LARINO. Nei mesi scorsi abbiamo avuto modo di pubblicare un intervento del responsabile dell’Archivio storico diocesano e biblioteca Giuseppe Mammarella sulla figura di Antonio Cerio, il sacerdote, eroe dimenticato che sacrificò la sua giovane vita pur di rimanere vicino ai malati del campo di prigionia dove era stato trasferito, dopo essere stato fatto prigioniero nel 1940.
Ebbene, in queste ore, lo stesso Mammarella torna sulla figura del giovane tenente cappellano per annunciare di aver avuto in dono e, a sua volta donato, all’archivio diocesano un volume che racconta anche degli anni bolognesi che videro il giovane larinese compiere i suoi studi filosofici e teologici.
Mammarella scrive “Mi viene offerta l’occasione per ricordare, ancora una volta, la figura di un giovane EROE dimenticato.
Ho appena ricevuto in omaggio da un carissimo amico studioso, Salvatore Primiano Cavallo, un interessante volume che lascio volentieri, ovviamente in forma definitiva, all’Archivio Storico Diocesano presso cui opero.
Si tratta di una pubblicazione, “Settanta anni di frutti…” (pp. 608), che ha visto la luce in occasione del settantesimo anno di vita del Pontificio Seminario Regionale di Bologna (1919-1989).
Comprende, quindi, anche il periodo (1930-1935) in cui ospitò, per i corsi filosofici e teologici, il giovane larinese Antonio Cerio.
Egli fu Tenente Cappellano prima ad Assab e poi ad Asmara in Eritrea (1937-1940). Nel 1940 fu fatto prigioniero dagli Inglesi e destinato, prima della fine dello stesso anno, a Bombay in India. Trasferito nel campo di prigionia (ovviamente di guerra) di Bairagarh (Bhopal), si dedicò, nonostante la sua giovane età (33 anni), all’assidua assistenza dei malati in isolamento di quell’ospedale dove contrasse il “tifo peritoneale” e morì nel 1943.
Chi desidera saperne di più può consultare il mio scritto “Antonio Cerio sacrificò la propria vita per assistere malati in isolamento” apparso, nello scorso mese di febbraio”. Sacrifica la propria vita per assistere malati in isolamento’. Una storia del passato nello scritto di Giuseppe Mammarella..