LARINO-LESINA. La nota città lacuale di Lesina, che si onora di venerare come Patroni principali due tra i più illustri figli dell’antico capoluogo frentano, ospiterà sabato 1° giugno prossimo la cerimonia di presentazione delle recenti “Note inedite sui Santi Martiri Larinesi” di Giuseppe Mammarella, Direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Termoli-Larino.
La manifestazione, che si terrà presso l’auditorium civico di Via M. Biscotti, nella zona del lungolago di levante, è organizzata, tra gli altri, dal Comune di Lesina, dalla locale Parrocchia dell’Annunziata e dal “Centro Studi per il Medioevo di Capitanata e Mezzogiorno d’Italia”.
Sono previsti i seguenti interventi: Primiano Leonardo Di Mauro, Sindaco di Lesina; Alessandra Marta Matarante, Assessore alla Cultura del Comune di Lesina; don Luca Di Domenico, Parroco in Lesina; Annalisa Panunzio, Presidente del Comitato Feste Patronali 2024 di Lesina; Iolanda Giusti, Assessore alla Cultura del Comune di Larino; Pasquale Gioia, Presidente del Lions Club di Larino; Aristide Vitiello, del “Gruppo Animatori Centro Storico” di Larino. La relazione è stata affidata a Salvatore Primiano Cavallo, noto Studioso di Storia lesinese. Concluderà l’autore Giuseppe Mammarella. Quest’ultimo illustrerà le motivazioni che lo hanno indotto a dare alla luce il suo nuovo lavoro particolarmente legato anche alla bella località pugliese.
E’ sempre vivo tra le popolazioni di Lesina e di Larino il ricordo delle due storiche visite effettuate in occasione delle solenni celebrazioni del XVII Centenario del Martirio dei Santi Larinesi.
Il primo imponente pellegrinaggio fu quello della comunità di Lesina, guidata dall’Amministrazione comunale e dal Vescovo di San Severo mons. Michele Seccia, che si riversò in massa a Larino il 25 aprile 2004 portando con sé l’artistico simulacro di San Primiano, opera del noto artista Giacomo Colombo. Nel pomeriggio di quel giorno era prevista l’accoglienza in Piazza del Popolo (area antistante il Palazzo di Giustizia) ed il lungo corteo processionale fino alla cattedrale. A causa della pioggia torrenziale, però, fu raggiunta direttamente la basilica dove, dopo il rito liturgico presieduto dal Presule pugliese mons. Seccia, avvenne l’incontro ufficiale tra le autorità delle due città con lo scambio dei doni.
Il 5 maggio dell’anno successivo furono tantissimi i larinesi, guidati dall’Amministrazione civica e dal Vescovo mons. Tommaso Valentinetti, a recarsi a Lesina al fine di completare il gemellaggio spirituale. Il bel tempo di quella giornata consentì l’accoglienza alle porte della città pugliese. Il lungo corteo, preceduto dal clero larinese, con l’artistico reliquiario a forma di braccio benedicente del XV secolo, contenente un frammento osseo di San Primiano venerato nella città frentana, dai gonfaloni dei due centri, dalle autorità, dalla bella statua del Colombo e da una moltitudine di fedeli, raggiunse la piazza antistante la parrocchiale della SS. Annunziata dove si svolsero tutti i riti programmati (discorsi e scambio di doni) con la concelebrazione liturgica presieduta, questa volta, dal Vescovo di Termoli-Larino mons. Valentinetti.
Il particolare rapporto tra le due comunità risale alla metà del IX secolo quando i lesinesi ed i lucerini, venuti a conoscenza dei “prodigi e miracoli, che si opravano in Larino per li meriti, ed a loro (dei Santi Martiri Larinesi) intercessione” si portarono a Larino e trafugarono i resti mortali dei Ss. Primiano e Firmiano traslandoli a Lesina. I lesinesi proclamarono subito i due Martiri loro Patroni principali ed eressero, in onore degli stessi, un tempio nel quale i presuli della città lacuale (Lesina fu sede vescovile fino a metà XVI secolo) stabilirono la loro cattedra.
E’ doveroso rammentare che in seguito alla distruzione di Lesina avvenuta nella seconda metà del XVI secolo a causa di un maremoto, i Governatori della Santa Casa dell’Annunziata di Napoli (feudataria del luogo) disposero, nel 1598, il recupero e la traslazione delle sacre spoglie dei primi due Martiri Larinesi nell’omonimo tempio partenopeo, dove sono tuttora custodite.