LARINO. L’Officiale della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, il Monsignor Antonio Lazzaro ha presieduto questa sera, nella basilica cattedrale frentana, la liturgia eucaristica terminata con l’atto di affidamento della città di Larino a Santa Maria della Pietà. Un antico rito che riporta ogni anno al presente la devozione autentica del popolo larinese per la Madre del Cristo, per quella donna a cui una spada ha trafitto l’anima, ma che nel dolore, nello strazio della perdita di un figlio ne trova un nuovo al suo fianco che la prende con se. Un figlio morente che le affida il discepolo che lui amava per continuare nel mondo la missione salvifica che non si ferma alla morte ma guarda alla Resurrezione.
Grandi emozioni nella basilica larinese, fin dall’inizio della liturgia quando il parroco don Claudio Cianfaglioni ha presentato ai presenti l’illustre officiante. Non uno sconosciuto per le persone più anziane, certamente un volto noto per i più giovani. Monsignor Lazzaro, ormai da quasi 40 anni sacerdote, lui termolese verace che non dimentica le sue origini, da oltre 30 anni vive il suo ministero a Roma, in Vaticano dove da illustre biblista e professore ha ricoperto importanti ‘uffici’ di Santa Romana Chiesa, non ultimo quello di essere stato scelto come uno dei chierici della Camera Apostolica riunitasi il 1 Marzo del 2013 a seguito della rinuncia al soglio pontificio di Papa Benedetto XVI.
Un monsignore dal volto umano e dall’animo gentile che ben conosce Larino e la sua storia di fede e di tradizioni. Un sacerdote che, dopo aver raccolto l’invito di don Claudio, si è lasciato abbracciare dal popolo larinese, in gran numero presente in basilica insieme ai tanti bambini che, nelle scorse settimane, hanno ricevuto il sacramento della Comunione, al coro, guidato dai maestri Marco Malorni e Mena Giorgetti, e da un servizio liturgico davvero impeccabile che l’ha piacevolmente impressionato.
Il tutto senza dimenticare l’importanza della celebrazione in onore della Madonna della Pietà. Davvero emozionante l’omelia del monsignore. Da quello Stabat Mater, da quella traduzione italiana popolare che recita “Santa Madre che voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore”, dal racconto di una donna, di una mamma, la mamma del Cristo che sale al calvario e vive un martirio spirituale che “si sente chiamare donna e vede un figlio sulla Croce che le dice ‘donna ecco tuo figlio’, un discepolo che prende il posto del Maestro. Maria da suo Figlio si vede consegnare un suo discepolo che La prese con se. Tra le cose più care.
Lì, Maria diventa davvero la madre di tutti i Cristiani. Eppure sapeva che una spada le avrebbe trafitto l’anima e pur conoscendo la via della Resurrezione, vive tutto lo strazio di una mamma che vede morire il figlio in quel modo. Il Signore più volte è stato duro con la madre. Eppure delle poche cose che ci sono state tramandate quando Gesù inizia la vita pubblica, al matrimonio a Cana di Galilea, nonostante tutto è lei Maria a dire ‘fate tutto quello che Lui vi dirà’.
Lei ci dice: ‘ascoltate la parola di Dio e cercate di fare di tutta la vostra vita un dono di Dio. La Madonna ci insegna ad ascoltar quello che dice Gesù. Chi vuole essere cristiano deve compiere il dovere del proprio stato, ognuno di noi deve compiere il suo dovere, in famiglia, sul lavoro, con gli amici. Bisogna sempre essere coerenti con la nostra fede. La devozione è si fatta di preghiere, rosari ma soprattutto è fatta come imitazione della vita di Maria. Dobbiamo percorrere la sua stesa strada in spirito di adesione alle divina volontà”.
E poi rivolgendosi ai ragazzi che hanno fatto la prima Comunione. monsignor Lazzaro ha ribadito l’importanza della lettura quotidiana anche solo di un versetto del Vangelo perché ‘chi legge un versetto vive tutto il Vangelo’.
La Madonna ci insegni ad accettare ogni tribolazione nell’attesa della Resurrezione perché non esiste la morte ma esiste il banchetto eterno delle nozze del Signore”.
La liturgia, dopo la consacrazione e i riti di comunione e proseguita, come si diceva con l’atto di affidamento della città di Larino a Santa Maria della Pietà mentre l’assemblea ed i ragazzi della comunione, nel buoi della cattedrale, con le candele accese intonava il canto dedicato alla Vergine.
A conclusione della Messa, foto di gruppo in sacrestia con i ministranti e i bambini della prima Comunione. Un’emozione autentica per monsignor Lazzaro, per il parroco don Claudio e per tutti coloro che hanno preso parte alla liturgia in una basilica che – come ha ricordato andando via l’illustre monsignore – è così da secoli e da secoli in essa si celebrano le liturgie che tramandano al presente la fede del popolo di Larino”.
Nicola De Francesco