LARINO. “Bisogna fare chiarezza sul disegno di legge Calderoli, sull’autonomia differenziata. Quello che come governo stiamo portando avanti è soltanto il modo attraverso cui stiamo attuando la nostra Costituzione alla luce di quella legge costituzionale numero 3 del 2001 che l’allora governo Amato ha approvato. Una legge che ha riscritto il titolo V della nostra carta fondamentale dando, già allora, 23 anni fa, più autonomia agli enti locali, partendo dalle regioni. Cosa che invece in questi anni non è stato fatto è porre in essere i livelli essenziali delle prestazioni, stabilire i criteri in base ai quali le regioni possono chiedere di gestire in autonomia determinate materie che non vuol dire disparità di trattamento ma maggiore responsabilità nel portare avanti programmazioni coerenti che non si allontanino mai dalla salvaguardia dei diritti delle persone”.
Questi, soltanto alcuni passaggi, dell’intervento del senatore Costanzo Della Porta invitato a Larino, dal locale circolo di Fratelli d’Italia guidato da Mena Bavota, a spiegare agli iscritti ma, più in generale alla cittadinanza, dall’interno diremmo, la portata del disegno di legge meglio conosciuto come Calderoli o, ancora, sull’autonomia differenziata delle regioni che tanto sta facendo discutere.
Nella sala del convento dei cappuccini, gli esponenti di Fratelli d’Italia, c’erano in sala alcuni sindaci, amministratori del territorio e cittadini, hanno avuto modo di confrontarsi con il relatore in Senato del ddl, grazie alla formula scelta proprio dal circolo ossia l’intervista condotta da Gino Lapenna al senatore e l’apertura al pubblico che ha così potuto porre domande dirette all’esponente molisano del partito della premier Giorgia Meloni.
I lavori sono stati introdotti dall’avvocato Bavota che ha voluto, in primis, ringraziare il senatore, l’amico Costanzo Della Porta per aver accolto l’invito del circolo di Larino di Fratelli d’Italia a presenziare ai lavori di un incontro fortemente voluto “per fare chiarezza sul disegno di legge sull’autonomia differenziata che da più parti viene strumentalizzato”.
Dopo l’intervento introduttivo della Bavota ha preso la parola il dirigente del circolo Gino Lapenna che, come sempre, con il suo fare professionale e competente ha, nel ruolo ‘dell’avvocato del diavolo’ posto domande a colui che in Senato è stato relatore del disegno di legge. Domande sugli aspetti della riforma e di come le regioni potranno chiedere o meno di avere più autonomia sulle 23 materie oggetto del ddl.
Tra le domande anche quella se tale ‘riforma’ è stata un’idea di Fratelli d’Italia o la conseguenza del programma di governo. “Se voi prendete il programma di coalizione di centro destra – ha spiegato Della Porta – vedrete al punto 3 i temi dell’elezioni diretta del premier e quello sull’autonomia differenziata. Sono cose scritte nel programma e che noi, con i nostri interventi, abbiamo migliorato partendo da un dato l’autonomia differenziata è prevista dalla Costituzione fin dal 2001, fin dal governo Amato che certo non è espressione del centro destra. Oggi noi, con il ddl Calderoli, stiamo dando attuazione alla nostra carta fondamentale, ma qualcosa andava cambiato, il ruolo del parlamento, la coesione nazionale ed il ruolo delle regioni. Regioni che si badi bene sono già autonome su determinate ed importanti materie. E lo saranno di più domani se chiederanno autonomia per tutte, o alcune delle 23 materie previste nel ddl. Il disegno di legge non spacca l’Italia come i sinistri vanno affermando e con i livelli essenziali delle prestazioni le cose andranno meglio. Perché – considerate ha aggiunto il senatore – in questi anni quello che è mancato rispetto alla riforma del 2001 è stato proprio l’attuazione dei Lep, fino a quando non saranno determinati e non saranno determinate le risorse l’autonomia non ci sarà”.
“Se la regione fallisce l’autonomia? – ha poi chiesto Lapenna – Con l’autonomia lo Stato ti chiederà conto ogni anno, quindi ci sarà maggiore controllo centrale sulle materie oggetto di delega. Attraverso due articolo il 2 e il 7 abbiamo scritto una clausola di supremazia con cui lo Stato potrà bloccare e revocare l’autonomia quando la regione non avrà garantito i diritti ai cittadini. Autonomia non significa “ognuno razzola a pascolo abusivo” al contrario ci sarà un maggiore controllo da parte dello Stato che oggi non c’è”.
Tanti poi anche gli interrogativi giunti dai presenti a cui il senatore ha ampiamente fornito spiegazioni chiudendo l’incontro con l’auspicio di tornare presto a Larino a parlare di un altro importante disegno di legge portato avanti dal suo partito e dall’intera coalizione, quello sull’elezione diretta del capo del governo.