LARINO. Abbiamo anticipato come, grazie all’amico Berardo Mastrogiuseppe, sociologo e vero cultore di memorie della città frentana, avremmo pubblicato uno dei tanti avvenimenti storici in cui protagonista fu l’allora giovane tenente Antonio Cristinziani. Ebbene, oggi pubblichiamo questa storia, quella di un giovane larinese che, come volontario negli anni della Guerra Civile spagnola, conquistò agli ordini del generale Domenico Mittica, schierato nel battaglione Cerro del Toro facente parte del primo reggimento misto delle ‘Frecce Azzurre, il ‘vulcano di fuoco’ del Mirablanco nei tre giorni compresi tra il 25 ed il 28 marzo del 1938.
La pubblicazione in questo luglio 2024, non è causale. Proprio nel mese di luglio di 38 anni fa, la vita del protagonista di questa storia fu barbaramente recisa da una mano rimasta, a distanza di tanti anni, impunita. Ma di questa vicenda magari torneremo a parlare in un prossimo scritto perché il Cristinziani dopo quella esperienza bellica che gli valse diverse medaglie al valor militare, proseguì il suo servizio allo Stato occupando tantissimi altri posti di rilievo fino all’ultimo nella Polizia con il grado di generale.
Prima di parlare del giovane tenente e la sua impresa, vogliamo anche riferire che dopo la nostra prima pubblicazione su uno dei rappresentanti della famiglia Cristinziani, sia noi che lo stesso Berardo siamo stati contattati dal figlio del generale (oggi ottantenne) che si è detto piacevolmente sorpreso dal materiale che abbiamo avuto modo di pubblicare. Tanto che capiterà, verosimilmente, nelle prossime settimane di incontrarlo e magari sentire dalla sua voce, racconti inediti dell’uomo, marito e padre Cristinziani.
“Cominciamo con il ricordare – ha affermato Berardo – che la famiglia Cristinziani era originaria di Montorio nei Frentani. Il generale era stato il secondogenito di cinque figli. Pur essendosi laureato in giurisprudenza presso l’Università di Firenze, preferì dedicarsi alla carriera militare. Un altro fratello, Davide, dopo di avere praticato un’identica tipologia di studi all’ ‘Alma Mater’ di Bologna, volle abbracciare la medesima carriera, fino a conseguire il grado di generale nell’Arma dei Carabinieri. Richiamato alle armi, nel 1936, in qualità di sottotenente di complemento nel XXXI Reggimento di Fanteria di stanza a Napoli, avrebbe voluto partire per l’Africa orientale italiana; ma, solo due anni dopo, riuscì ad essere destinato in Spagna, dove rimarrà fino al 1939”.
Una testimonianza lo ricorda raccontando episodi salienti che sottolineano “la stima e la fiducia dei suoi superiori, dei colleghi e dei dipendenti”. Il Ministero stesso lo insignì di una Croce di guerra conseguita a Mirartojanca nel 1938, di una d’argento al valor militare guadagnata a S. Colonna de Queralt nel 1939 e poi di una seconda assegnata in virtù “di un’arditissima operazione in cui si era posto alla testa di un audace manipolo d’uomini con cui aveva guadagnato posizioni nemiche, uomini e materiali. Ed una, come già anticipato dalle nostre colonne, conferita ma mai assegnata in vita che forse giace ancora negli archivi del Ministero della Difesa.
In Spagna, tra i legionari italiani, entrò a far parte del Battaglione Cerro del Toro facente parte del Primo Reggimento Misto denominato ‘Frecce Azzurre’ e si pose agli ordini del generale Domenico Mittica e con i suoi uomini partecipò a diverse battaglie che videro protagonista il reggimento misto, tra cui anche la più importante fatta da questo battaglione, ossia la conquista del Mirablanco. Una battaglia -ricorda ancora Mastrogiuseppe – tremenda e sanguinosa che si combatté sulle cime della vetta spagnola, vista come un vulcano di fuoco dove l’esercito dei ‘rossi’ si era assiepato. Una conquista che consentì di liberare tutte le strade consentendo alle truppe di poter puntare poi su Gandesa e, di qui, a Morella.
Mastrogiuseppe, come sempre è un fiume in piena di notizie. La storia che racconta gli scorre nelle vene, come la constatazione del fatto che in pochissimi la conoscono e di come lo stesso Stato di allora, guidato da Benito Mussolini, l’abbia in qualche modo fatta passare in secondo piano, perché fatta di azioni di guerra condotte da un esercito, si italiano, ma unito a quello spagnolo. Sempre Mastrogiuseppe poi ci riferisce delle lodi che vennero espresse al Cristinziani, con ogni probabilità al suo rientro in Italia proprio dalla Penisola iberica.
“Nella nobile terra iberica restò per circa trenta mesi, distinguendosi dovunque, per valore, abnegazione, per spirito di sacrificio non comune. L’eroico e giovanissimo ufficiale si guadagnò presto la stima e la fiducia dei suoi superiori, dei colleghi e dei dipendenti. Non vi era impresa in cui il tenente Cristinziani non facesse parte. Gli stessi suoi dipendenti lo ricordano con nostalgico amore, compiacendosi di raccontare a tutti gli episodi più salienti cui il loro giovane ufficiale aveva preso parte. Molte proposte di ricompensa al valore militare sono in corso di istruttoria presso il Ministero della Guerra, per atti di valore di indiscussa importanza cui il tenente Cristinziani ha preso parte attiva. Il suo petto ora si orna di una croce di guerra al valore militare avuta a Mirablanco il 28 febbraio 1938, di una medaglia d’argento al valore militare avuta a S. COLONNA de QUERALT il 16 gennaio 1939 ed infine di una seconda medaglia d’argento al valor militare avuta a S. ANTONINO-PALAMOS il 5-6 febbraio 1939 con la seguente superba motivazione: “In una arditissima operazione notturna volontariamente si poneva alla testa di un audace manipolo e nonostante intenso tiro di armi automatiche avversarie conquistava dopo violento corpo a corpo le minutissime posizioni nemiche catturando uomini e materiale. Dopo una notte di continue pattuglie, dodici ore più tardi di nuovo volontariamente era guida agli uomini di punta e da solo assaltava a bombe a mano un trincerone fortificato costringendo il grosso dei difensori alla fuga, catturando uomini ed armamento e rendendo così del tutto facilitato al grosso del reparto il raggiungimento degli obiettivi finali. Esempio continuo, singolare di temerario ardire, e slancio incomparabile”. La sola motivazione or ora riportata ci parla da sé e con efficacia mettendo in giusto rilievo gli alti meriti conseguiti da questo caro figlio di Larino, la quale è fiera di salutarlo “eroe” accogliendolo con estrema tenerezza materna nel suo generoso grembo”.
Una testimonianza che basta da sola a far capire di che spessore, militare ed umano, era fatto il tenente Antonio Cristinziani, quale ardimento e passione caratterizzò le azioni si guerra di quel manipolo di uomini che fecero parte delle gloriose Frecce Azzurre. Sempre Berardo poi aggiunge esiste un articolo, unico del suo genere, pubblicato in Italia sul quindicinale ‘Vent’anni’ del 1 maggio del 1938 – XVI dell’era fascista- Anno V, n.13 II anno dell’impero, dove alle pagine 6 e 7 viene descritta la conquista del Mirablanco e dove si legge, tra gli altri protagonisti testualmente “Ecco Cristinziani, sempre dinamico colle sue mitragliatrici si sposa da una località ad un’altra proteggendo con il suo tiro preciso le truppe che avanzano avanzando lui stesso”. Una conquista, quella del Mirablanco che comportò ben 209 morti.
Una storia di quasi un secolo fa a cui peraltro parteciparono – aggiunge sempre Berardo – anche altri larinesi, oltre al Cristinziani, sempre con il grado di tenente ci fu Antonio Tarasca ufficiale in s.p. e della Milizia reduce dalla campagna di Africa, ‘dove già il suo petto si ornava della prima distinzione al valore e della Croce di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, partecipò per 20 mesi alla Campagna spagnola portando su questo fronte tutto il suo ardore giovanile, il suo coraggio indomito e lo sprezzo del pericolo, guadagnandosi una medaglia d’argento al valor militare e varie proposte per altre ricompense, e la promozione a Centurione. Con loro anche la Camicia Nera Giovanni Giorgetta, caduto eroicamente nella battaglia di Guadalajara. GIOIA Michele, LANOSA Alfredo, MILANO Michele, BIZZARRO Vincenzo, DE VITO Primiano, VINCELLI Antonio, VERDECAMPO Domenico, ZAMPIELLO Pasquale, TAMILIA Luigi, FACCHINO Giuseppe, CASTALDI Eduardo, tutti si sono distinti in mille atti di eroismo e di valore. Fra essi sono da mettersi in giusto rilievo i fratelli Pardo e Paolo BATTISTA, il primo medaglia d’argento e il secondo ferito e mutilato; Giuseppe DANESE, promosso sul campo Capo Squadra per merito di guerra; Antonio FERRITTO, valorosa Camicia Nera proposta due volte per due ricompense al valore militare per eroici fatti d’arme compiuti sull’Ebro ed a Sarrjoni.”
Ma la storia del tenente Cristinziani non finisce certo qui. Sempre grazie all’amico Berardo e magari, come detto, intervistando il figlio, avremo modo di conoscere altro di questo protagonista del secolo XX comprese le tantissime cartoline che dal fronte spagnolo riuscì ad inviare in Italia, che già di per sé costituiscono un unicum in fatto di collezionismo ma dove, come fatto sempre notare da Mastrogiuseppe, emergono tante altre storie che meritano di essere raccontate.
Come detto, il cultore Mastrogiuseppe persegue un fine di altissimo valore, quello di poter trovare presto un luogo fisico e non soltanto virtuale dove poter allestire con tutto il materiale a sua disposizione un museo dedicato alle Frecce Azzurre “sarebbe un unicum in Italia e nel mondo che darebbe ulteriore lustro alla nostra città”.
In conclusione pubblichiamo anche lo statino militare del Cristinziani che ricordiamo, venne ucciso, nella sua casa di campagna a Larino il 31 luglio di 38 anni fa.
1 – Reggimento Fanteria, dal 16/8/1936 al 13/9/1936 – S.Tenente di compl. 2 – Cap.no SCHIANO A., Magg. SOCCORSO M., Col. PEDRAZZOLI G. – Note caratteristiche – Ottimo S.Tenente comandante di plotone 3 – Bell’ufficiale, pieno di passione e di entusiasmo
1 – Battaglione d’assalto “Sierra Avila Frecce azzurre”, dal 14/4/1937 al 10/7/1937 – S.Tenente di compl. 2 – Cap.no FRAU G., Gen. GUASSARDO M.- Rapporto personale -3 – Deficienza di volontà, disciplina e spirito militare. In combattimento si è comportato bene.
1 – Reggimento “Frecce azzurre”, dal 10/7/1937 al 2/12/1937 – S.Tenente di compl. 2 – Cap.no GAMBONE E., 1° Sen. MITTICA D.- Rapporto personale 3 – Svelto, intelligente, dotato di ottime qualità militari. Possiede spirito di iniziativa, attaccamento al dovere e molto entusiasmo per la vita militare. Disimpegna il servizio con passione, con capacità e molto rendimento. In combattimento si è comportato bene. – Lo encomio per la passione con cui disimpegna il servizio.
1 – Reggimento “Frecce azzurre”, dal maggio 1938 al 10/12/1938 – S.Tenente di compl. 2 – 1° Cap.no SANTAMARIA C., 1° Sen. MITTICA D., T.Col. i.g.s. FRECOSI P. – Rapporto personale -3 – Ufficiale intelligente, attivo. Sa bene comandare il plotone mitraglieri. E’ ufficiale sul quale si può fare pieno affidamento.
1 – Reggimento “Frecce azzurre”, dal 10/12/1938 al 13/4/1939 – S.Tenente di compl. 2 – 1° Sen. MITTICA D., T.Col. POZZUOLI L. – Rapporto personale – 3 – Di ottime qualità fisiche, intellettuali e professionali. Ha ottenuto risultati lusinghieri nel comando di plotone e della compagnia. Ha assolto brillantemente incarichi speciali. Si è comportato valorosamente in combattimento.
1 – Reggimento “Frecce azzurre”, dal 13/4/1939 al 2/6/1939 – S.Tenente di compl. 2 – 1° Sen. MITTICA D., T.Col. POZZUOLI L. – Rapporto personale – 3 – Ottime qualità fisiche, intellettuali e professionali. Valoroso in combattimento. Ha addestrato e comandato sempre bene il reparto. Ufficiale di ottimo rendimento.
235° Reggimento Fanteria “Piceno”, dal 2/3/1942 al 24/5/1942 – S.Tenente in s.p. 2 – Magg. BERSELLI A. T.Col. BORELLO F. – Rapporto personale – 3 – Ufficiale valoroso, dotato di mezzi fisici eccellenti, di intelligenza vivace, di carattere esuberante, in possesso di un’ottima cultura generale, professionalmente molto preparato. Dalle Note caratteristiche si rileva che durante tutta la Guerra civile ha mantenuto il grado di Sotto tenente. Ha militato: – Reggimento Fanteria, dal 16/8/1936 al 13/9/1936, – Battaglione d’assalto “Sierra Avila Frecce azzurre”, dal 14/4/1937 al 10/7/1937, – 10 luglio sarà trasferito al battaglione “Cerro del Toro” del primo Reggimento Frecce Azzurre, dove rimarrà fino ad ottobre 1938, – Reggimento “Frecce azzurre”, dal 10/7/1937 al 2/6/1939, al suo rientro in Italia viene aggregato al 235° Reggimento Fanteria “Piceno”.