Il comitato ‘Cicero Pro Larino’ ed il Gruppo Animatori Centro storico insieme per ridare dignità alla piazza del Duomo!
LARINO. Così com’era: una battaglia secolare per una piazza del Duomo degna di questo nome. Riceviamo e pubblichiamo la nota congiunta del Comitato ‘Cicero Pro Larino’ e Gruppo animatori centro storico relativa alla ‘battaglia’ portata avanti per far abbattere le case presenti sulla piazza della concattedrale frentana e restituire alla piazza la bellezza di una pavimentazione e di una veduta proprio com’era in passato.
“Nessuno saprà mai con certezza il momento e il motivo esatto in cui e per cui furono edificate le cosiddette “casette” di piazza Duomo, intervento al quale non possiamo certamente applicare il marchio di “abuso edilizio”, categoria ancora assente all’epoca, ma che rappresenta senz’altro un’offesa architettonica, storica ed estetica alla piazza del Duomo di Larino.
Si tratta di una piazza due-trecentesca, con impianto classico: il luogo del potere civico e, di fronte, il luogo di quello religioso. Piazza Duomo, infatti, nel suo impianto originario, è un grosso quadrilatero che unisce, da un lato, l’imponente Palazzo Ducale di Larino e, dall’altro, le importanti istituzioni ecclesiastiche che per secoli hanno rappresentato il cuore pulsante della città.
Abbiamo, sul versante ovest, la Basilica Cattedrale dell’Assunta e di San Pardo, un capolavoro unico nel suo genere, il gioiello dell’arte sacra molisana. Accanto a essa, l’ex Palazzo Vescovile, ora sede di Museo e Archivio Storico Diocesani. Il lato settentrionale una struttura che un tempo era sede del glorioso Seminario di Larino, che vanta il fatto di essere stato il primo Seminario istituito in tutto il mondo cristiano. Sul versante est, invece, la vecchia torre campanaria della chiesa di San Francesco, la chiesa stessa, monumento di interesse nazionale e sontuoso esempio di arte barocca, e l’ingresso del Convento dei frati francescani, soppresso in epoca napoleonica.
A far da elemento aggiunto, in questo rettangolo esemplare, pieno di storia e arte, un complesso di edilizia minore, senza alcun valore architettonico, che riduce a “vico” l’accesso al convento trecentesco ed oscura l’imponente torre quattro-cinquecentesca coi suoi archi ogivali, ed impedisce una visione e un utilizzo urbanistico armonico della piazza, compromettendone radicalmente la sua fungibilità e, soprattutto, il riconoscimento definitivo del suo inestimabile valore storico-artistico.
Documenti d’archivio allegati alla relazione firmata dall’arch. Paolo Mancinelli e presentata dall’Associazione di Promozione Sociale “Gruppo Animatori Centro Storico Larino” al Comune di Larino e alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Molise, dimostrano che fin dagli anni Trenta o Quaranta dell’Ottocento la popolazione di Larino desidera ardentemente restituire dignità a piazza Duomo mediante l’abbattimento di quelle casette. Anzi, il primo a protestare formalmente con le autorità competenti e cercare strade per abbatterle fu proprio il restaurato Capitolo della Cattedrale, nel 1841.
Nel corso di circa 180 anni di storia i tentativi si sono ripetuti trovando sempre un impedimento.
Ad oggi, è in fase di progettazione, per via di un grosso finanziamento statale, il rifacimento e la valorizzazione di piazza Duomo a Larino. I progettisti, assecondando le indicazioni dell’Amministrazione comunale oltre che il buon gusto architettonico, vorrebbero prevedere, ancora una volta, l’abbattimento delle “casette”. Parte del finanziamento potrebbe essere utilizzata esattamente per tale scopo, e nell’ottica di una ripavimentazione che torni a dare dignità a una piazza sfregiata dal manto bituminoso, l’assenza di quel corpo aggiunto permetterebbe di restituirle l’originale simmetria e l’esemplare armonicità. In questo caso, nulla osta dal punto di vista geopolitico, amministrativo ed economico-finanziario.
Manca solo un parere positivo: quello della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Molise. Più volte, con varie delegazioni costituite da amministratori, tecnici e rappresentanti del Gruppo Animatori Centro Storico Larino, che da trent’anni porta avanti questa battaglia, ci si è rivolti alla dott.ssa Dora Catalano e ai suoi funzionari collaboratori al fine di sondare il terreno e ottenere un parere preliminare. È stata anche istituita una Commissione per valutare tale abbattimento, e siamo in attesa che la stessa si pronunci.
Nei precedenti incontri con la Soprintendenza, però, è emerso, c’è da dirlo, un certo scetticismo; non per via del valore artistico o architettonico delle “casette” in sé, quanto piuttosto per via dell’ormai consolidata conformazione urbanistica di piazza Duomo. Siccome è così da duecento anni, allora dovrà essere così per sempre. La Soprintendenza però, pur nell’esercizio legittimo delle sue funzioni consultive e autorizzative, ignora un aspetto decisivo: se di preservazione della storia si tratta, allora non è chiaro perché debbano essere ignorati, nel giudizio, duecento anni di documenti d’archivio che testimoniano una volontà ferrea e costante delle istituzioni e della popolazione larinesi di abbattere quell’immobile. Si ignorino pure i precedenti seicento anni di storia, si ignori la funzione di quella piazza, il suo valore storico, artistico, architettonico, politico, culturale, religioso, ecc., si ignori tutto: ma non si ignori un desiderio e una lotta lunghi duecento anni, opponendo a essi la fredda e astratta applicazione di un principio generale, legato tra l’altro al modus pensandi di quest’epoca determinata, quello del “resti tutto com’è”.
Abbiamo fiducia nella Soprintendenza, nel fatto che la Commissione abbia avuto modo di leggere le relazioni e i documenti d’archivio, e non possiamo che augurarci la conclusione positiva dei lavori. Chiediamo quindi, come Comitato Cicero ProLarino e come Gruppo Animatori Centro Storico Larino, all’Amministrazione comunale di farsi ancora una volta portavoce di una volontà popolare plurisecolare. La volontà, troppo spesso inascoltata, di mostrare la bellezza che ci ha lasciato in eredità la nostra storia”.