LARINO. Abbiamo già detto in precedenza, come aver incontrato lo storico e sociologo larinese Berardo Mastrogiuseppe ci sta permettendo di riportare all’attenzione della cronaca, della vita presente di Larino fatti, personaggi e situazioni che sono sconosciuti ai più, ma che certamente andrebbero studiate da vicino per capire come, la gloriosa città frentana, alla fine dell’ottocento e agli inizi del novecento del secolo scorso, era diventata centro nevralgico di quel mondo dove, da una parte persisteva il potere della chiesa, dall’altro si stava affermando il Fascismo, ma dove nello stesso tempo rigogliosa era la fioritura della Massoneria.
Una Larino fatta di intellettuali, di famiglie aristocratiche, di famiglie che avevano scelto di investire propri capitali per costruire mulini e pastifici forti anche del fatto che prima che altrove proprio a Larino era arrivata la corrente elettrica. Famiglie che avevano, sempre con propri capitali, scelto addirittura di fondare una banca. Una società all’avanguardia dove con questo temine vogliamo indicare il fermento che vivevano i larinesi in un contesto storico, caratterizzato anche dalle guerre, di profonde trasformazioni storico-economiche e sociali.
Ebbene, in questo clima, in questo contesto, l’amico Berardo Mastrogiuseppe, in attesa di raccontare ai nostri lettori, tra le altre storie, le gesta dell’allora tenente Antonio Cristinziani nella Spagna franchista, la nascita della Frenter e dello stadio comunale, (solo per anticipare qualche tema) ha voluto ‘regalarci’, l’aveva in realtà fatto già una decina di anni fa con l’amico Michele Mignogna, le gesta di un altro larinese, quel Giulio Colesanti che, in qualità di direttore e prima firma del quindicinale ‘La vita del Molise’, proprio da Larino, lanciava un duro attacco al neonato partita fascista in un articolo di fondo del suo quindicinale dal titolo esso stesso emblematico: ‘I Famosi ‘miracoli’ del governo fascista’.
Un articolo che costituisce, come si evince dalla copia originale conservata da Mastrogiuseppe (riprodotta e donata alla biblioteca comunale), uno dei primi scritti contro il nascente partito fascista, buttato giù in occasione delle elezioni del 1924. Elezioni che videro lo stesso Giulio Colesanti candidato al Parlamento con la lista n.8 denominata Opposizione Costituzionale formata da sette candidati, di cui solo uno, l’ex sindaco di Napoli Errico Presutti riuscì ad essere eletto a dispetto dei candidati del cosiddetto Listone del partito fascista.
In questo fondo, l’illustre avvocato, fine intellettuale larinese, e, sempre secondo la documentazione raccolta negli anni da Mastrogiuseppe, esponente anche della Loggia Massonica ‘Giuseppe Mazzini’ di Larino, fa una disamina attenta e ragionata di tutto quello che stava producendo il nascente partito fascista giungendo in un passo dedicato all’autorità dello Stato ad affermare “ma quello che abbiamo già detto può bastare a rendere certi i nostri lettori che in ogni campo di attività, a proposito di qualunque si sia delle varie amministrazioni, vi sono forti critiche da muovere al governo fascista ed è facile dimostrare che l’opera sua, dove non è stata addirittura deficiente, è stata per lo meno ‘assolutamente’ sproporzionata, alle vanterie che se ne fanno: nulla di miracoloso e nemmeno di straordinario”.
“Questa documentazione – ci spiega poi l’amico Berardo – è solo una piccolissima parte delle mie ricerche. Come molti sapranno grazie ai miei studi, alla mia passione per la storia e la storia di questa nostra città, grazie al materiale raccolto, ho ricostruito, documenti alla mano, e perché no, anche con delle logiche conclusioni, gran parte di quelli eventi che segnarono gli inizi del secolo scorso a Larino ed ebbero risonanza con l’avvento del Fascismo e contemporaneamente della Massoneria. Pensate a Larino la loggia ‘Mazzini’ contava 13 fondatori così come il partito dei fasci da combattimento. Solo una coincidenza? Oggi Larino ha grandi manifestazioni, a me piacerebbe che si trovassero spazi e tempi anche per riportare alla giusta visibilità uomini come il suddetto Giulio Colesanti, uomini come il tenente Cristinziani, come Cesare Bevilacqua, solo per citarne qualcuno. Per questo, come già fatto, rivolgo un appello al sindaco, al presidente del consiglio, all’assessore alla cultura perché si trovino spazi adeguati da dedicare a questi illustri avi che hanno scritto pagine di storia patria di altissimo valore”.
Alla prossima Berardo, cominceremo a conoscere più da vicino l’allora tenente Cristinziani e le sue imprese belliche che gli valsero decine di medaglie, di cui – come ci ha anticipato Mastrogiuseppe – una è ancora ferma nelle stanze del Ministero della Difesa di Roma perché mai consegnata.