Cento quaderni con altrettante marche specifiche una rarità di storia fiscale ma anche una testimonianza oggettiva di un mondo spesso bistrattato dagli storici locali.
LARINO. Mentre i telespettatori italiani in questi primi giorni del 2025 seguono in Tv ‘M – Il figlio del secolo‘ la miniserie televisiva italo-francese diretta da Joe Wright e scritta da Stefano Bises e Davide Serino, tratta dall’omonimo romanzo del 2018 di Antonio Scurati con protagonista Luca Martelli nel ruolo di Benito Mussolini, noi di nelmolise.it grazie al vulcanico Berardo Mastrogiuseppe riportiamo alla cronaca un pezzo di storia locale del fascismo. E lo facciamo perché il cultore Mastrogiuseppe ha rinvenuto, salvandoli dalla macerazione, ben 100 quaderni e diversi album da disegno, appartenuti ad una delle maestre della Larino del tempo.
Le emozioni di Berardo sono contagiose in quanto grazie ad un segnalatore è riuscito, come detto, a recuperare quei quaderni che certamente come tutti i documenti che possiede starebbero benissimo in un museo perché descrivono la Larino del tempo, descrivono le emozioni, i dettati di una generazione che era abituata a vergare i suoi quaderni con un fascio littorio, a comprare quei quaderni nelle cartolerie del tempo dove insieme al costo della carta erano ‘costretti’ anche a saldare il conto delle marche per finanziare l’Onb ossia l’organizzazione paramilitare della gioventù durante il fascismo senza la cui tessera non si poteva accedere alle scuole elementari, medie e superiori.
Se da un lato quei quaderni sono per il nostro Berardo una ‘ricchezza’ anche fiscale proprio per via delle marche che dal 1930 al 1942 o forse fino alla seconda guerra mondiale dovevano essere ‘collocate’ proprio sui quaderni in base al numero delle pagine, lo sono ancora di più come testimonianza diretta ed oggettiva di come anche a Larino, e non poteva essere diversamente, il partito nazionale fascista era ben organizzato, organizzata tutta la vita sociale a partire proprio dalle scuole dove la maestra, insegnante di quell’anno scolastico 1939/1940 (quello tra le altre cose dell’inizio della seconda guerra mondiale) era solita in quel diciottesimo anno dell’Era fascista dare ai suoi allievi dettati dal titolo, solo per citarne alcuni, la ‘Marcia su Roma’, ‘Il fascio Littorio’ o ‘Sei un balilla’. Una Larino fascista, con famiglie profondamente radicate nel sistema tanto che ben tredici esponenti della comunità larinese – come ribadito più volte dal buon Berardo che sicuramente prossimamente ci parlerà di loro – guidati dal comandante Cesare Federico Bevilacqua furono tra i fondatori in Italia dei Fasci di combattimento.
Tornando alle pagine, certo ingiallite, ma integre dei quaderni e degli album da disegno riportiamo per i nostri lettori uno dei dettati vergati, non senza qualche errore, in bella grafia da un alunno. La data è quella del 5 dicembre 1939 – XVIII dell’Era Fascista nel testo si legge
“Dettato – Sei un Balilla’
Ricordati che dal momento in cui entri nei Balilla non sei più un bimbo ma un piccolo uomo: vesti la divisa come un soldato.
E tu sai che la divisa è sacra come la bandiera. Sei un piccolo soldato dell’avvenire, appartieni alla Patria, la Patria sa che tu ci sei e ti da gli ordini.
E sai quali sono! Ricordati che questa nostra Italia tu, tutti noi dobbiamo amarla tanto e servirla sempre in tutte le ore e la si serve obbedendo, lavorando, amando e diventando sempre più buoni, più bravi e più forti”.
L’amico Berardo, nel consueto appuntamento al bar Carfagnini, divenuto passateci il termine, suo ‘malgrado’ luogo dei nostri incontri del sabato, non ha certo terminato le sue storie e già ne abbiamo un’altra tutta da raccontare con protagonisti ancora una volta i larinesi datata addirittura 25 settembre 1905.