CASACALENDA. La Chiesa della Madonna del Carmine, troppo piccola per accogliere la moltitudine di persone che ha voluto salutare il cavaliere Biagio Galletta, l’amico, il collega, l’uomo delle Istituzioni volato in cielo a soli 62 anni, strappato alla vita da un infarto che però non ha messo fine alla sua storia, perché, in Dio, la sua morte è stata vinta dalla vita, dalla Misericordia di un Dio che oggi l’accoglie nel suo regno, dove Biagio continuerà, siamo certi, a fare del bene così come ha sempre fatto sulle strade di questa terra mortale.
Tanta gente a salutare un uomo che fin dalla sua maggiore età ha scelto il servizio, il mettersi a servizio degli altri, come abbiamo detto, con gli alamari cuciti sulla pelle, ma soprattutto con quel senso pieno di giustizia che l’ha portato ad essere prima esempio nella Benemerita, poi marito e padre esemplare, e negli ultimi tempi, anche amministratore della comunità dove avevo scelto di restare, ossia Casacalenda.
La messa per le sue esequie è stata celebrata dal vescovo della Diocesi che è in Termoli-Larino Gianfranco De Luca e con lui il parroco di Casacalenda, gli amici parroci dei centri limitrofi e i frati del convento di Sant’Onofrio. In chiesa, nei primi banchi naturalmente i familiari, la moglie Felicetta con i figli Dario e Myriam, e poi la sua sindaka Sabrina Lallitto con la vice Iole Ramaglia e l’assessore Piero Tozzi. Accanto a loro l’ex procuratore della Repubblica di Larino (oggi a Foggia) Ludovico Vaccaro e il comandante della compagnia carabinieri di Larino Christian Cosma Damiano Petruzzella. E tra la folla, decine e decine di militari dell’Arma, di ieri come di oggi, il comandante delle stradale di Termoli Salvatore Augelli e, sempre tra la gente, i sindaci e alcuni amministratori dei centri limitrofi, avvocati, personale della Procura come del Tribunale. Ed anche due giudici che con il procuratore Vaccaro hanno condiviso, ognuno per le rispettive competenze, un rapporto di lavoro e di amicizia con il luogotenente carica speciale Biagio Galletta, con l’amico Biagio pezzi della loro storia professionale, ossia i giudici Roberto Veneziano e Daniele Colucci. E con loro anche il tenente colonnello Raffaele Iacuzio per due volte, a distanza di anni, superiore del luogotenente carica speciale.
Nella sua omelia De Luca ha ricordato, commentando il vangelo, la vita vissuta da Biagio. Quella di arruolarsi a 18 anni in una terra, la Sicilia dove le scelte non erano sempre facili ma dove “Biagio ha scelto di servire il bene, di mettersi al servizio del bene. E badate non per se stesso ma per gli altri. Oggi possiamo realmente pensare che il Signore accogliendolo gli abbia detto “vieni servo buono e fedele” perché la sua vita è stata avvolta dalla sua misericordia. E se ai nostri occhi ci viene sottratto, lui resta come esempio per la sua famiglia e per tanti.
Commoventi e piene di emozioni le parole che la sindaka Sabrina Lallitto ha pronunciato al termine della celebrazione. “Mio consigliere, mio amico, amico di tutti, Biagio. Hai messo la tua esistenza al servizio degli altri. Sei stata una persona straordinaria con l’unica missione da compiere nella vita il servire. Servire per restare vicino alle persone con l’impegno quotidiano per la tua comunità. Ho avuto la fortuna di averti accanto e di sperimentare i tuoi modi di fare sempre tesi al rispetto della dignità delle persone. Potrei dire tante cose ma tu eri molto di più. Noi, certo andremo avanti ma tu ci lasci oggi un’eredità morale enorme, la lasci alla tua famiglia, ai tuoi figli che so sapranno viverla a pieno e la lasci a noi amministratori che la onoreremo. Alziamoci in piedi e applaudiamo le mani per rendere onore al nostro Biagio”.
Piene di emozioni anche le parole di Ludovico Vaccaro che nei sette anni da procuratore della Repubblica di Larino ha trovato nel luogotenente Galletta prima fulgido esempio di uomo delle istituzioni e poi anche amico fidato su cui poter sempre contare. Vaccaro ha ricordato alcuni passaggi della vita da militare di Galletta ma anche aneddoti legati al suo lavoro, o meglio secondo lavoro in Procura a Larino. Oggi siamo sicuramente più poveri – ha affermato – perché abbiamo perduto la sua amicizia. E’ andato via troppo presto ma ha vissuto molto. Sì, perché per le cose fatte, per il tanto bene distribuito ha avuto una vita piena ed oggi la consegna a noi come patrimonio di valori da seguire”.
Toccanti anche le parole della nipote che ha ricordato come lo zio Biagio abbia insegnato loro il valore e l’umiltà delle scelte. “Quello che ci hai insegnato caro zio è più grande di quello che oggi ci è stato tolto”.
Prima della benedizione finale, l’attuale comandante della stazione carabinieri di Casacalenda Giovanni Montanarella ha letto la preghiera del Carabiniere. Come all’arrivo del feretro, anche all’uscita tutti i militari presenti hanno militarmente salutato il loro comandante, mettendosi sugli attenti, rivolgendo gli onori per l’ultima volta a quell’uomo che ha saputo trasformare la sua vita in una missione al servizio degli altri. Buon viaggio amico mio.