di Vincenzo Di Sabato
GUARDIALFIERA. Domenica 17 marzo il vescovo di Guardialfiera Kornel Fabry “prenderà possesso” nella “sua Cattedrale”. Un rapido excursus sulla Diocesi: la “Diocesis Guardiensis”, istituita da Papa Alessandro 2° nell’A.D. 1061 risulta affidata e, avviata nel tempo, da un Petrus, primo Vescovo, il cui nome è scolpito su un macigno paleolitico, incastonato all’ingresso del tempio.
Per sette secoli e mezzo, ben 61 Vescovi ne maneggiarono il governo, fino al 27 giugno 1818, allorché Pio VII e Ferdinando I° dei Borboni, stipularono il Concordato di Terracina, in forza del quale, ahimè, vennero accorpate insieme tante piccole Diocesi, all’interno di più spaziosi territori.
Ultimo nostro Pastore residenziale fu mons. Filippo Speranza, il quale – in un’estasi di tenerezza o, in un ritaglio di tristezza dovuta proprio all’addìo – escogitò un rimedio per continuare a sopravvivere fra noi – figli del tempo – attraverso il suo grazioso concetto:’ “essere presente nel futuro”, avvalendosi di un generoso donativo: un raro e venerando guardaroba sacro, costituito da mozzette, rocchetti, stole, piviali, pianete, tonacelle nei vari colori liturgici, artisticamente ricamati in seta, o broccati con fili d’argento e oro. E d’argento son pure i tanti vasi sacri largiti in sua commeratio: pisside di armonie diverse; un assortimento di calici, teche, patene; croce astile, aspersorio e secchiello, turibolo e navicella. Ed, in particolare, da un imponente fastoso Ostensorio. Ciascun paramento o suppellettile è omologato dal suo emblema episcopale.
Poi 148 anni di “vacatio”. E, a sorpresa, il 22 aprile 1969, Paolo VI riesce a sbalordirci promulgando la Bolla di riabilitazione della Cattedrale di Guardialfiera, a “Titolarità”. Il 1° maggio successivo, festa di S. Giuseppe lavoratore, fu mons. Giovanni Proni, irrefrenabile Vescovo romagnolo di Termoli, a portarci il meraviglioso annuncio.
Da allora la nuova Cronotassi è giunta già a sette nuovi “Vescovi titolari”, tra cui mons. Juan Gerardi Conedera, il Presule che in Guatemala (laddove era Ausiliare) “ruppe il silenzio” sulle feroci dittature militari, sui potenti e i prepotenti del mondo. Un innamorato dell’uomo, uno strenuo propugnatore di pace: il martire dell’amore, ferocemente trucidato il 26 aprile 1998 dagli squadroni della morte, poco dopo la sua ultima visita a Guardialfiera. Ed è in corso il processo per la sua canonizzazione.
Ora, con i primi respiri di primavera, iI 17 marzo sarà addizionato a questi predecessori, il nostro nuovo Vescovo, mons.Kornél Emmanuel Fàbry eletto da Papa Francesco il 27 giugno2023. Egli è Ausiliare dell’Arcidiocesi Metropolitana di Esztergom-Budapest (Ungheria), ed è titolare della Cattedrale di Guardialfiera. E’, dunque, annoverato all’ottavo rigo dei “titolari”, dopo il riacquisito beneficio voluto da Papa Montini, divenuto Santo.
Mons. Fàbry nasce il 22 ottobre 1972 a Budapest. Compie gli studi filosofici e teologici presso quel Seminario Maggiore ed è membro dalla Comunità dell’Emmanuel, gruppo carismatico preposto a riscoprire i doni del battesimo. Ordinato Sacerdote il 17 giugno del 2000, consegue nel 2008 il Dottorato in Teologia Biblica, presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma. A Budapest, viene consacrato Vescovo sabato 2 settembre 2023. E, di Lui qui, si conosce già l’incandescenza delle sue emozioni e delle sue passioni. Giunge fra noi, avendo appena visitato “la martoriata Ucraina”, in qualità di messaggero di pace. E, da Budapet arriverà il 16 marzo, con un plotone di venti amici e familiari, desiderosi di leggere e capire e assistere, l’indomani 17 marzo, ad un rito speciale: “la Presa di possesso <del titolo> nella sua Cattedrale.
Si tratta di un cerimoniale suggestivamente sobrio: Il nuovo Vescovo bacerà il Crocifisso che gli porgerà Padre Anbu, il- parroco pallottino, provenuto dalle lontane Indie – e rimarrà in piedi brevemente, per un atto di venerazione. Lo stesso sacerdote gli porgerà l’acqua lustrale con cui aspergerà il clero e i fedeli. Si reccherà in seguito davanti al tabernacolo, inginocchiandosi per un momento di adorazione silenziosa.
“Gareggiando nello stimarsi a vicenda”: due Vescovi incarnati in unico abbraccio di fraternità. Mons. Fabry e S.E. mons. Gianfranco De Luca, Ordinario Diocesano, il quale gli sussurrerà parole di cielo. Il benvenuto, poi, di Vincenzo Tozzi sindaco della città di Guardialfiera. La Santa Messa prosegue, “more solito”, a conclusione della quale, al di sotto del presbiterio, mons. Fabry scenderà tra i fedeli in una rapida sfilata di sorrisi e strette di mano.
Questo rito è più o meno simile a quello riservato ai Cardinali Suburbicari del Lazio (=Ostia, Palestrina, Velletri…) i quali – seppur “sine iure administrandi”, come per il nostro Vescovo Titolare, cioè senza diritto giurisdizionale (Can. 357 § 1) – godono il privilegio di presiedere la liturgia nella chiesa del proprio “titolo” assegnato loro dal Papa.
E non va a capitare che mons. Kornèl Fabri, nuovo Vescovo – stìa qui il 17 marzo, 5^ domenica di quaresima, proprio quella dei “cercatori di Dio”? “Vogliano vedere Gesù” esclamerà infatti Giovanni nel suo Vangelo (Gv., 12-21).
Non è la richiesta più urgente di che crede, in mezzo ad un mondo fiero delle sue conquiste e che si vanta di stare sotto il segno di ogni colonizzazione? Ma è frustrato. Possiede tutto; anche gli idoli. Ma l’uomo, questo insoddisfatto, nella profondità del suo essere,”vuol vedere Gesù”. E s’accorge di non avere il marchio di fabbrica, la cicatrice di Dio. Ha nostalgia di ciò che ha smarrito.
Domenica a Guardialfiera – forzando un po’ la liturgia quaresimale – farà sfavillare anche la figura di San Giuseppe, con la sua bella festa, con l’insieme di sani valori, e con la joviniana, tradizionale e coinvolgente “Mensa Fraterna”.