LARINO. Pomeriggio da ricordare, di quelli che fissi per sempre nelle pagine del tuo diario per raccontarlo ai posteri: “io c’ero, quel giorno quando il grande Sebino Nela venne a Larino, venne nel nostro club”. Davvero un pomeriggio di grandi emozioni per il neonato club della Roma intitolato a Claudio Ranieri e per i suoi ben 110 soci che hanno fatto sentire, con la presenza o con vari messaggi, tutta la loro ‘fede’ per i colori giallorossi e per quel giocatore, quell’incredibile Hulk che smessi i panni da calciatore, arrivato alla soglia dei 60 anni ha deciso di raccontarsi e di raccontare ‘Il vento in faccia e la tempesta nel cuore’ della sua vita.
Due i momenti vissuti dai tifosi giallorossi. Il primo, l’arrivo di Nela al Bar Carfagnini, la centralissima location frentana che il giovanissimo Pierpaolo Sia insieme al suo papà, al presidente Franco Rainone e agli altri soci ha scelto come luogo di ritrovo trasformandola, di fatto, in sede del club. Qui tra bandiera e maglie della Roma, l’ex terzino della lupa è stato accolto da un vero e proprio tifo da stadio. Anticamera del gesto beneaugurante del taglio del nastro fatto a quattro mani con la piccola tifosa giallorossa Cecilia. Foto di rito, il tempo di soffermarsi su alcuni particolati dell’evento, un brindisi e poi tutti a Palazzo Ducale.
Nella consueta sala Freda, moderato dal giornalista Francesco Di Giacomo si è svolto l’incontro ufficiale tra Nela e l’amministrazione comunale frentana che ha voluto donare al campione azzurro una targa ricordo così, come del resto fatto, poco prima dal responsabile del Roma Club. E’ toccato alla collega Anna Maria Di Pietro dialogare con Nela per conoscere più da vicino cosa l’ha indotto a scrivere un’autobiografia. “Non avrei mai pensato di scrivere un libro, ma Giancarlo Dotto mi ha seguito per un po’ di anni, lui voleva farlo, la sua testardaggine di sardo-genovese non lo faceva arretrare, ma io più volte avevo detto che sarebbe stata l’ultima cosa che avrei mai potuto fare. Poi ho detto perché no. Non è stato facile, ci ho pensato qualche anno. Io ho sempre tenuto dentro le mie cose più nitide, ma a 60 anni ho ritenuto giusto che un uomo si potesse raccontare”.
E Nela nel suo racconto ha voluto raccontare Sebastiano con la scusa di raccontare Sebino. Mettersi a nudo come mai aveva fatto prima, prima di tutto a se stesso. “Picchia Sebino!” lo incitavano allo stadio: è arrivato il momento di raccontare come Sebastiano è stato picchiato. Di raccontare le vittorie, ma soprattutto le sconfitte, gli applausi della gente e gli sfregi del destino, l’abbraccio dei tifosi e gli amori sfortunati, l’impeto e le debolezze, la salute prorompente e la malattia che lo spaventa, la gioia per lui impossibile da manifestare e le lacrime che non si vergogna di versare in pubblico.
Un uomo, un uomo di sport che ha letteralmente entusiasmato i presenti regalando forti emozioni ai tifosi della Roma e a quanti l’hanno incontrato. Il tutto nella città di Biscardi. E a proposito dell’indimenticabile volto del giornalismo sportivo italiano, Nela è stato accompagnato dal sindaco Puchetti e da altri amministratori, oltre che dai parenti, a visitare il vicino museo dedicato proprio ad uno dei figli più illustri della città frentana.