LARINO. Si volevano trasformare ben 76 ettari pianeggianti in un immenso impianto agrivoltaico: l’intervento del Ministero e quello della Soprintendenza del Molise, guidata dalla dottoressa Dora Catalano, risultano decisivi per determinare il parere sfavorevole all’opera da parte dell’apposita commissione Pnrr-Pniec presieduta dal consigliere Massimiliano Atelli.
La notizia l’apprendiamo direttamente dal primo cittadino frentano, Pino Puchetti che, al telefono, si è detto soddisfatto di quanto fatto dalla dottoressa Catalano e dal Ministero che ha, di fatto, impedito che un’area vastissima delle Piane, in corrispondenza della cosiddetta zona ‘Masseria Ricci’ venisse trasformata, stravolta da migliaia di moduli fotovoltaici. ‘A nome mio personale e dell’intera amministrazione voglio ringraziare chi lavorando sempre per il bene della nostra terra, ha saputo far valere il rispetto della stessa e di quei beni che in essa si trovano e non possono essere depauperati da produzioni agricole intensive”.
Venendo nel dettaglio al parere sfavorevole espresso, il progetto dell’impianto agrivoltaico denominato “LARINO 4”, prevedeva la realizzazione di un impianto di potenza nominale di picco pari a 51,39 MWp lato DC, con una potenza in uscita lato AC di 43,232 MW, localizzato in “Contrada Piane di Larino”, zona “Masseria Ricci”. Su una superficie totale disponibile di circa 76 ettari. Un’estensione territoriale sulla quale sarebbero sorti ben 73.950 moduli fotovoltaici in silicio monocristallino della potenza di 695 Wp ciascuno.
La Commissione così si è espressa: “VALUTATO in conclusione che:
− il progetto presentato è relativo alla realizzazione di un impianto agrivoltaico con produzioni agricole intensive e produzione di energia elettrica da conversione solare ed opere di connessione nel Comune di Larino (CB), denominato “LARINO 4” di potenza complessiva pari a 51,39 MW;
− l’istruttoria è stata esperita sulla base di tutta la documentazione presentata in sede di istanza del 19/07/2022; inoltre la Commissione rende il presente parere allo stato degli atti, quale risulta al momento della dichiarazione di procedibilità dell’istanza e della conclusione dell’istruttoria;
− il SIA depositato ed oggetto della valutazione è risultato carente e non completamente conforme alle previsioni contenute nell’Allegato VII del d.lgs. n. 152/2006 e smi in quanto non ha affatto contemplato gli impatti per il paesaggio, per l’elettromagnetismo e per la popolazione e la salute umana, limitando lo studio alle seguenti tipologie di impatti:
• emissione sonore e vibrazioni;
• produzione di rifiuti;
• impatti su atmosfera;
• impatti su acqua;
• impatti su suolo e sottosuolo;
• impatti su flora e vegetazione, fauna ed ecosistemi.
− in riferimento ai citati fattori e componenti ambientali presi in considerazione nel SIA ed alle caratteristiche di quest’ultimo, la complessiva documentazione progettuale allegata all’istanza presenta molteplici carenze inerenti a rilevanti aspetti la cui incompleta o assente trattazione inficia la possibilità di una compiuta e completa valutazione della compatibilità degli impatti per alcune delle componenti ambientali ovvero conduce ad un giudizio sfavorevole;
− i rilievi di carenza ed inadeguatezza del SIA, nonché la mancanza del piano di monitoraggio riguardano, in particolare, i potenziali impatti e l’assenza di idonee misure di mitigazione (che constano, essenzialmente, della realizzazione di una siepe perimetrale) riferite a svariate componenti quali le acque superficiali, le acque sotterranee, il suolo ed il sottosuolo (nel paragrafo del presente parere rubricato “geologia”), il territorio ed il patrimonio agroalimentare, oltreché gli impatti cumulativi e la individuazione delle alternative localizzative;
− avuto riguardo agli impatti cumulativi: • sono stati sottovalutati dal Proponente, che non ha contemplato la prospettiva che un analogo impianto di notevoli dimensioni (ID 7376, con parere positivo già acquisito) venga realizzato nelle adiacenze di quello in esame ed a ridosso della ZSC; • il Proponente non ha considerato il complesso delle trasformazioni che interessano l’area vasta e come il progetto potrebbe perciò concorrere a modificare ulteriormente il mosaico ambientale;
− in particolare riferimento alla componente biodiversità, si segnalano di seguito le più significative criticità: • nonostante nel SIA e nella relazione specialistica sia stato effettuato un corretto inquadramento della componente biodiversità riportando le liste complete della flora e della fauna che “popolano” l’area, cionondimeno lo studio è stato ritenuto carente, in quanto privo di qualsiasi analisi critica sulle possibili interazioni tra il progetto e (in particolare) le comunità faunistiche;
• l’area di progetto, infatti, è prossima a due Siti della Rete Natura 2000, denominati rispettivamente “Torrente Cigno” (ZSC – IT7222254, ad Est dei lotti dell’impianto) e “Lago di Guardialfiera-Foce del Fiume Biferno” (ZPS – IT7228230, ad Ovest), che rappresentano due ambiti di rilevante interesse nel quadro del più ampio sistema di connessioni ecologiche e corridoi biologici che caratterizza il territorio alle scale sia di area vasta, sia locale.
La ZSC “Torrente Cigno”, in particolare, dista circa 700 metri dal centroide dell’area di progetto e chiude (a Nord) l’area in cui ricade l’impianto, laddove crea un’orditura di congiunzione con la ZPS, con cui forma un continuum ecologico fino alla costa di Campomarino (dove, peraltro, incontra la ZSC “Foce Biferno – Litorale di Campomarino” – IT7222216; • il Proponente non ha prodotto uno screening di Vinca; • il Proponente ha omesso di evidenziare che l’area in cui ricadono i lotti di progetto “riproduce” i diversi ambienti (a volte senza soluzione di continuità) che edificano ampie zone della più vicina ZSC (“Torrente Cigno”).
In sintesi, da una parte, il Proponente individua le specie della fauna sensibili e di interesse conservazionistico che popolano l’area vasta, dall’altra, non considera affatto la circostanza che tali specie possano frequentare anche l’area in cui insisterebbe l’impianto; • la valutazione degli impatti sulla biodiversità faunistica è (i) “inferita” su base qualitativa, (ii) condotta in assenza di appropriate argomentazioni biologiche ed ecologiche e (iii) basata sul concetto che l’area d’intervento ha uno scarso valore dal punto di vista naturalistico senza adeguate motivazioni e rilievi sito-specifici; • lo studio della Biodiversità non considera in alcun modo l’eventualità che l’area di progetto possa rappresentare un habitat sostitutivo per le numerose specie sensibili che popolano i Siti della Rete Natural 2000; • l’impianto, anche in relazione alla sua estensione e dislocazione e per effetto dell’articolazione nei numerosi campi visibili nella figura 2, determinerebbe una significativa sottrazione/frammentazione di habitat, cui si aggiungono ulteriori effetti negativi non trascurabili, quali la creazione di un “falso sito attrattivo” e il “disorientamento biologico”, sia sulle specie stanziali, sia (soprattutto) su quelle migratorie; • la mancanza di un Piano di Monitoraggio della fauna non consente di verificare gli effetti/impatti degli interventi nelle diverse fasi di vita dell’impianto e, conseguentemente, l’efficacia delle misure di mitigazione proposte; − non risultano analizzati gli impatti in fase di costruzione per l’attraversamento del tratturello Biferno – Sant’Andrea da parte del cavidotto; − risulta assente l’elaborato relativo al Piano di monitoraggio ambientale né la assenza di detto documento può essere surrogata e/o compensata in alcun modo dalla trattazione del monitoraggio delle opere di mitigazione e le colture: la mancanza di detto documento riferito a tutte le altre componenti ambientali ed ai fattori di pressione considerati non permette di disporre di elementi sufficienti per la valutazione degli impatti e per la verifica dell’efficacia delle misure di mitigazione, nella eventualità in cui si manifestassero criticità a carico delle componenti durante tutto il ciclo di vita dell’impianto; − infine, il piano delle terre e rocce da scavo risulta attinto da una serie di criticità meglio descritte nello specifico paragrafo del presente parere a cui si rinvia.
RITENUTO in conclusione che, le gravi mancanze, carenze, inadeguatezze ed insufficienze degli elementi istruttori forniti dal Proponente, nonché l’incompatibilità degli impatti emersi in fase istruttoria sia sul sito di localizzazione sia nell’area vasta, e, dunque tutte le anzidette criticità, non siano superabili con la previsione di un quadro prescrittivo che possa limitare gli effetti ambientali significativi e negativi o che possa rinviare alla progettazione esecutiva le molteplici incompletezze informative circa taluni profili progettuali e di analisi degli impatti.
La Commissione Tecnica per la Verifica dell’Impatto Ambientale – PNRR-PNIEC per le ragioni in premessa indicate sulla base delle risultanze dell’istruttoria che precede e, in particolare, dei contenuti valutativi che qui si intendono integralmente riportati quali motivazioni del presente parere ESPRIME PARERE SFAVOREVOLE relativamente alla Compatibilità Ambientale del progetto di impianto agrivoltaico con produzioni agricole intensive e produzione di energia elettrica da conversione solare, la sottostazione elettrica AT/MT 150/30 kV per la connessione alla RTN e le relative opere di connessione nel Comune di Larino (CB), Regione Molise, denominato “LARINO 4” di potenza complessiva pari a 51,39 MW e riconducibile alla Green Sole Renewable Italia 1 Srl (ex Verde 1 Srl)”.
(immagine di repertorio)