TERMOLI. E’ in libreria dagli inizi di Aprile il nuovo volume della poetessa e scrittrice Norma Malacrida.
L’autrice, nasce a Bisaccia(AV) il 14 dicembre 1937, ma risiede a Termoli (CB) da sempre. Insegnante di Scuola Elementare in pensione dal 2002, dopo quarantasei anni di servizio, ha dedicato tutta se stessa alla famiglia e al lavoro in una totale donazione, in uno scambio di ruoli ben articolati ed integrati che si sono completati ed arricchiti vicendevolmente.
A conclusione del servizio di insegnante ha ricevuto il Diploma di Benemerenza da parte del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con Medaglia d’oro, a firma del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e del Ministro Letizia Moratti.
Ama il silenzio, il raccoglimento per pensare e meditare; ama la natura, la lettura e l’arte del bello scrivere come occasioni preziose per conoscere e conoscersi, crescere ed evadere dal quotidiano. Ha partecipato con le sue liriche a molti concorsi nazionali e internazionali ricevendo numerosi riconoscimenti alla Cultura, alla Carriera, per lei alla Regione, alla Persona.
Il libro pubblicato dalla poetessa molisana, Norma Malacrida, il cui titolo è MORE PER OGNI STAGIONE E ALTRI RACCOLTI, è costituito da tre sezioni contrassegnate in esergo da alcuni versi di Rabintranhat Tagore , nei quali l’Autrice si riconosce, come se il Grande Tagore li avesse ideati e scritti per lei. Ogni pagina dedicata alle varie parti dell’opera sottolinea l’intensità della scrittura con un risultato semantico di chiara bellezza, evidenziando, come il percorso umano dell’Autrice intenso e fecondo sia stato parallelo ad un mondo intimo di scrittura che ha accompagnato la sua stessa vita, una compagnia silenziosa e onnipresente, come solo l’anima sa essere, capace di dar voce a quegli attimi sommessi, segretati solitamente nell’animo umano.
La prima parte di poesie Haihù, More per ogni stagione, è motivo del titolo della silloge che gioca sul senso della parola more che nella lingua giapponese riveste significato affine a quello di sillabe nella lingua italiana.
La bellezza degli haikù consiste, nell’intreccio logico-semantico, suggerito da accorte scelte lessicali, presente nei tre brevi versi che lo costituiscono:/Luna sui tetti / da finestre socchiuse / ruba segreti; /Dieci agosto / inabissano stelle / sciami di sogni. /; / Gerani rosa / colore preferito / vita tradita/; /Ogni dolore/ in stanze segrete del cuore/ ingemma un fiore/; Mamma sei sole/ armonie d’orchestre/ in echi di ritorni/.Una raccolta di 187 poesie, “Un canestro ricolmo di primizie per coloro che sanno gustare questo genere poetico, comprendendone le difficoltà dello schema versificatorio e la maestria nel sottendere alle immagini soggettive e fuggevoli ciò che di permanente e universale viene celato,” ha affermato qualcuno che se ne intende, un lavoro letterario molto impegnativo, un inno alla Natura, che ha vinto il Secondo Premio Assoluto nel Concorso Internazionale “Premio Alberoandronico –Roma 2020
La seconda parte del libro, NUOVE POESIE, raccoglie le più recenti prove della poetessa, è un caleidoscopio di impressioni, di visioni, di desideri intessuti di nostalgie.
Molti versi racchiudono nel loro fondo una rassegnata solitudine, priva di rimpianto; a volte qualche soprassalto di vuoto e sfinitezza si mescolano nello sguardo che indugia sul paesaggio, ma che subito rientrano determinando aperture di inusitate speranze. Ricorrono frequenti descrizioni di paesaggi che sono uno spaccato dell’anima e si illuminano della luce interiore dei sentimenti di chi li vive.
Nella terza sezione della silloge, intitolata Altre poesie, composta da una scelta che attinge a componimenti pubblicate in precedenza, i testi scelti dall’Autrice, disegnano una mappa del sentimento poetico nel suo evolversi in poesia. Comprendiamo sin da subito, come le immagini siano sempre associate al volo, allo sconfinamento dalla matrice del consueto, dell’ordinario, da una realtà limitata e inappagante, verso altri lidi: quelli del sogno e dell’immaginazione, una categoria eterna di un sentire profondamente umano, che non si definisce e non si colloca in nessuno spazio e in nessun tempo, poiché vive tutte le età e tutti i luoghi della terra, quale universale afflato dell’anima.