LARINO. Due lectiones magistrales quelle che hanno ascoltato coloro che hanno scelto, in questo pomeriggio di metà gennaio, di partecipare al nuovo appuntamento con i ‘Percorsi in biblioteca’ targati Lions club di Larino in sala Freda del Palazzo Ducale. Due interventi, quello dell’autore del libro, il professore Luigi Pizzuto e quello dello ‘storico’ Antonio Mucciaccio che hanno ribadito come Larino sia agorà dove lo spirito si innalza e dove prendono forma al presente i fasti e le bellezze di un tempo fatte di poesia, di vissuti e personaggi che hanno scritto pagine importanti della storia di questo territorio che esiste ed è sempre esistito.
Nel 40esimo anno della sua fondazione, il Lions guidato da Pasquale Gioia ha, dunque, riproposto i percorsi culturali in biblioteca e in questo appuntamento di oggi ha invitato, moderati dalla socia nonché consigliere comunale Graziella Vizzarri, i due illustri professori per presentare, anche a Larino, il libro ‘Giovanna I d’Angiò’, edito dalla casa editrice Lampo. Un volume che antologicamente descrive la storia, la rappresentazione scenica in versi e prosa di quella rievocazione che si svolge a Colletorto ogni anno, di quel capo di stato donna che in un’epoca come il 1300 ha saputo lasciare, nei suoi 40 anni di regno, un segno indelebile della sua figura e che da sempre ha attirato l’attenzione di letterati e di artisti nonché storici.
Dopo i saluti di rito del presidente Gioia e dell’assessore alla cultura Iolanda Giusti, la moderatrice Vizzarri ha letto la biografia del professore Pizzuto, le sue opere, i premi ricevuti, cedendo poi la parola al sempre ottimo Nicolangelo Licursi della Compagnia teatrale “Scémë Sèmbë nujë” di Santa Croce di Magliano che ha letto ai presenti alcuni passaggi del volume prima di cedere la parola, per la prima lectio magistralis, proprio a Pizzuto. “Questa sera tornando a Larino sono emozionato perché Giovanna I D’Angiò, il gruppo storico di Colletorto, è stato legato al gruppo storico larinate ed abbiamo partecipato insieme, 20 anni fa, alla manifestazione della rievocazione dei natali di Roma. Un evento che già tanti anni fa era la dimostrazione concreta di come era essenziale fare rete e viaggiare insieme sui passi della storia, camminare sulle gambe del territorio”.
Pizzuto, con la sua dialettica preziosa e le sue puntuali ed emozionali riflessioni ha descritto la genesi del suo volume: la torre angioina della sua Colletorto, i dati scientifici, quelli storici, due sue poesie, tutti racchiusi in un volume che è sintesi di emozioni, passioni ed interessi legati alla figura di un personaggio che ha lasciato il segno, quella Giovanna I d’Angiò (1326-1382) che proprio nel contado di Molise, nella terra a confine con la capitanata ha permesso di scrivere pagine di storia che meritano al presente di essere ricordate e a loro volta tramandate.
E dopo la lectio magistralis di Pizzuto, un nuovo intermezzo scenico di Licursi, la lezione ‘storica’ del professore Antonio Mucciaccio che è partito dalla citazione dell’epigrafe che si trova sull’architrave esterno della basilica cattedrale frentana, quella dove si legge che la stessa fu edificata sotto il regno di Roberto D’Angiò, nonno della regina Giovanna per ricostruirne storicamente i passaggi che contraddistinsero la sua vita, quella di una donna colta che seppe essere monarca assoluta ma al tempo stesso illuminata.
Una donna che seppe essere nello stesso tempo audace ma anche generosa, capace di agire con diplomazia. Ebbe coraggio, molto, non si piegò mai, né al papa, né ai nemici, né alle invasioni. Colta, raffinata, dotata di orgoglio fino a diventare sprezzante. La stessa sua tragica fine, sta a dimostrare quanto fosse ancora temuta dal suo avversario. Una donna, la prima regina del Sud, napoletana a tutti gli effetti.