di Regina Cosco
SANTA CROCE DI MAGLIANO. Il simbolismo del fuoco, il suo significato culturale e la sua presenza rituale tornano in più di una festa popolare dello Stivale.
L’ accensione del fuoco correlata sovente al culto di un Santo, o ai ritmi della natura e del lavoro della terra, è immancabilmente occasione per riscoprirsi comunità. Ieri sera, come ogni anno, nella giornata tradizionalmente dedicata al culto di San Giuseppe a Santa Croce di Magliano si è rinnovato il rito dell’accensione dei Marauascə.
Il termine ‘marauascə’ – di origine albanese e di rimando alle origini storiche che interessarono l’area territoriale in cui sorge il comune di Santa Croce – indica un fuoco sacro e purificatore. Intorno ai fuochi si sono riunite famiglie e gruppi di amici, molti dei quali nei giorni antecedenti si sono ritrovati per il reperimento delle sterpaglie e del legname da bruciare.
Al fuoco si è abbinato il canto rituale del ‘Maichentó’, per il quale posizionandosi in cerchio e prendendosi per mano si è dato vita ad una sorta di danza propiziatoria. Di fatti, i versi della litania sono di invocazione ai santi, con un puntuale riferimento a Sant’ Antonio di Padova del resto, in origine, i fuochi venivano accesi la sera del 13 giugno. Nel calendario della tradizione locale, i Marauascə, subito dopo la Pasquetta del 5 gennaio si riconfermano un rito fortemente partecipato e conservano un alto valore socializzante.
(Grazie per le foto a SantacroceOnline)