LARINO. Mi rivolgo al sindaco di Larino, io amo questa città, io amo San Pardo. Il mio è un amore atavico come quello per San Adamo di Guglionesi. Amo questa città di un amore profondo, i carri adornati di fiori e le luci sono talmente inebrianti che la percorro velocemente per ascoltarli e una gioia mi prende e mi esalta. I buoi che si inginocchiano davanti a San Pardo, il suono assordante dei campanacci, i canti della carrese, tutto questo è qualcosa di magico, di alta spiritualità. Di questa processione ne fa una descrizione anche Alexander Dumas padre.
Amo Larino, la Cattedrale, la chiesa di San Francesco, dei veri gioielli ma amo ancor di più i larinesi. Mi è caro ricordare l’avvocato Nicola Puchetti, il compianto preside Pardo Spina, la mia amica Paola de Gennaro, l’ingegnere Ermanno La Riccia, Antonio Picariello e la sua abilità, la sua disponibilità. Mi è caro ricordare un amico fraterno il dottor Augusto Vincelli che ha speso la sua vita per amore degli altri.
Come non amarvi larinesi tutti. Adesso sono una larinese come voi e ne sono onorata. Onorata di appartenere a voi per tutta la mia vita ed oltre”.
Mai una dichiarazione d’amore così bella, passionale ed appassionante per la città di Larino si era sentita, a memoria d’uomo, nella sala della massima assise comunale piena in ogni ordine di posto. Musica di parole, percorsi di emozioni che hanno letteralmente invaso le coscienze di quanti ieri sera erano presenti a Palazzo Ducale per assistere al consiglio comunale ad hoc, indetto per conferire alla professoressa Adele Terzano la cittadinanza onoraria di Larino.
Siamo partiti dalle parole che la professoressa di francese, la scrittrice, la poetessa, l’amica, l’amante delle tradizioni in vernacolo della sua Guglionesi come di Larino, ha voluto vergare a mano su una pergamena, prima di consegnarle al suo ‘sindaco’, ormai da neo cittadina larinese per raccontarvi le emozioni vissute in quella sala consiliare dove realmente ieri sera si è respirata un’aria di ‘Bellezza’.
Sì, perché di ‘Bellezza’ si può parlare di fronte ad una donna, ad un’insegnante, ad una mamma che infondo, se poi quello che stiamo dicendo fosse sempre così naturale, ha insegnato quello che lei era, è. Dando l’esempio, sempre alla ricerca del bello con la caparbietà di entusiasmare con il suo fare, di convincere con il suo sorriso, in una parola di emozionare quanti l’hanno conosciuta, la conoscono, la amano, quanti grazie a lei hanno percorso strade di bellezza prima sconosciute.
Formalmente l’assise civica si è aperta con l’appello dei presenti, poi il presidente Iolanda Giusti ha dato la parola alla consigliera Graziella Vizzarri che ha letto il seguente intervento: “Ho avuto il piacere di conoscere la professoressa Adele Terzano tanto tempo fa, tra i suoi alunni in qualità di docente attenta alla valorizzazione dello studente in tutte le sfaccettature. Una meravigliosa conoscenza la nostra, che si è subito intrisa di stima ed affetto reciproco. Nel tempo è cresciuta nei rapporti e nel desiderio di “fare” grazie alla sua creatività e determinazione nel valorizzare i territori e le persone. Il suo instancabile lavoro dedicato al mettere in rete i saperi promuovendo la conoscenza, ha fatto di lei una risorsa portentosa per tutto il nostro territorio.
Le testimonianze che allego rendono merito alla persona della professoressa Adele Terzano seppur con la consapevolezza che lei è molto di più. Ad Adele Terzano vanno molti meriti, ma soprattutto le va riconosciuto l’attenzione che ha sempre rivolto alla nostra cittadina frentana, all’innamoramento della nostra cultura di comunità, alle nostre tradizioni come la Carrese di San Pardo di cui si è fatta portavoce in Campidoglio, la nostra festa del Patrono, i nostri giovani di cui ha curato non solo l’aspetto didattico, ma quello pedagogico con la P maiuscola; la pedagogia che mette in relazione talento ed opportunità passando per la libertà di espressione.
La passione che ho visto vivere con fervente determinazione nel promuovere iniziative per il compianto Ermanno La Riccia, cittadino illustre della nostra Larino vissuto in Canada, ben ha descritto l’attaccamento ed il rispetto che la professoressa Terzano ha per il nostro territorio. E molto ha fatto, durante l’Amministrazione Notarangelo, perché si inaugurasse la Sala di lettura intitolata ad Ermanno La Riccia, proponendosi parte attiva dell’organizzazione e del bellissimo evento finale alla presenza dei figli del compianto cittadino, insieme alla sottoscritta e al Consigliere Franco Rainone.
La professoressa Terzano aveva già dato il suo contributo, quando Ermanno era in vita, con una eccelsa presentazione di alcuni suoi libri, come“ Infinito amore” insieme al già Sindaco Pardo Spina e il Professor Antonio Picariello. Il suo impegno l’hanno portata ed essere protagonista indiscussa di tanti eventi a Palazzo Ducale, e non solo, soprattutto ove l’abbiamo vista recitare in dialetto guglionesano, riportandoci aneddoti, storie di comunità affini, mettendo in relazione e nel contempo promuovendo i dialetti, riconoscendone il valore identitario del territorio stesso. Eventi proposti dalla F.I.D.A.P.A. sezione di Larino, Lions Club di Larino e associazione Afra. Il suo impegno non si è mai limitato al mero essere protagonista, ma ha molto favorito interscambi culturali, lavorando in trincea con forte spirito di traino, che hanno portato Larino alla realizzazione di eventi di eccelsa espressione come i concerti dell’Orchestra” La nuova Tartini” e l’ultimo evento tenutosi lo scorso 30 luglio, in memoria dell’Agente Giulio Rivera, con la presentazione del libro “Ciao Giù” da lei curato. La professoressa Adele Terzano è nella sua indole una forza della natura, un traino che ha sempre rimarcato e dimostrato fattivamente amore per la nostra città, con impegno e tenacia battendosi come una vera cittadina larinese, con la stessa forza di un figlio che ama la sua terra natia. Questo l’immenso valore, che rende la professoressa Adele Terzano meritevole della cittadinanza onoraria da parte del Comune della città di Larino”.
Parole che hanno suscitato il primo fragoroso applauso spontaneo della sala consiliare mentre la professoressa al centro della sala, accanto a due delle tre figlie, assisteva all’evolversi degli eventi.
Il presidente Giusti ha poi letto l’intervento inviato dall’ex dirigente scolastico Gildo Gasdia che scrive:
“La professoressa Terzano ha evidenziato da subito la sua alta competenza professionale unita ad una personalità particolarmente versata ai contatti umani: suscitava immediata simpatia fin dal primo incontro, con la sua voce calda e il suo eloquio fluido accogliente e, a suggello, il sorriso sempre presente sul suo volto. L’interlocutore (che appartenesse alla Scuola o no) veniva così coinvolto in una atmosfera rassicurante che lo metteva a suo agio e lo induceva ad aprirsi a sua volta. E al momento opportuno… ad accondiscendere!!!
Riferisco questi particolari perché proprio detto fluido comunicativo alimentava ogni volta una sempre più profonda simpatia. Ed è stato questo ad esempio il collante che, unito certo alla sua credibilità professionale, induceva i colleghi a prestare collaborazione quando veniva loro richiesta.
La prof. Terzano non era certo il tipo di docente che rimane ingabbiato nella lezione tradizionale. Incarnava invece al massimo grado il concetto formativo che gli alunni – in ogni fascia di età, dalla scuola dell’infanzia alle scuole superiori – hanno bisogno di insegnanti capaci di animare le proprie lezioni in modo da liberarle dalla monotonia e dalla ripetitività, che è la morte dell’insegnamento.
Anzi la prof. Terzano andava oltre: coinvolgeva i suoi alunni in progetti formativi di arricchimento della loro personalità e dell’apertura ai valori umani e sociali.
Sotto questo aspetto trovava nella Scuola di Larino un fermento educativo ricco di attività integrative scolastiche.
Il cavallo di battaglia della Prof.ssa Terzano (di qui in avanti Prof) è stato per molti anni far partecipare gli alunni delle sue classi (ma anche di altre classi) al concorso indetto annualmente dalla sezione EIP Italia, associata alla sezione europea del grande movimento culturale internazionale ECOLE INSTRUMENT DE PAIX che ha ancora adesso l’obiettivo di promuovere nelle scuole il valore della pace ma anche di altri valori ad essa collegati, per una pacifica convivenza tra i popoli.
Un anno la Prof ricevette la comunicazione che 4 alunni della Scuola Media di Larino erano risultati meritevoli di premiazione punto e virgola (di qui in avanti pev) uno di loro aveva vinto il primo premio a livello nazionale. Seguiva il giorno, l’ora di inizio della manifestazione di premiazione, il luogo (Roma, Sala delle manifestazioni del Ministero delle belle Arti).
Gongolante, la Prof venne in presidenza a comunicarmi la bella notizia. Mi complimentai. Poi aggiunse: Preside, dobbiamo andare a Roma a ritirare i premi, con gli alunni da premiare e con i loro genitori. Sarà una giornata speciale, dovrà venire anche lei a rappresentare la Scuola Media di Larino. Le risposi che la Scuola avrebbe pagato il biglietto ferroviario per lei e per gli alunni e che non era il caso purtroppo di invitare anche i genitori. Motivo: ristrettezze finanziarie, per di più per impegnare una spesa consistente occorreva passare al vaglio del Consiglio d’Istituto. La Prof non mi parve convinta. Andò via dicendo: Preside, veda cosa si può fare per favore, la prego, ci ripensi.
Il giorno dopo andò in Comune a parlare con il dott. Franco Rainone, che allora ricopriva le cariche di Assessore alla Cultura e Vicesindaco. Conoscendola bene, la Prof.ssa Terzano, posso immaginare come si sia svolto il colloquio: che si trattava delle premiazioni di un concorso molto importante a livello nazionale, che a Roma sarebbero confluiti alunni e rappresentanti di scuole di ogni regione d’Italia e che la Scuola Media di Larino e la stessa città di Larino per la circostanza meritavano di essere rappresentate al più alto livello, che a Roma doveva essere presente sia lui, Vicesindaco della città, sia il Preside. Rainone ‘naturalmente accondiscese e mise a disposizione un bus da 20 posti. Andammo a Roma come da programma. Arrivò il turno di premiazione degli alunni di Larino.
Il programma di premiazione a Roma, a motivo dei numerosi alunni da premiare, si svolge a ritmo serrato. Arriva il turno del Molise e di Larino. La Prof sale sul palco con i suoi alunni. Cerimonia ancora una volta piuttosto rapida con l’applauso finale di circostanza. A questo punto la Prof si avvicina alla Preside Tantucci che, in qualità di Presidente EIP Italia, presiede la cerimonia di premiazione. Brevissimo colloquio, poi la Prof fa cenno a 2 nostri alunni di salire sul palco. L’uno ha sotto il braccio un organetto, l’altro senza alcuno strumento. Per me è una sorpresa. L’alunno con l’ organetto si esibisce per primo: suona un motivo molto noto del repertorio musicale tradizionale popolare della nostra cittadina. L’uditorio questa volta, incuriosito, è attento per qualcuno divertito accenna un sorriso. Al termine applausi scroscianti. Ora è il turno dell’altro ragazzo. Viene invitato a sua volta a sedere, assume idonea posizione e incomincia a intonare la Carrese di San Pardo. Già la postura dell’interprete, con il braccio sx poggiato sulla pancia a dare sostegno all’ampiezza della respirazione e con il palmo della mano destra accanto al viso a regolare e direzionare il flusso vocale, rende muto e attento l’intero uditorio, che subito dopo diventa completamente assorto quando i vocalizzi si sprigionano in tutta la loro potenza sonora, nella loro tipica modulazione e nella loro enigmaticità ancestrale. Al termine, un tripudio di applausi e qualche bravi bravi!
Un vero colpo di teatro che era venuto ad inserirsi nella teoria monotona delle premiazioni!!
La Prof al settimo cielo, la preside/ presidente Tantucci a complimentarsi con gli interpreti e manco a dirlo anche con la Regista molisana, aggiungendo anche un abbraccio a sottolineare il suo pieno gradimento. Ancora un brevissimo scambio di parole con la Tantucci e il Vicesindaco Rainone viene invitato a salire sul palco. Fa un accenno al ricco repertorio musicale popolare di Larino, e si sofferma sempre sinteticamente – come richiesto – a parlare della Festa di San Pardo, della lunga teoria dei carri infiorati trainati da buoi, della Carrese, della unicità della Festa a livello nazionale. Termina con l’invito: venite a trovarci a Larino!
Durante il percorso di ritorno, sul bus innumerevoli furono gli evviva per la Prof da parte di alunni e genitori, ai quali ci univamo con piena adesione anche io e l’Assessore Rainone
Fu senza alcun dubbio quella giornata una formidabile occasione di promozione per la città di Larino, in quanto tutti i rappresentanti delle scuole e degli alunni provenienti da tutte le regioni d’Italia tornarono a casa con il nome di Larino fissato nelle loro menti. E quella giornata manifestò a pieno anche la autentica e profonda larinesità della prof.ssa Adele Terzano. D’altra parte lei, credente, per rimarcare il suo profondo spirito di appartenenza alla comunità di Larino una volta mi disse che San Adamo vescovo, patrono di Guglionesi, era consanguineo di San Pardo vescovo, patrono di Larino.
Negli anni scolastici successivi alle premiazioni di Roma, continuò l‘impegno della Prof a far partecipare gli alunni al concorso EIP. Non passò molto tempo, e venne comunicata l‘assegnazione del premio EIP più prestigioso perché a livello europeo all‘alunna Liliana Malorni della Scuola Media di Larino.
Non provo neppure a descrivere la gioia della professoressa Terzano allorché ricevette la straordinaria notizia e venne a comunicarmela.
Le parole di congratulazione erano ormai tutte finite, bisognava solo andare a ritirare il premio a Bruxelles”.
Altri applausi in sala e commozione nel sentire il racconto dell’ex dirigente Gasdia. Lacrime sui volti di tanti anche quando il presidente Giusti, di fatto ha aperto al pubblico il consiglio, dando la parola a Gianluca Venditti ex allievo della prof Terzano. Il poliedrico artista larinese ha dedicato alla sua insegnante ed amica le seguenti parole:
“lo desidero portare la parola buona perché so che non esiste altro che sia giusto che la terra voglia, nient’altro che il sole mi domandi, del quale il mio compagno di cammino abbia bisogno”.
È con queste parole di Eleonora Capone che porto il mio vissuto con la prof.ssa Adele Terzano, buona e ardente, vivace e visionaria. Un incontro felice iniziato tra i banchi di scuola, con la lingua francese a coniugare la declinazione di una prima persona plurale, la formazione e poi il piacere della complicità d’intenti; la sua figura professionale a tutto tondo e profondamente schietta mi ha aperto tante finestre sul mondo dell’arte e della poesia, diventato reale nella realizzazione di tanti progetti, teatrali e poetici, sempre dal respiro interdipendente, mai personalistico e locale, mai una sola bandiera. La scuola e la città di Larino hanno beneficiato dell’ardore di una piccola grande donna, in grado di realizzare cose grandi con noi piccoli, continuare a vivere e sognare insieme anche da grandi, e il mio esserle ora amico grato e devoto, sapendo che sarà una mia compagna di cittadinanza, mi rende orgoglioso, contento che il lavoro fatto con zelo, pazienza e anche impazienza, sia stato finalmente riconosciuto. Si dice che non si smetta mai di essere insegnanti; in questo caso mi piace dire che non vorrei mai smettere di essere allievo di Adele Terzano, sentirmi dire che posso fare di meglio, poterle dire che quello che mi ha dato io l’ho trasformato e reso anche agli altri; che ora l’essenza di quegli attimi affascinanti di scuola che hanno fatto sognare tutti, li esprimo in forma personale, solo per lei e per la sua Larino. Grazie, e benvenuta, adorata professoressa!
Ed ancora l’intervento, a braccio, del maestro Roberto Di Carlo accompagnato dal collega Oreste Sbarra che ricordando i ‘Tamburi della Pace’ (una delle tante manifestazioni ideata e curata dalla prof Terzano) ha emozionato i presenti soffermandosi sull’autenticità della sua persona, “del suo “modus vivendi” fortemente appassionato che ha costantemente lasciato traccia indelebile in ogni persona che ha incrociato a partire dai suoi alunni. Alunni a cui si può proporre ogni cosa nella scuola, ma resta valida l’unica e più grande strategia didattica di tutti i tempi: l’’Esempio”. Ciò che lei ha dato loro è di un valore assoluto: LA LIBERTA’ DI ESSRE SE STESSI. Tenace , caparbia e esplosiva, la prof.ssa Adele Terzano, non ha mai abbandonato la sua voglia di “bellezza”, di raccogliere, cercare e bene-dire soltanto l’aspetto buono di ognuno. In primis dei suoi alunni. Non paga della sua brillante e ineccepibile carriera a Scuola, da docente, anche dopo il pensionamento, non ha mai contemplato la messa a riposo” nella funzione docente.
La parola è stata poi data al consigliere Franco Rainone che ha letto alla prof e ai presenti la lettera che la figlia di Ermano La Ricci, Liliana ha inviato, per l’occasione, alla donna che con il padre, emigrato in Canada ma desideroso di tornare a Larino, aveva instaurato un grande complicità letteraria.
“E‘ con grande onore nonché dovere poter rendere testimonianza a favore della prof.ssa Terzano, e lo faccio con molto piacere. Poiché questo privilegio però toccherebbe a Ermanno La Riccia, mio padre, credo sia giusto farlo come se fosse lui a darla, con la speranza di illustrare bene questa grande complicità letteraria che lo ha legato alla prof, una complicità che aveva un solo comune denominatore, il loro amore per il paese di Larino e della sua gente.
“Cara Adele, Eccomi di nuovo a scrivere – sono anni che non lo faccio – ma questa occasione era troppo importante per non esserci, persino per uno come me per il quale l’inchiostro della penna si è definitivamente esaurito.
Ed è proprio la penna e le parole scritte che ci hanno dato l’opportunità di conoscerci anche se non sono state solo queste che ci hanno aiutato a capirci e farci diventare complici letterari l’uno dell’altro.
E’ vero, io sono nato a Larino mentre te in un paese vicino. Laddove io correvo tra i campi della mia campagna brulla e infeconda in cerca di poesia, tu non avevi ancora regalato il tuo primo sorriso alla vita. E anche se non avresti mai vissuto l’infamia della guerra, l’avevi capita e conosciuta negli occhi dei figli di chi, come me, era sopravvissuto con solo amore ed una profonda fede come unico patrimonio. Quanti bambini e ragazzi di Larino hai aiutato a crescere, hai ispirato, e ai quali hai insegnato ad amare non solo gli altri, ma loro stessi ei valori della loro comunità Larinese?
Tu non sei nata a Larino ma è come se lo fossi stata.
Dapprima quando ci siamo conosciuti, hai intuito i miei umori letterari e hai accolto le emozioni che a stento riuscivo a raccontare camuffandole in personaggi e vicende fittizie. Ma la cosa più importante che hai fatto per me, tu che vieni da un altro paese, insieme ad altri amici, hai accolto il mio bisogno di ritornare a Larino, un paese che pensavo mi avesse abbandonato, e di riacquistare un posto tutto per me. Con la tua dedizione, ti sei prodigata a far veicolare le mie parole, e finalmente con il tuo aiuto, sono ritornato Larinese.
Ebbene, è venuto il momento che io faccia qualcosa per te: vorrei tanto che tu sia accolta nel mio paese, così che ad ogni festa di San Pardo che ti vede presente e solerte in quel giubilo di fiori e di canti, anche tu rinascessi con tutti noi Larinesi. Ermanno”.
Che volete a noi queste emozioni piacciono e le abbiamo volute raccontare tutte, consapevoli che quello vissuto ormai ieri a Larino è stato qualcosa di unico. Unico per la prof Adele, per la sua famiglia raccolta tutta intorno a lei, il marito Arcangelo e le figlie Paola, Cristina e Carla, il genero e il nipotino. Unico per l’intero consiglio comunale, per il vice sindaco del suo paese natale Guglionesi Giuliano Senese e per quanti hanno assistito all’intera manifestazione.
Al sindaco Pino Puchetti, dopo il voto unanime dell’assise frentana e l’intervento del vice sindaco di Guglionesi Giuliano Senese che ha sottolineato la stima delle due comunità per la prof, il compito di consegnare alla prof la targa con incisa la motivazione della concessione della cittadinanza onoraria “per l’affetto che ha dimostrato in ogni occasione verso la città di Larino, sempre lodata, evidenziando le qualità del territorio, per la lungimirante passione e l’esempio disinteressato per questa comunità, per la lealtà e l’onestà che hanno sempre accompagnato la sua azione. La città e il Consiglio Comunale in segno di affettuosa gratitudine e di immensa stima”. Una targa ma anche il grazie davvero sentito verso una donna, una prof, un’amante della bellezza che ha saputo portare in alto il nome della città frentana.
Le foto di rito, gli abbracci al tempo del covid e poi la musica, i tamburi della pace hanno risuonato nell’atrio del Palazzo Ducale regalando nuove emozioni e l’invito alla prof a continuare a ‘lottare’ ancora perché è stata, continua ad essere e sarà un esempio per tanti.
Nicola De Francesco