LA NOTA DELL’ASSOCIAZIONE.
LARINO. “Nella Regione con le addizionali più alte, con l’IRAP più alta e con le ferrovie praticamente ferme sui collegamenti interni tra il basso Molise ed il capoluogo Campobasso (coinvolti oltre 200000 abitanti) ci preme farvi notare come anche i lavori per la messa in sicurezza del viadotto sulla Bifernina sono fermi da un anno e mezzo , nonostante siano stati iniziati nell’ormai lontano 2018, aumentando a dismisura disagio e indice di rischio degli autisti molisani, dei quali evidentemente poco importa sia al Governo Nazionale, che a quello regionale. Dopo sei anni, ancora presenti una deviazione, e due semafori. Il tempo per arrivare da Larino al capoluogo Campobasso si allunga da tre quarti d’ora ad un’ora, per arrivare ad Isernia si allunga ad un’ora e mezza e per arrivare a Venafro, dall’altra parte della Regione, addirittura quasi due ore. Si tratta di distanze che se fossero percorse, non diciamo in autostrada, ma almeno su una extraurbana principale con due corsie per senso di marcia, sarebbero dimezzate, così come sarebbero dimezzati rischi e disagi per i conducenti.
Il Molise è attualmente l’unica Regione di Italia che non possiede una strada extraurbana principale che collega i vari comuni, ma nel frattempo è diventata la Regione dalle aliquote più alte.
I servizi per i quali sono stati impiegati ingenti fondi come quello ferroviario o quello stradale in realtà sono stati molto più funzionali alle ditte che vi hanno lavorato che hanno già incassato i pagamenti o parte di essi piuttosto che i cittadini depauperati di servizi e messi in trappola dall’assenza o dalla fatiscenza dei collegamenti. E’ proprio a loro che, in maniera implicita, deve essere imputata qualche particolare colpa dai piani alti, essendo stati designati, e nemmeno in maniera troppo velata, come i capri espiatori di debiti sanitari non causati da loro, e disservizi infrastrutturali non dipesi da loro, ma sta di fatto che sono loro gli unici che ad oggi stanno pagando sotto ogni punto di vista, ed invece ai governanti andrebbe quantomeno chiarita la genuinità e la bontà di una semplice equazione: meno servizi = meno tasse”.