LARINO. L’alba della domenica, in uno con i lavori da subito effettuati, ha quasi del tutto cancellato i segni del gesto incendiario che ieri sera, se non fosse stato per alcuni passanti e per l’intervento dei carabinieri della locale compagnia, avrebbe potuto causare ingenti danni alla struttura di viale Cappuccini dove è ubicata la Casa Funeraria Di Bello.
Proprio il titolare, Leo Di Bello, raggiunto nelle scorse ore, si è detto esterrefatto di quanto accaduto ed ha voluto ringraziare sia chi lo ha allertato e sia chi ha fatto intervenire immediatamente i carabinieri che, ricordiamo hanno domato l’incendio con l’estintore in dotazione alla macchina di servizio. Di Bello, stimato professionista del settore funerario, non si capacita del gesto ne tantomeno ha idea di chi potrebbe covare rancori nei suoi confronti talmente grandi da spingersi a compiere un gesto così drammaticamente folle e drammaticamente sconosciuto a queste latitudini.
Sul fronte delle indagini, coordinate in prima persona dal capitano Christian Cosma Damiano Petruzzella che naturalmente mantiene sulle stesse il più assoluto riservo, abbiamo appreso che almeno una persona, la stessa che avrebbe allertato i militari dell’arma, è stata sentita nella immediatezza dei fatti così come lo stesso proprietario. La molotov lanciata contro il locale dove è ubicato l’ufficio della Casa funeraria, passateci il temine, non ha fatto il suo ‘dovere’ in quanto probabilmente c’è stato un ritorno di fiamma che potrebbe aver causato danni alle mani dell’incendiario. Di fatto, sul posto i carabinieri, hanno si domato le fiamme ma anche rinvenuto, quasi per intero, la bottiglia incendiaria. Ma non solo, stando sempre alle notizie raccolte, i militari nell’immediatezza degli eventi hanno preso tutti i filmati delle telecamere di sicurezza, non solo della struttura funeraria ma anche dei vari distributori di benzina presenti in città e quelle pubbliche presenti, a pochi metri, dalla struttura.
L’autore, o gli autori del geto poi potrebbero aver lasciato proprio sulla bottiglia delle impronte. Immagini e resti della molotov sono dunque al vaglio dei militari della compagnia frentana. Non è esclusa, dunque, la possibilità che l’autore o gli autori possano essere presto indentificati.