BASSO MOLISE. Una tradizione che si perde nel tempo e anima le comunità dove la fede e la devozione continuano ad animare quell’affidamento a San Giuseppe, al custode della Santa Famiglia di Nazareth. E così anche in questo 2024, tante famiglie che abitano in questa parte di Molise, da Montorio nei Frentani, passando per Ururi, San Martino in Pensilis, Casacalenda, Guardialfiera e la stessa Larino hanno allestito la cappella, l’altare devozionale, coinvolgendo vecchie e nuove generazioni.
Tanti luoghi di preghiera domestica e un percorso significativo carico di sensibilità, pietà popolare, solidarietà e valori alla base dell’esistenza personale e comunitaria. Tante preghiere in onore di San Giuseppe, tra cui questa: “che San Giuseppe possa proteggere tutti i papà che con la pandemia vanno a lavorare per la famiglia pilastro della Chiesa e pilastro dell’umanità. Abbiamo bisogno in questo momento sempre di più di San Giuseppe Padre Putativo di Gesù silenzioso proteggi tutti noi”.
Abbiamo visitato questa mattina, le due cappelle che sono state allestite a Montorio nei Frentani rispettivamente dalla famiglia Doganieri e dalle famiglie Albino e Di Michele. Generazioni diverse di donne al lavoro per preparare le tradizionali scarpelle, succulenti frittelle dorate che si ricavano da una pastella a base di acqua farina e lievito di birra che vengono poi distribuite alla popolazione, a quanti anche solo per curiosità visitano il luogo dove è stato realizzato l’altare devozionale in onore di San Giuseppe. Un luogo che domani sarà il teatro naturale dove si consumerà il pasto delle tredici pietanze alla presenza della ‘sacra famiglia’.
Benché le portate variano in minima parte da paese a paese, le pietanze possono essere così elencate: legumi per la preparazione della “pezzente” e pasta con la mollica; i secondi sono costituiti da piatti a base di baccalà, funghi, asparagi, pesce, riso, rape, “fellata di arance zuccherate”, e fichi secchi. Ad accompagnare queste pietanze vi sono i tipici dolci di San Giuseppe, le zeppole.
Il piatto tipico è la pasta con la mollica, una ricetta di origine meridionale preparata con tredici ingredienti poveri. Proprio dalla povertà di questa pietanza nasce l’usanza di mangiare i bucatini con le mani, come si faceva un tempo. Tra i dolci ci sono i caveciuni, dolci ripieni di ricotta, e, come già detto, le zeppole, costituite da pasta bignè fritta o al forno con crema pasticcera e amarene.
A Casacalenda Maddalena e Demelza, continuano la devozione a San Giuseppe distribuendo i maccheroni con la mollica a chiunque vada. Queste persone portano avanti un così bell’evento e che è la storia del centro bassomolisano – scrivono quelli di Foto Kerem su Facebook.
E poi Larino dove, grazie alla locale associazione turistica del presidente Michele Di Ridolfo in piazza Garibaldi e ad Andrea De Notariis sono state allestite due cappelle in onore del santo dove si rinnoverà la devozione dei larinesi per il padre putativo del Cristo consumando i piatti e i cibi della tradizione già da questa sera con la pezzent e domani con la classica pasta con la mollica.
Fede e tradizione in onore di San Giuseppe e la storia prosegue.