LARINO. Testimoni della storia, di una storia universale, quella della Santa Chiesa di Dio che però si fa particolare e, nella particolarità di un luogo, si trasforma in realtà da vivere, in quotidianità da spendere seguendo gli esempi dei martiri, della Vergine per la costruzione di quel sacerdozio più grande che vede un pastore legato al suo gregge, e quest’ultimo a lui in un momento storico legato al Grande Giubileo della Speranza.
Sì, siamo stati testimoni della storia questa mattina a Larino. Testimoni di un incontro, di più incontri particolari che il nuovo presule Claudio Palumbo ha fatto con la comunità larinese partendo da quel santuario del dolore che è l’Hospice Madre Teresa di Calcutta, passando per la piazza del centro storico, l’incontro con le autorità locali, e quelle dei centri limitrofi, le forze dell’ordine ed il popolo larinese, fino alla concattedrale, dove la storia si è ricongiunta al presente per dire ancora grazie al buon Dio per aver inviato un buon pastore che per dirla con le parole del presidente del capitolo della concattedrale monsignor Michele Valentini ha accolto l’invito di andare dove ti l’ha portato l’obbedienza al Santo Padre.
Il vescovo Palumbo, accompagnato da monsignor Antonio Sabetta, dalle suore e dallo stesso Valentini ha voluto iniziare il suo ingresso a Larino da quel luogo dove il dolore diventa cura della persona, dove la malattia è soltanto una fase della vita e dove anche sorella morte è parte di un tutto più grande che sebbene tragicamente reale, rende speciale il lavoro di chi in quella struttura vive una missione particolare, al di là della fede, di ogni fede o credo: la missione di curare l’uomo perché uomo, di dargli conforto sempre e comunque.
L’incontro con il responsabile Mariano Flocco e tutta l’equipe che lavora all’Hospice ha tracciato per se stessa la dimensione pastorale del nuovo presule. Un incontro con il dolore che vive nelle stanze di via Marra, ma soprattutto con la speranza che in quelle stesse stanze si respira, si tocca con mano magari accarezzando un cane o un piccolo gattino, dove non ci sono malati ma persone, dove se uno poi crede c’è il tempo per tornare al Padre.
Dopo la visita, monsignor Palumbo è sceso al centro storico. Qui, nella piazza Vittorio Emanuele ad attenderlo c’era il primo cittadino Pino Puchetti, con lui tantissimi sindaci dei centri limitrofi, il consigliere regionale Niro, il nunzio apostolico Leo Boccardi, i sacerdoti del capitolo della concattedrale, il parroco don Lino Antonetti. E la gente, i bambini, le donne e gli uomini di Larino che hanno risposto con una presenza all’arrivo del nuovo vescovo che ha elargito saluti a tutti, ha parlato con i grandi ed i piccoli, ha stretto le mani a coloro che si avvicinavano alla sua persona ‘sono venuto per servire e non per essere servito – dirà poi nel corso della messa!
Da una piazza all’altra. la processione con tutti i gonfaloni delle comunità limitrofe, le forze dell’ordine, i religiosi e le religiose, e le rappresentanze delle varie comunità hanno raggiunto il duomo. Qui, il primo cittadino frentano ha voluto, nel suo discorso di saluto, ricordare al presule la storia ecclesiastica della città, l’essere luogo dove per primi si fondò un seminario, dove eminenti uomini di chiesa hanno scritto pagine importanti partendo da quelle macchiate di sangue dei fratelli Primiano, Firmiano e Casto. ‘Benvenuto eccellenza, oggi 23 febbraio 2025, sarà, per la nostra città, una data che resterà scolpita nella storia di questa comunità, ma anche in quella delle comunità vicine che ringrazio di essere qui presenti. Lei sarà per noi un faro spirituale e ci insegnerà che la bellezza ideale della vita potrà concepirsi soltanto se la bontà e la giustizia animeranno i nostri cuori”.
Poi l’ingresso solenne in basilica, il bacio alla croce e la processione fino alla sagrestia per la vestizione e l’inizio della celebrazione. Una celebrazione umilmente, passateci il temine, solenne dove monsignor Palumbo ha delineato chiaramente il suo ministero episcopale ricordando la figura dei martiri, e non solo quelli larinesi, che l0 accompagna da sempre, lui molisano come i presenti, e l’amore della Vergine e per la Vergine Maria.
Al termine della liturgia eucaristica poi il saluto al nuovo vescovo da parte, come detto, del presidente del capitolo concattedrale monsignor Michele Valentini che nel suo discorso ha affermato, tra le altre cose, “la vita è sempre un ricominciare daccapo”? Eccellenza, la sua ricca esperienza pastorale, maturata soprattutto negli ultimi sette anni come Pastore della Diocesi sorella di Trivento, Le permetterà di riversare anche su questa Chiesa locale di Termoli-Larino “acqua che zampilla per la vita eterna”. Comunque sia, Eccellenza carissima, è un tempo meraviglioso di effusione dello Spirito e per la Chiesa Universale e per le Chiese Particolari. E’ un “Kairòs” di luce e di grazia. “Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia”. Il saluto della comunità cristiana larinese è stato poi affidato a Miriam Petriella che ha rimarcato la storia ecclesiastica della città ma anche i problemi del presente di un centro che, come tanti altri in questa parte di Penisola, vive il dramma dello spopolamento conservando immutate però le sue tradizioni.
E poi al termine, il nuovo abbraccio ai fedeli, il nuovo abbraccio alla comunità larinese e a quelle presenti con i sindaci, e quel ribadire ancora una volta ‘vengo per servire e non per essere servito in uno con l’invito a dialogare con lui nell’ottica di quel camminare insieme.
Da parte mia e dell’intera redazione Le porgo i migliori auguri perché questo nuovo inizio sia foriero di ogni bene per Lei e per le comunità in cui eserciterà, da pari, il ministero episcopale. Benvenuto Eccellenza.
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