E poi ancora le maschere isolate, un contest tutto nuovo e tante altre novità. Una manifestazione di cultura che unisce grandi e piccoli per 365 giorni l’anno.
LARINO. Il conto alla rovescia è formalmente partito: mancano 5 mesi alla cinquantesima edizione dello storico Carnevale di Larino. L’associazione Larinella del presidente Danilo Marchitto, d’intesa con l’amministrazione Puchetti, con l’assessorato alla cultura guidato da Iolanda Giusti, ha scelto nuovamente la splendida location dell’atrio del Palazzo Ducale per ‘celebrare’ la notte dei bozzetti, il primo grande evento della storica manifestazione carnevalesca, vanto e prestigio non soltanto della città frentana, ma dell’intera regione Molise. Un’occasione pubblica per presentare alla stampa, al mondo che ruota intorno al carnevale i protagonisti dell’edizione numero 50, i carri che presenzieranno alle nozze d’oro della città con il Carnevale.
La manifestazione, svoltasi alla presenza di un pubblico davvero numeroso, è stata condotta come sempre da colui che nel tempo è diventato la voce stessa del carnevale, ossia Gianluca Venditti. Lui funambolo della parola ha condotto i protagonisti lungo i percorsi della serata che è cominciata con le parole dell’assessore Giusti che ha rimarcato ancora una volta l’importanza del Carnevale per Larino e per i larinesi come momento attraverso il quale si costruisce cultura e si creano le condizioni per la sana partecipazione dei giovani alla sua realizzazione. Una manifestazione dove le sinergie diventano testimonianza di come si possa fare e fare bene.
Il presidente Marchitto ha voluto sottolineare, nel suo intervento, il grado raggiunto dai maestri cartapestai larinesi, l’importanza dei temi che saranno trattati in questa storica edizione, l’importanza del fare gruppo nonostante sia pur sempre un concorso dove uno è il vincitore e gli altri arrivino secondi, terzi e così via. Il ricordo è andato ad alcune edizioni del secolo scorso, oggi però nonostante ci sia competizione, i gruppi costruttori lavorano fianco a fianco, interagiscono tra loro, coltivano tutti l’amore per il carnevale.
Naturalmente, l’avvio dell’edizione 2025 non poteva che partire dalla riconsegna del trofeo Larinella da parte del carro vincitore dell’edizione 2024. Tornata a casa la maschera simbolo del carnevale larinese, il buon Venditti, seguendo la scaletta, ha voluto annunciare una delle novità dell’edizione 2025 ossia un concorso speciale aperto a tutti i cui dettagli saranno resi pubblici nelle prossime settimane. E poi l’estrazione dei biglietti della lotteria che ha fatto felici quindici fortunati acquirenti dei dettagli, con il primo estratto che si è aggiudicato un viaggio in Italia di tre giorni e due notti offerto direttamente dall’associazione Larinella.
La visione del docu-film realizzato dalla ‘Termoli Comics & Games’ ha fatto poi da preludio al momento topico della serata, ossia i bozzetti, ma prima dei carri, le maschere singole, ossia creazioni in cartapesta realizzate da giovani e meno giovani costruttori che hanno scelto di cimentarsi nella realizzazione di parodie carnevalesche.
Il primo ad essere presentato è stato Luigi Albanese che porterà in scena la parodia del colossal da oscar il ‘Gladiatore’ che per il Carnevale di Larino diventerà Il ‘Grigliatore’.
Insieme al ‘Grigliatore’ animerà l’edizione 2025 anche la creazione artistica di Teresa Messina ed il suo gruppo di amici, ossia l’Edizione straordinaria del Carnevale’.
Svelate le maschere singole, si è passati ai bozzetti dei carri partendo dai quattro di seconda categoria che sono:
Gruppo Costruttore I Trebbiatori che realizzeranno il carro denominato ‘SANITA’ ALLO SBARAGLIO’.
“L’allegoria che abbiamo rappresentato affronta un tema di primaria importanza per il presente e il futuro del Molise: la sanità, una materia di competenza dell’amministrazione regionale, la quale ha progressivamente ridotto all’osso i servizi di base a disposizione della popolazione. Nel corso degli anni, l’intera regione ha assistito alla chiusura di ospedali e reparti che, durante la loro attività, avevano raggiunto prestigio nazionale grazie agli specialisti che vi operavano, diventando una risorsa fondamentale per il territorio. Questa risorsa, tuttavia, è stata progressivamente smantellata dalle amministrazioni che si sono succedute, causando gravi danni alla popolazione, spesso costretta a recarsi fuori regione per accedere a servizi essenziali, negati da un’amministrazione assente e più attenta agli interessi privati che a quelli dei cittadini. Anche gli operatori sanitari hanno subito le conseguenze di questa situazione, trovandosi obbligati ad accettare incarichi in altre strutture, spesso fuori dal Molise. La mancanza di servizi sanitari essenziali ha aggravato una situazione sociale e demografica già critica, accelerando il fenomeno dello spopolamento della regione. Proprio per questo motivo, abbiamo ritenuto fondamentale portare questo tema all’interno del carnevale, rappresentando una realtà drammatica e dando voce a una popolazione costretta a vivere questa condizione. Come maschera principale, abbiamo scelto di rappresentare un Gorilla guarnito da una corona d’oro: forte e imponente, sicuro della sua posizione dominante e accecato dalla sua ingordigia, egli si muove goffamente ma con forza, distruggendo tutto ciò che lo circonda. Questo simbolo rappresenta la crisi sanitaria, con ospedali distrutti, strutture obsolete e personale medico esausto, costretto a sopperire alla carenza di colleghi nei vari
reparti. Il nostro carro allegorico è un grido d’aiuto rivolto a un’amministrazione che spesso finge di non vedere i disagi della popolazione che dovrebbe rappresentare e tutelare. Resistiamo, finché possiamo”.
Gruppo “Miseria e Nobiltà” presenta “CARNEVALE E’ ALLEGRIA…MEZZO SECOLO DI MAGIA“
“Il carnevale di Larino e il film “ Altrimenti ci arrabbiamo” con Bud Spencer e Terence Hill hanno in comune il traguardo dei 50 anni. Il gruppo “Miseria & Nobiltà” ha trovato il modo di festeggiare tale anniversario con ciò che accomuna i due eventi: il divertimento per grandi e piccoli, il colorato caos rappresentato dai palloncini come la famosissima scena del film e l’essere Icona indiscussa di generazioni e generazioni, con un Duo stellare ed un carnevale sempre più protagonista del territorio e in Italia.
“Carnevale è allegria… mezzo secolo di magia!!!” è un mush-up creativo con il tema centrale riferito all’evento larinese, cresciuto e migliorato in questi cinquant’anni, tra allegria, colori e pura magia per grandi e piccoli. Bud e Terence sulla loro “carriola”, la Dune Buggy rossa con cappottina gialla, tornano a sfrecciare nelle strade della splendida città di Larino mentre intorno a loro i fotogrammi della pellicola srotolata inquadrano momenti cult dei carnevali passati, in un’apoteosi di divertimento e nostalgia.
L’Associazione CarneValieri porterà in scena “BALLA BALLERINA”.
“La violenza nei confronti delle donne è un fenomeno storico che origina in società patriarcali, caratterizzate dal disequilibrio di potere tra donne e uomini. Basato su una falsa superiorità maschile sulle donne, per controllare le loro vite, i loro corpi e la loro sessualità.
Ancora oggi, nonostante le numerose associazioni e campagne volte a contrastare sempre più tale fenomeno, troppi sono ancora gli episodi di violenze che in molti casi sfociano nella loro forma peggiore il FEMMINICIDIO.
La violenza nei confronti delle donne può assumere varie forme: quella silenziosa di una moglie e madre che per paura non denuncia il proprio marito o compagno; quella inaspettata di chi cammina per strada ma viene bloccata senza che nessuno veda e senta nulla; subdola come quella online; oppure quella consapevole di un datore di lavoro che pensa all’abuso di potere sia “normale” per conservare il posto o fare carriera. C’è ancora molto da fare, come dimostrano i dati Istat basati sulle chiamate effettuate al numero antiviolenza 1522, secondo i quali 1 donna su 3 subisce qualche tipo di violenza di genere e ogni 11 minuti una donna o una ragazza viene uccisa da un familiare. Anche noi vogliamo metterci del nostro, ed è così che nasce BALLA BALLERINA un inno alla libertà, alla vita. La DONNA viene rappresentata in tutto il suo fascino da una ballerina di carillon, con un vestito candido che con il suo movimento circolare e con una melodia delicata e armoniosa crea una magia unica importante per la nostra vita. E poi c’è lui l’aguzzino che si nasconde e aspetta ignoto solo il momento giusto per mettere in atto il suo piano. Con le sue lunghe mani, cerca di fare di sua proprietà la ballerina intrappolandola con delle lunghe funi come fosse un burattino (VIOLENZA E ABUSI) impedendogli il suo movimento circolare e armonioso (LIBERTA’). Rimanere in silenzio andrà solo ad irrobustire queste funi impedendo alle donne di ottenere l’aiuto di cui hanno bisogno. Ad alta voce diciamo BALLA BALLERINA!!!! Ed è così che solo parlandone e confidandosi con qualcuno e denunciare è il primo passo verso la libertà, la riconquista della propria dignità e soprattutto il primo passo contro la salvezza solo così si potranno spezzare queste funi e la ballerina potrà tornare libera. Si spera che in futuro tutto questo si possa risolvere facendo prevenzione dall’infanzia e attuando leggi più severe che possano proteggere chiunque, a prescindere dal sesso. La violenza su le donne non ha ragione di esistere!.
Il Gruppo Arte e Follia presenta ‘L’ULTIMO PIANETA‘.
“La draghessa, guardiana millenaria della Terra, osservava con angoscia il declino di un mondo che aveva giurato di proteggere. Quella che un tempo era una terra rigogliosa e armoniosa, ora si trasformava in un luogo di morte e distruzione. Inutili guerre divoravano popoli, mentre la natura veniva saccheggiata senza pietà, i cieli anneriti dai fumi, i mari soffocati dai rifiuti. Volando sopra le rovine di un pianeta morente, la draghessa scoprì con orrore la verità: non era una forza oscura a portare la fine, ma l’uomo stesso. L’umanità, accecata dalla propria avidità, stava consumando il pianeta dall’interno, condannandolo a un’inevitabile rovina. Era già troppo tardi per riparare i danni? Ora, la draghessa era di fronte a una scelta fatale: annientare definitivamente ciò che rimaneva, porre fine alla sofferenza della Terra, o tentare di far comprendere all’uomo la devastazione che stava infliggendo. Ma il tempo stringeva, e l’umanità sembrava cieca, sorda davanti alla catastrofe imminente. Forse non c’era più speranza, e i suoi stessi cuccioli avrebbero ereditato solo un cumulo di cenere”.
Ed ecco i quattro carri di prima categoria in gara:
L’associazione Carnaval realizzerà il carro “SOGNO O SON DESTO?”
“Il carro allegorico “Sogno o son desto?” rappresenta il contrasto tra il desiderio dell’umanità di esplorare nuovi pianeti e la sua trascuratezza nei confronti della Terra, il nostro unico e prezioso pianeta. Al centro della scena troneggia un imponente astronauta, incarnato nel volto di Elon Musk, che simboleggia l’ambizione umana di spingersi oltre i confini del cosmo. Il grande visionario della conquista dello spazio, pronto ad approdare su Marte entro i prossimi cinque anni, con un sorriso di meraviglia rappresenta la spinta dell’umanità verso l’ignoto, la voglia di esplorare nuovi mondi e di superare i propri limiti. Alle sue spalle, un grande razzo è pronto a decollare, mentre sotto di esso fabbriche inquinanti e ciminiere, che vomitano fumo grigio, illustrano la distruzione e l’abbandono del nostro pianeta. La Terra, rappresentata con crepe e segni di sofferenza, è un monito visibile della realtà che stiamo lasciando alle spalle: un mondo in declino, trascurato, mentre l’umanità si perde nel sogno di altri mondi.
Questo carro invita alla riflessione critica: “Mentre guardiamo verso il futuro e le stelle, stiamo davvero realizzando un sogno o stiamo fuggendo dalla realtà?”
Il titolo “Sogno o son desto?” serve da provocazione: siamo veramente svegli, consapevoli delle conseguenze delle nostre azioni, o siamo intrappolati in un sogno illusorio, pensando che fuggire nello spazio possa risolvere i problemi terrestri? Tuttavia, il vero messaggio del carro risiede nella piccola oasi verde, nascosta tra la desolazione, che simboleggia la bellezza e la vita ancora presenti sul nostro pianeta, la speranza e la possibilità di un futuro migliore; un futuro in cui l’umanità possa tornare a prendersi cura della sua casa, la Terra, senza rinunciare ai sogni di esplorazione”.
Il gruppo della GIOVENTU’ FRENTANA realizzerà il carro ‘INVOLUTION‘
“Nella penombra di un’antica foresta, dove i raggi del sole filtravano attraverso le fronde degli alberi secolari, in un’epoca in cui il mondo era ancora selvaggio e inesplorato, si aggirava un uomo. Un uomo diverso da quello che conosciamo oggi, dall’aspetto più simile ad una scimmia ma un uomo vigoroso, abile, abituato a camminare a lungo, a orientarsi con le stelle e ad affrontare sfide quotidiane. Ora, quell’uomo, seduto in una poltrona ergonomica, con lo sguardo fisso sullo schermo del suo tablet, non ha più bisogno di ricordare la strada per tornare a casa: il GPS lo fa per lui. Anche nelle sue relazioni, non parla più faccia a faccia ma attraverso messaggi di testo e faccine animate. Tutto sembra così vicino, così immediato, così semplice, eppure qualcosa sembra mancare. Il suo corpo, che un tempo era forte e resistente, ora non lo è più. I suoi antenati avrebbero corso per chilometri, cacciato, raccolto cibo, affrontato il freddo e il caldo. Lui, invece, vive in una bolla di comfort. La tecnologia ha creato un mondo così sicuro che non ha più bisogno di lottare per nulla. Anche la sua mente, un tempo vivace, sembra essersi adagiata. Un tempo era curioso, rifletteva su
problemi complicati, cercava risposte profonde. Ora, gli basta una rapida ricerca su internet per trovare ciò che gli serve. E quel flusso costante di informazioni, quella pioggia continua di notifiche, non gli lascia il tempo di fermarsi a pensare davvero. La sua attenzione è sempre più frammentata. E c’è di più: anche le sue emozioni sembrano cambiate. Quando parla con qualcuno attraverso uno schermo, non riesce a cogliere davvero quello che l’altro prova. Le conversazioni virtuali sono rapide, superficiali, prive di quella profondità che un tempo caratterizzava i rapporti umani. Immagina un futuro non troppo lontano, in cui l’umanità, dopo aver conquistato ogni vetta del progresso tecnologico, si ritrova prigioniera del suo stesso successo. La vita è facile, quasi automatica. Ovunque ci si guardi, schermi luminosi, strade affollate di veicoli autonomi e intelligenze artificiali rispondono ai bisogni più semplici. Le persone non hanno più bisogno di alzarsi dalle loro sedie per muoversi, né di pensare troppo. La tecnologia fa tutto per loro, anche grazie all’aiuto di robot dall’aspetto umano, in grado di svolgere qualsiasi mansione. La tecnologia è sicuramente stata una conquista straordinaria, ma forse, nel suo cammino verso il progresso, l’umanità ha perso qualcosa di fondamentale. Ha perso la connessione con sé stessa, con il proprio corpo, con la propria mente, con gli altri esseri umani. In un mondo così iper-connesso, l’umanità sembra aver perso la vera connessione. Alla luce di quanto appena detto, la domanda sembra ovvia: Ci siamo realmente evoluti? Oppure stiamo assistendo ad un’inesorabile involuzione della specie umana? È da questa domanda che nasce la nostra idea. Il nostro è dunque un invito a riflettere su dove stiamo andando come specie, con la rappresentazione di un viaggio attraverso il tempo e simboleggiando l’involuzione della specie umana in relazione all’evoluzione della tecnologia. Mentre il progresso tecnologico avanza, è fondamentale considerare come le nostre scelte quotidiane e i nostri comportamenti possano influenzare non solo il nostro futuro, ma anche quello delle generazioni a venire. Una coscienza critica e un impegno verso valori più profondi potrebbero essere la chiave per invertire questa tendenza e promuovere un’autentica evoluzione, non solo in termini biologici, ma anche sociali e culturali. Forse, l’involuzione non è un mostro che striscia nell’ombra, ma qualcosa che è già qui, invisibile, nascosto dietro la patina lucida del progresso. Ma c’è ancora speranza. L’uomo ha il potere di scegliere, di ritrovare ciò che ha perso e di riconquistare il mondo là fuori, un passo alla volta”.
Il gruppo dell’Officina dell’Arte realizzerà il carro ‘PROGRESS IN ACTION‘
“Nel corso degli ultimi anni è entrata a far parte della nostra quotidianità una delle tecnologie più rivoluzionarie del nostro tempo: l’INTELLIGENZA ARTIFICIALE. Applicabile in diversi settori, l’IA sta rivoluzionando la nostra società, favorendo un aumento della produttività e apportando notevoli cambiamenti in campo tecnologico e scientifico. Essa svolge, inoltre, un ruolo cruciale nella salvaguardia dell’ecosistema. Grazie alla sua capacità di analizzare grandi quantità di dati e prevedere scenari futuri, offre opportunità senza precedenti per la protezione degli animali in via d’estinzione. L’IA, combinata con droni e sensori, può monitorare le popolazioni di animali nelle aree più remote o difficili da raggiungere, tracciando i loro spostamenti e il loro stato di salute. Le specie più a rischio sono gli animali esotici, in quanto, vivendo in zone colpite dal disboscamento nelle foreste e subendo il cambiamento climatico, non riescono a sopravvivere e a riprodursi. Solo affidandosi a questo tipo di tecnologia, usandola nella maniera più appropriata e coscienziosa, si può pensare di trovare una soluzione a questo tipo di problemi. L’Officina Dell’Arte, in questa edizione del Carnevale 2025, vi farà viaggiare negli abissi dell’Amazzonia, dove vive l’iguana esotica in via d’estinzione, protetta dai “custodi dell’intelligenza artificiale”.
Il gruppo dei ‘gatti Randagi’ porterà in scena il carro ‘BEATAMENTE DANNATI‘
“La Commedia dantesca trova molti apprezzamenti in un’epoca come la nostra ove gli uomini, trascinati nel vortice del proprio egoismo, privi di ideali e quindi punti di riferimento fissi e stabili, si identificano maggiormente nell’Inferno dantesco, con le sue intense passioni, i suoi personaggi immortali e dannati e le sue grandi tragedie. L’uomo sempre più si contrappone al Cielo, smarrendo la dritta via e per questa ragione è colpito dai mali dell’anima e dalle depressioni spirituali tanto da cercare di evadere dalla realtà e rifugiarsi in mondi illusori, fittizi, virtuali, che Dante identifica con la selva oscura. Ci troviamo così difronte al declino di una società travagliata e perduta che cerca di ancorarsi ad uno scoglio per evitare il naufragio definitivo nella tempesta della crisi culturale, antropologica e valoriale.”
Una serata, la prima del Carnevale 2025. E da domani si comincerà a far sul serio mancano solo 5 mesi alle nozze d’oro della città con il suo carnevale.