hanno effettuato, con competenza e gentilezza, tamponi rapidi ai residenti: entrambi i ragazzi, infatti, nel loro paese hanno conseguito studi come medico chirurgo e tecnico anestesista.
«Da quando, circa due mesi fa, i ragazzi sono arrivati a Guglionesi, l’équipe del progetto Sai si è attivata in vari modi per consentirgli di mettere a frutto le loro competenze in campo medico e credo che l’impegno nella Protezione Civile, oltre a rispondere a questo obiettivo, sia per loro anche un’ottima occasione di integrazione e socializzazione», ha commentato Lino Ciliberto, referente del progetto Sai di Guglionesi.
Gianni Ciccarone, presidente della OdV Sant’Antonio, ha dichiarato: «Quando Lino Ciliberto mi ha detto che il locale progetto Sai ospita due ragazzi che hanno studiato medicina ho subito pensato che sarebbero stati un valore aggiunto nella nostra squadra e che il loro contributo sarebbe stato prezioso, e così è stato: Juwairia e Zia Ahmad si sono conquistati l’affetto e la simpatia di tutti con la loro educazione e la loro professionalità, e siamo felici di averli con noi. Ovviamente vorremmo che la loro esperienza con noi continuasse: la OdV Sant’Antonio ha in progetto molte attività, ad esempio un corso Antincendio boschivo e un corso Antincendio alto rischio nel quale vorremmo coinvolgerli. A questo proposito, anche grazie al contributo della Regione Molise, ci siamo dotati di un mezzo antincendio. Mi auguro che la sinergia tra Odv Sant’Antonio e Medihospes continui anche con altri ospiti del progetto Sai.»
Juwairia e Zia Ahmad hanno subito accolto con entusiasmo la possibilità di svolgere questa attività di volontariato, e hanno commentato così la loro esperienza:
«Come medico ero estremamente entusiasta di raggiungere le persone in difficoltà attraverso questa attività di screening. È sempre stato il mio desiderio dare una mano alle persone nella mia area di competenza, soprattutto durante questi tempi difficili e la pandemia. Essendo stato accolto in Italia, mi sono reso conto che apparteniamo e siamo accuditi da una famiglia più grande, l’Italia, e in una famiglia amore e cura sono ricambiati, ed ho avuto l’onore di ricambiare il mio amore e la mia cura per la mia nuova famiglia a Guglionesi.
Complimenti per lo splendido lavoro di squadra, abbiamo potuto testare molti residenti di Guglionesi in breve tempo. Servire questa comunità attraverso questo programma di volontariato comunitario non solo mi motiva a fare di più in futuro, ma mi fa sentire integrata nella nuova famiglia a cui appartengo», ha dichiarato Juwairia.
Zia Ahmad ha aggiunto: «Il giuramento di Ippocrate è sacro per un medico come me: la soddisfazione e la felicità nella nostra professione si sperimentano sempre aiutando gli altri ed essendo utili alla società.
Non avendo potuto svolgere la mia professione dal mio arrivo in Italia, ho provato questa sensazione di soddisfazione lavorando come volontario con la Protezione civile per la popolazione Guglionesi.
L’Italia mi ha accolto a braccia aperte come una madre accoglie i suoi figli. Il volontariato presso la Protezione Civile con medici e operatori sanitari mi ha dato l’opportunità di esprimere il mio affetto verso la comunità in cui vivo, e come medico mi ha anche dato l’opportunità di mettere in pratica il mio giuramento. Complimenti allo staff della cooperativa Medihospes che mi ha seguito passo passo, sin dal mio arrivo in Italia.»
Parole toccanti di affetto e gratitudine che lasciano ben poco spazio per ulteriori commenti, e che sono uno spiraglio di bellezza in certa narrazione dell’immigrazione a volte viziata da cattiva informazione. L’esempio di Juwairia e Zia Ahmad dimostra che i migranti sono portatori di un bagaglio di risorse, potenzialità e competenze che la comunità ricevente deve essere in grado di riconoscere e valorizzare.