di Regina Cosco
Fra i riti quaresimali che abbracciano la tradizione popolare dell’Italia centro-meridionale – dall’Abruzzo, passando per il Molise, dalla Daunia al Salento sino alla Basilicata, alla Calabria e alla Sardegna – quello delle bambole con funzione calendariale non smette di incuriosire.
Chiamate con nomi diversi a seconda del territorio di appartenenza, in Molise, la tradizione delle bambole quaresimali passa col nome di ‘Quarantana’ e si tratta di un rito tutt’oggi perpetuato a Santa Croce di Magliano.
Appesa ad un filo annodato all’ esterno delle abitazioni (solitamente alle balconate) a partire dal mercoledì delle Ceneri, la Quarantana a Santa Croce è un fantoccio con sembianze femminili, una vedova vestita a lutto che tiene fra le mani una conocchia e che rappresenta la Quaresima, moglie del defunto Carnevale.
A questa bambola viene attaccata una patata infilzata da sette penne di gallina con lo scopo di scandire il tempo che manca al giorno di Pasqua; di fatti, ogni domenica di Quaresima sino alla domenica di Pasqua è tradizione che vada tolta una penna di quelle conficcate nel tubero.
Anche la Quarantana, come accade solitamente per gli oggetti della cultura materiale, pur avendo conservato il significato originale del rito ha cambiato fattezze: se un tempo la bambola rappresentante la Quaresima era un fantoccio più austero e rudimentale, oggi è una bambola ammorbidita da colori più tenui e dal gusto dei bambini e delle loro famiglie che si impegnano a realizzarle.
La tradizione della Quarantana è entrata nella ‘Rete Nazionale delle bambole Quaresima’ che riunisce ricercatori e studiosi di ogni regione italiana che ne approfondiscono lo studio. A quanti le vedono, e a chi le rinnova, le Quarantane ricordano che il periodo delle penitenze è di quaranta giorni e che la Santa Pasqua non è lontana.
(Foto da Santa CroceOnline che ringraziamo)