“Mancano vocazioni e tutte le Province sono in difficoltà“.
LARINO. Il Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori, Fra Roberto Genuin conferma al sindaco Puchetti l’accorpamento, a partire dal primo settembre, dello storico convento frentano con quello di Termoli.
Così, almeno stando al contenuto della missiva che il frate ha inviato nelle scorse ore al primo cittadino larinese che si era rivolto anche alla massima autorità religiosa dell’ordine per scongiurare la chiusura del primo e storico convento della provincia di Foggia. Una appello rivolto, naturalmente, anche al ministro provinciale che sembra però non aver ancora dato risposta.
Il ministro testualmente scrive “illustrissimo signor sindaco, mi è stata recapitata nei giorni scorsi la sua lettera del 17 luglio, con l’accorato appello riguardante la presenza dei Cappuccini a Larino. Mi rendo conto delle istanze che Lei esprime nella lettera e delle necessità del territorio in cui operano i frati, ma tengo ugualmente presenti le situazioni di difficoltà, non certo ottimali, delle nostre Province in Europa e in Italia, compresa quella di Foggia, per la mancanza di nuove vocazioni e l’invecchiamento dei frati.
Il governo della Provincia, a cui spetta ogni decisione, in comunione con l’assemblea dei frati capitolari, dopo il necessario discernimento, ha quindi assunto impegni e preso provvedimenti che investono le presenze dei frati sul territorio. Del resto il Ministro generale non è nella situazione di poter valutare con sufficiente conoscenza le scelte da farsi nelle realtà locali.
Da quanto mi è stato riferito dallo stesso Ministro provinciale, si tratta di un accorpamento del convento di Larino con quello di Termoli. E per quanto riguarda i servizi prestati finora dai frati a Larino, si cercherà di assicurare da Termoli la continuità delle opere che da tanti anni sono a servizio dei poveri e di aiuto alla società civile. Confido in ogni caso , anche in questa situazione di forte decrescita e di necessarie scelte, che il Signore possa continuare ad illuminare i nostri passi”.
Fin qui, dunque, la risposta alla lettera del sindaco Puchetti da parte del ministro generale dell’ordine. Una missiva che dice tanto e, nello stesso tempo, sembrerebbe lasciare sempre aperta una porta alla speranza. Ma nei fatti la crisi delle vocazioni è imperante. Basti pensare alla sola storia recente di Larino dove, dalla fine degli anni settanta del secolo scorso (l’ultimo è stato don Antonio Mastantuono) non è stato più ordinato un solo sacerdote figuriamoci un frate, vocazione particolare.
E pensare che il convento, primo della provincia di Foggia, è anche destinatario di un copioso finanziamento per la sua messa in sicurezza. Ma tant’è. Se non ci saranno nuove disposizioni con buona pace di chi tanto si adoperò per farlo riaprire nel 1948, il professore Ugo Pietrantonio, e di chi tanto si è adoperato e si adopera per esso come l’assessore Giulio Pontico e naturalmente le ministre e le terziarie dell’ordine, chiuderà. O meglio sarà accorpato e non importa se con quello di Termoli o di chissà dove, ma perderà la sua funzione di comunità di frati, quella stessa comunità che per tanto, tantissimo è stato baluardo sicuro per tanti, tantissimi larinesi e non solo.