LARINO. Prima processione in tempo di pandemia: segnale di speranza con uno spirito rinnovato
Nella giornata di ieri, domenica 17 Ottobre, si è rinnovata la festa liturgica di San Pardo, protettore di Larino e della Diocesi, conosciuta anche come “San Pardo di Vendemmia”.
Una festa per tutta la comunità larinese vicina e lontana immortalata dalle foto di centinaia di obiettivi che l’hanno così traghettata in ogni dove. Una festa di suoni, immagini e parole per quel san Pardo protettore personale di ogni larinese che a lui si affida in ogni tempo e per lui, in ogni tempo, prega, spera ed ama.
La messa nella Concattedrale frentana è stata presieduta da don Claudio Cianfaglioni alla presenza delle autorità civili e militari. Da sottolineare la presenza dell’Arma dei carabinieri, con il comandante della compagnia di Larino, il capitano Christian Cosma Damiano Petruzzella, i suoi uomini compresi i due in alta uniforme che hanno ‘scortato’ la statua del santo sia in chiesa sia nel corso della processione per le vie del borgo medievale.
È seguita la processione con la statua del Santo Patrono per le strade del Centro Storico, nel rispetto delle vigenti normative anti-covid: itinerario ridotto per evitare gli assembramenti nelle strade più strette, uso della mascherina e sistemazione dei fedeli in doppia “fila indiana”, nel rispetto del distanziamento sociale. Un momento significativo per l’intera comunità che, in questo tempo “dopo” e dentro la pandemia per la prima volta ha potuto prendere parte a una processione così cara ai fedeli.
“Gesù – ha osservato don Claudio nel corso dell’omelia riferendosi a un passo del Vangelo di Marco (Mc 10,35-45) – ancora oggi continua con pazienza a ripeterci: “Che cosa volete che io faccia per voi?”. Egli non annulla i nostri desideri, ma li educa. Non frena la nostra corsa al podio, ma la reindirizza. Non spegne la nostra sete di primato, ma ci indica il primato vero, l’unico che conta: il primato dell’amore. San Pardo ha raggiunto quel “podio”: oggi a lui facciamo festa. Ma su quel podio, che ce lo mostra patrono e modello da imitare, Pardo non ci si è messo da solo. Come cantiamo nell’inno a lui dedicato, è stato “l’alto Signore che a Pardo protettore” ha dato un serto di gloria “che nel cader dei secoli immoto resterà”.
Dalle note biografiche di San Pardo sappiamo che egli rinuncia all’episcopato e abbraccia la vita eremitica per meglio dedicarsi al servizio di Dio e dei fratelli: lascia una carica che può apparentemente sembrare di potere e di prestigio per mettersi all’ultimo posto e continuare a servire il regno di Dio nel nascondimento. E questo rimane per sempre: l’amore che, senza clamore, si fa servizio, a immagine del “Figlio dell’uomo che non è venuto per farsi servire, ma per servire”.
Che San Pardo – ha concluso don Claudio – interceda presso il Padre per farci un solo dono: quello di saper puntare al primato dell’amore, l’unico che può realizzarci come donne e uomini cristiani, l’unico “che nel cader dei secoli immoto resterà”.
Al termine della processione don Claudio ha impartito la benedizione alla città con la sacra reliquia di San Pardo ringraziando tutti coloro che hanno partecipato a questo momento di preghiera, con fede e responsabilità, dimostrando ancora una volta l’amore appassionato per San Pardo! “Credo che, tutti insieme – ha aggiunto il sacerdote – dobbiamo rivolgere il nostro ringraziamento a Dio Padre, non solo perché ci ha donato di vivere questa festa, ma soprattutto perché ci ha donato in San Pardo un protettore potente che – come cantiamo – “nel cader dei secoli, immoto resterà”!
Proprio a questo pensavo a questi giorni: è vero, per due lunghi anni la statua del nostro patrono non usciva per le strade della nostra Città. Ma lui non ha mai smesso di continuare a camminare al nostro fianco. Né i Larinesi – ne sono testimone – hanno smesso di amarlo! Continuiamo allora a farci compagni di strada di San Pardo, a farci compagni dei santi. Per poter anche noi vivere come loro, da donne e uomini cristiani realizzati! Che il Signore ce lo conceda! Buon San Pardo d’ vellegn’ a tutti”.
La processione si è conclusa con i meravigliosi fuochi pirotecnici che hanno trasformato il cielo frentano in una policromia di colori segno esteriore ma tangibile della profonda devozione verso il santo patrono.
Questo, al mattino anche ieri sera poi dopo la celebrazione della messa affidata a don Michele Valentini, le note ancora dell’inno a San Pardo la giornata di festa si è conclusa con un nuovo spettacolo pirotecnico e la speranza forte, questa volta, di poter tornare a maggio finalmente a riveder…la processione ed i carri, e le mucche!
(La bellissima foto di copertina è di Guerino Trivisonno che ringraziamo per la sua arte)