LARINO. ‘Tra passato e futuro: immagini e ricordi della città che cambia’. Questo, il titolo dell’evento che si terrà domani, 28 luglio, con inizio alle ore 21 nella corte del palazzo ducale di Larino. Un evento promosso dal Lions club, sodalizio che da diversi decenni si è impegnato nella promozione della solidarietà sociale e della diffusione culturale sostenendo la pubblicazione di studi e la ristampa di opere rare e ormai introvabili legate alla città e al territorio. L’iniziativa è parte dell’Estate larinese 2023 promossa dalla Città di Larino.
Dopo i saluti istituzionali del presidente del Lions club Larino Pasquale Gioia e del primo cittadino Giuseppe Puchetti, ci si addentrerà nel tema con il professore Luigi Carnevale Caprice.
Larino che cambia, Larino che rimane, è l’argomento principe che tratterà il professor Carnevale Caprice, studioso di storia delle istituzioni ecclesiastiche e della vita religiosa, che a lungo ha indagato il territorio molisano, e che ben si cala in “Larino tra passato e futuro immagini e ricordi della città che cambia”, argomento afferente al service distrettuale del distretto Lions 108 A.
Il discorso esamina le trasformazioni della città di Larino negli ultimi secoli segnati dal declino dell’antico regime. Dai primi decenni dell’Ottocento all’unità d’Italia si verificano alcuni snodi decisivi che mutano profondamente il volto della città: l’abolizione del sistema feudale, l’impianto di nuove strutture amministrative e giudiziarie, le trasformazioni economiche, culturali ed urbanistiche correlate alla crescita di nuovi gruppi sociali. Riferimento essenziale di stabilità, pur nel mutevole configurarsi dei tempi, resta la Chiesa quale fattore imprescindibile della vita nelle campagne anche mediante la conservazione di forme tradizionali della devozione popolare.
Alla fine dell’evento sarà possibile visitare l’archivio Pilone, testimone della storia frentana degli ultimi due secoli.
(foto tratta dal profilo Facebook del professore Luigi Carnevale Caprice che lo ritrae con il direttore de “L’Osservatore Romano” il professore Andrea Monda)